“Il riconoscimento dell’obesità come malattia cronica rappresenta una svolta culturale e sanitaria per il nostro Paese. È un primato significativo, perché sappiamo quanto l’obesità incida sulla salute globale, non solo degli adulti ma anche dei bambini. Questa legge è parte di un percorso che il Ministero ha già intrapreso per rafforzare la prevenzione e la promozione della salute”. Così il Ministro della Salute Orazio Schillaci ha commentato l’approvazione della legge sull’Obesità, in occasione della conferenza stampa di presentazione organizzata dalla FIAO. La legge Pella, approvata definitivamente il 1° ottobre, prevede un Piano nazionale per la prevenzione e la cura dell’obesità, l’istituzione di percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali dedicati (PDTA) e campagne di informazione per sensibilizzare cittadini e operatori sanitari, con l’obiettivo di garantire equità e accesso alle terapie per tutti.

PELLA: “UN’AZIONE STRUTTURATA PER AFFRONTARE L’OBESITÀ”

L’On. Roberto Pella, promotore della legge, ha sottolineato: “Questa norma sarà fondamentale per avviare programmi di prevenzione, sensibilizzazione e cura. Lavoreremo per ridurre lo stigma, promuovere campagne educative e legare la prevenzione a eventi sportivi e sociali. È un traguardo costruito insieme ad associazioni e società scientifiche: da qui parte un’azione strutturata per affrontare con serietà una delle sfide sanitarie più urgenti del nostro tempo”.

ZANI (FIAO): “PARI DIGNITÀ NELL’ACCESSO ALLE CURE”

La Presidente di FIAO, Iris Zani, ha dichiarato: “Garantire pari dignità alle persone con obesità e favorire l’accesso alle terapie deve essere la priorità. È fondamentale che il Piano Nazionale Cronicità venga approvato al più presto e che l’obesità venga inserita nei LEA. Solo così potremo assicurare un reale cambiamento”.
Secondo Zani, il riconoscimento dell’obesità come malattia supera la visione ancora troppo legata alla responsabilità individuale e apre la strada a una presa in carico multidisciplinare e continuativa.

LINOCI: “MIGLIORARE L’ACCESSO ALLE CURE E LA PREVENZIONE”

Il Vicepresidente FIAO, Eligio Linoci, ha aggiunto: “L’approvazione di una legge come questa è fondamentale per garantire ai pazienti un migliore accesso alle cure e risorse economiche per azioni di prevenzione, soprattutto tra i più giovani. Consentirà inoltre di promuovere campagne di sensibilizzazione per far comprendere che l’obesità è una malattia e non una scelta di vita”.

LENZI E BUSETTO: “RICONOSCIMENTO FONDAMENTALE PER LA SALUTE PUBBLICA”

Il prof. Andrea Lenzi, Presidente del CNBBSV e del Health City Institute, ha dichiarato: “Il riconoscimento dell’obesità come malattia rappresenta una sfida imprescindibile per il futuro della sanità. Se non affrontata adeguatamente, avrà conseguenze gravi sul sistema sanitario e sulla società”. Il prof. Luca Busetto, Vicepresidente della European Association for the Study of Obesity, ha aggiunto: “L’obesità è una malattia complessa, influenzata da fattori genetici, ambientali e psicologici. Questa legge è un punto di svolta anche nella lotta contro lo stigma. È essenziale adottare un linguaggio corretto e rispettoso, come raccomandato dalla tassonomia dell’EASO”.

OBESITÀ IN ITALIA: UN PROBLEMA DI SALUTE PUBBLICA

La legge riconosce l’obesità come malattia cronica e istituisce un programma nazionale per prevenzione e cura, con particolare attenzione a bambini e adolescenti. Prevede inoltre la creazione di un Osservatorio nazionale e misure per favorire l’inclusione scolastica, lavorativa e sociale delle persone con obesità. In Italia il 47% della popolazione adulta è in eccesso di peso e oltre 6 milioni di persone (11,8%) vivono con obesità. Anche i più piccoli non sono risparmiati: circa un bambino su tre presenta sovrappeso o obesità, con una prevalenza del 27%.

UN PUNTO DI PARTENZA PER LA SANITÀ E LA SOCIETÀ

Il riconoscimento dell’obesità come malattia cronica restituisce dignità ai pazienti e chiama in causa l’intero sistema sanitario, educativo e sociale. Come ha ricordato Iris Zani, “questa legge non è un punto di arrivo, ma un punto di partenza: ora serve garantirne l’attuazione, perché solo così le persone con obesità potranno contare davvero su un’assistenza equa, continuativa e libera da pregiudizi”.