Prevenire il diabete di tipo 2 è possibile, perché gli strumenti a nostra disposizione ci sono e non sono di poco conto: è quindi necessario impegnarsi a usarli positivamente e sistematicamente, perché possono dare importanti risultati per la salute individuale e collettiva, evitando o ritardando la comparsa della patologia o, se già presente, delle sue complicanze. E tra gli strumenti più efficaci, vi sono quelli sugli stili di vita, a partire dal controllo del peso corporeo, tramite una alimentazione corretta, e dalla regolare pratica di attività fisica, elementi indispensabili del “vivere sano”.

In sintesi, è questo l’appello che il presidente della Società italiana di diabetologia Francesco Purrello rivolge a tutti coloro che sono coinvolti nella problematica del diabete: e cioè, in pratica, a tutti noi, dalle istituzioni, agli operatori sanitari fino alle singole persone. Purrello invita a non rassegnarsi all’espansione del diabete di tipo 2 come se fosse un fenomeno ineluttabile contro il quale non si può fare nulla, perché, al contrario, prevenire si può: bisogna però “cambiare registro” rispetto a quanto fatto sinora. È ciò che il diabetologo (che è professore ordinario di Medicina interna all’Università di Catania) ha argomentato nel suo intervento al recente congresso della Easd (European association for the study of diabetes) a Berlino.

“La prevenzione è una storia di successo -afferma il presidente della Sid- che aspetta solo di essere tradotta in pratica. Sappiamo come fare. Ora però dobbiamo farlo”.

Le cifre del diabete in Italia riepilogate da Purrello ci dicono quanto segue:

  • 4 milioni sono gli italiani con diabete diagnosticati (dati “Arno Diabete” 2017)
  • 75mila infarti (uno ogni 7 minuti) si registrano ogni anno nella popolazione con diabete
  • 50mila ictus (uno ogni 10 minuti) tra le persone diabetiche in un anno
  • 10mila amputazioni (una ogni 52 minuti) all’anno per complicanze di un diabete mal controllato
  • un problema serio di vista si manifesta ogni anno in 50mila persone con diabete
  • circa 2mila soggetti diabetici all’anno iniziano la terapia dialitica (dialisi) per problematiche renali gravi

 

Purrello (Sid): “Il nostro obiettivo è organizzare nel nostro Paese una grande campagna di prevenzione del diabete”, analoga a quella condotta in passato contro il fumo. Ora è il momento “di promuovere un deciso cambio di marcia contro il diabete di tipo 2”. A partire da strategie coordinate sugli stili di vita, sull’alimentazione e sull’attività fisica.

I numeri citati dal presidente della Sid fanno capire chiaramente che la situazione è grave e seria. Secondo Purrello, quindi, qualcosa si può e si deve fare, innanzitutto agendo sulla consapevolezza delle persone: “Il nostro obiettivo è di organizzare nel nostro Paese una grande campagna di prevenzione del diabete”, in analogia con quella lanciata alcuni anni fa contro il fumo, “cominciata tra lo scetticismo generale”. Nel caso del fumo, “certo, il problema non può dirsi eliminato del tutto, ma a livello di sensibilizzazione è stato fatto davvero molto”.

E molto si può fare, appunto, anche contro il diabete di tipo 2 e contro le sue possibili complicazioni. “Di fronte alla marea montante dell’epidemia di diabete -lamenta Purrello- noi diabetologi siamo assaliti dalla rabbia; ogni giorno facciamo del nostro meglio per trattare questa condizione, ma l’impressione è che a livello di prevenzione si stia facendo davvero poco”. Ed è un gravissimo errore, perché, continua il professore, “una serie di evidenze, derivate soprattutto da studi condotti in nord Europa, Stati Uniti e Cina dimostra che è possibile prevenire o almeno ritardare la comparsa del diabete tipo 2 in soggetti ad alto rischio di contrarre la malattia. Ciò è stato ottenuto con interventi coordinati su riduzione del peso corporeo e aumento dell’attività fisica. I risultati di questi studi hanno inoltre dimostrato che questi interventi sullo stile di vita non sono fugaci, ma, al contrario, la riduzione del rischio di sviluppare diabete si mantiene nel tempo, al contrario di quanto avviene quando la prevenzione viene effettuata solo con interventi farmacologici, i cui effetti, comunque minori rispetto a quanto ottenuto con dieta e attività fisica, si perdono al momento dell’interruzione della terapia”. Quindi, “è arrivato il momento di promuovere un deciso cambio di marcia contro il diabete di tipo 2″.

“Il diabete tipo 2 è una patologia con gravi conseguenze in termini di qualità di vita e di mortalità. Ed è anche molto costosa in termini di costi sia diretti sia indiretti. La buona notizia è che è possibile prevenirla efficacemente”.

Quindi, se gli studi scientifici hanno dimostrato che è possibile prevenire il diabete di tipo 2 -puntualizza il presidente della Sid- “adesso la vera sfida è quella di trasferire queste evidenze scientifiche nella pratica clinica. La posta in gioco è enorme. Il diabete tipo 2 è una malattia con gravi conseguenze in termini di qualità di vita e di mortalità. Ed è anche molto costosa in termini di costi, sia diretti sia indiretti. La buona notizia è che è possibile prevenire efficacemente il diabete. È dunque un dovere della comunità scientifica, delle autorità sanitarie, ma anche singolarmente di ognuno di noi, mettere in campo delle misure coordinate e continuative per invertire la tendenza attuale, che ci vede assistere impotenti all’avanzare di questa pandemia. Dobbiamo innanzitutto combattere questo atteggiamento rassegnato, perché le battaglie non si possono vincere con un esercito demotivato. Ognuno di noi deve diventare ambasciatore della prevenzione, del vivere sano”.

Infine, Purrello punta l’indice contro chi sottovaluta -o induce a sottovalutare- il diabete, che è una condizione molto seria che può avere gravissime conseguenze, se non controllata; e proprio per questo va prevenuta o individuata tempestivamente, quando già in atto, perché i mezzi per contrastarla efficacemente e per tenere lontane le sue più insidiose complicanze li abbiamo: “È necessario -conclude dunque il diabetologo- combattere la fake news del diabete visto come condizione benigna: niente di più falso! Il diabete è una patologia grave”. Non per questo ci si deve scoraggiare: “Sappiamo come prevenirla e diagnosticarla precocemente. Dunque, diamoci tutti da fare!”, conclude il diabetologo.

Sull’argomento “prevenzione del diabete di tipo 2”, potete leggere anche qui.