Sono 23,3 milioni le persone adulte in Italia colpite da sovrappeso e obesità, e la tendenza è in crescita, anche tra i più giovani. Lo confermano i dati Istat presentati in occasione del settimo Italian Obesity Barometer Forum – Obesità in Italia 2025: Dati, Impatti e Prospettive politico, sanitarie e legislative di intervento, un appuntamento che riunisce Istituzioni, esperti, società scientifiche e associazioni pazienti per discutere di strategie di prevenzione e cura. L’analisi per generazione mostra un quadro allarmante: “La percentuale di eccesso di peso all’età di 20-24 anni è molto più alta tra i nati nei primi anni 2000 (21,6 per cento) rispetto a chi è nato negli anni ’60 (13,4 per cento)”. E tra le donne la crescita è ancora più marcata: “Il 17,4 per cento per le nate tra il 2000 e il 2004 contro il 9,0 per cento per le nate tra il 1960 e il 1964”.
OBESITÀ, UNA PATOLOGIA COMPLESSA E CRONICA
“L’obesità è una malattia complessa determinata da molteplici fattori, tra i quali gioca un ruolo importante la genetica, che influenza la predisposizione individuale all’accumulo di grasso corporeo. Tuttavia, le abitudini alimentari scorrette e la sedentarietà, due fenomeni in continua crescita, contribuiscono fortemente all’aumento della prevalenza di eccesso di peso nella popolazione”, sottolinea Paolo Sbraccia, Presidente della IBDO Foundation. Una delle caratteristiche più allarmanti: “È associata con complicanze che colpiscono quasi tutti gli organi e apparati, come diabete tipo 2, ipertensione, dislipidemia, apnea ostruttiva del sonno, osteoartrite, sindrome dell’ovaio policistico e malattie cardiovascolari, che rappresentano la principale causa di morte tra le persone con obesità, con un chiaro legame tra l’indice di massa corporea (BMI) e rischio di infarto del miocardio, ictus e scompenso cardiaco”.
CRIALESI (ISTAT): “OBESITÀ AUMENTATA DEL 30% IN VENT’ANNI”
“Negli ultimi 20 anni, la quota di persone in eccesso di peso è cresciuta di circa 4 punti percentuali, passando dal 42,6 per cento del 2003 al 46,9 per cento nel 2024”, osserva Roberta Crialesi, responsabile del Servizio Sistema integrato salute, assistenza e previdenza dell’Istat. “Gran parte dell’incremento è legato all’invecchiamento della popolazione: se si eliminasse l’effetto dell’età, l’incremento sarebbe contenuto a solo 1 punto percentuale. Diverso il discorso per l’obesità; la percentuale è passata negli ultimi vent’anni dal 9,0 per cento all’11,8 per cento con un aumento di circa il 30 per cento. Anche standardizzando per età la crescita resta significativa – dal 9,3 per cento all’11,3 per cento, pari a un +21,5 per cento”. “Si osserva quindi il minore impatto dell’invecchiamento della popolazione sulla componente dell’obesità che, nel tempo, è aumentata in misura maggiore nelle età giovanili e adulte, sebbene le prevalenze restino più elevate nell’età anziana”.
CAMBIAMENTI NEGLI STILI DI VITA E AUMENTO DELLA SEDENTARIETÀ
Nel rapporto annuale dell’Istat emerge un cambiamento negli stili di vita che può spiegare l’aumento dell’obesità. “Il consumo di frutta e verdura è diminuito significativamente negli ultimi trent’anni. Nel 1994, il consumo quotidiano di questi alimenti riguardava circa il 94 per cento della popolazione di 10 anni o più, mentre nel 2024 questa percentuale è scesa al 78,2 per cento”. Sul fronte dell’attività fisica: “Nel 2023 praticava sport in modo continuativo il 27,6 per cento delle persone contro il 16,6 per cento del 1995”, ma “è in diminuzione chi fa un’attività fisica più leggera, come passeggiate, nuoto o bicicletta, che è passata dal 36 per cento nel 1995 al 28,4 per cento nel 2023”. In generale, la sedentarietà resta alta: “Nel 2023 è pari al 35,1 per cento, interessando oltre una persona su tre”.
LEVIALDI GHIRON: “SUPERARE L’APPROCCIO INDIVIDUALE E ABBRACCIARE LA COMPLESSITÀ”
“In Italia, secondo l’Italian Barometer Obesity Report, pubblicato da IBDO Foundation, in collaborazione con ISTAT, Coresearch, Crea Sanità e BHAVE, il numero assoluto di persone con obesità è aumentato del 38 per cento rispetto al 2003, con una crescita particolarmente marcata tra i giovani adulti”, spiega Nathan Levialdi Ghiron, Rettore dell’Università di Roma Tor Vergata, nella prefazione del report 2025. “L’obesità è correlata a oltre 250 patologie, tra cui il diabete, le malattie cardiovascolari e numerose forme tumorali. Ma non può essere ricondotta a una mera responsabilità individuale: è l’intero sistema in cui viviamo che può favorire o ostacolare comportamenti salutari. Per questo è necessario adottare una visione sistemica, capace di superare l’approccio centrato esclusivamente sull’individuo, per abbracciare la complessità delle interazioni tra salute umana, ambiente e società”.
GALLETTI (NOVO NORDISK): “INNOVAZIONE, RICERCA E RISPETTO PER LE PERSONE”
“L’obesità è una malattia cronica complessa che ha un forte impatto sulla salute e sul benessere delle persone che ci convivono e può portare a importanti conseguenze in termini di complicanze”, afferma Alfredo Galletti, General Manager e Vice President di Novo Nordisk Italia. “Per questo Novo Nordisk è impegnata ogni giorno nella realizzazione di soluzioni sempre più innovative per la cura di questa patologia e la prevenzione delle sue complicanze e continua a svolgere attività di ricerca per trovare sempre nuovi trattamenti. Ma il nostro impegno risiede anche nella promozione della prevenzione, della corretta conoscenza e percezione della malattia, un impegno attivo che si esprime anche con il programma internazionale Driving Change in Obesity, che vuole sensibilizzare l’opinione pubblica, favorire l’empatia e il rispetto per le persone con obesità e che si propone di cambiare il modo in cui viene vista, prevenuta e trattata questa malattia cronica, che colpisce, solo in Italia, 6 milioni di persone”.
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