Negli ultimi anni, sempre più donne dopo la gravidanza stanno iniziando a usare agonisti del recettore GLP‑1, non solo per la gestione del peso ma anche per il diabete. Lo rivela uno studio condotto dalla University of Southern Denmark di Odense, pubblicato su Journal of the American Medical Association. I dati analizzati riguardano oltre 382 mila gravidanze danesi tra il 2018 e la metà del 2024, con un marcato incremento di prescrizioni di semaglutide (principio attivo usato anche nel trattamento del diabete) nel periodo post-partum.

NUMERI IN CRESCITA: DA 1 SU 300 A 1 SU 57

Secondo i ricercatori, la prescrizione di semaglutide, noto farmaco antidiabetico, è aumentata rapidamente: a metà 2022 ne faceva uso poco più di una donna ogni 300, mentre a metà 2024 si è arrivati a una ogni 57 (464 utilizzatrici su 26.975 parti). Questi dati segnalano che l’uso non è più marginale, anche se i numeri assoluti restano relativamente bassi.

NON TUTTE HANNO IL DIABETE: INDICAZIONE PREVALENTE LEGATA AL PESO

Sorprendentemente, molti casi raccolti nello studio non riguardano donne con una diagnosi di diabete: “La maggior parte delle utilizzatrici era in sovrappeso prima della gravidanza e solo il 23% aveva una diagnosi documentata di diabete. Ciò suggerisce che l’indicazione primaria per l’uso fosse la perdita di peso”, scrivono i ricercatori. Questo significa che una parte rilevante delle donne usa il GLP‑1 al di fuori dell’indicazione diabetica, il che apre interrogativi su appropriatezza e sicurezza.

SICUREZZA NEL POST-PARTUM: COSA DICONO GLI STUDI

Il periodo dopo il parto è delicato: “rappresenta una fase di transizione fisiologica e ormonale”, spiegano gli autori. Di particolare preoccupazione è la sicurezza del semaglutide in questa fase, perché “non è sufficientemente documentata”, soprattutto per quanto riguarda l’allattamento. I potenziali rischi per il neonato che riceve latte materno da una madre che assume GLP‑1 non sono stati studiati in modo adeguato, né a breve né a lungo termine.

PARERI ITALIANI: PRUDENZA E FARMACOVIGILANZA

Marco Marano, responsabile del Centro Antiveleni dell’Ospedale Bambino Gesù e membro di Sitox, avverte: “Queste sostanze sono in aumento … e poco si sa sull’effetto che esercitano nelle donne che le assumono nel periodo post partum e anche sui possibili effetti sul neonato durante l’allattamento”. Anche il presidente della Società Italiana di Farmacologia, Armando Genazzani, richiama l’attenzione sui rischi: “Nella scheda tecnica del farmaco c’è scritto che non dovrebbe essere preso in gravidanza. Viene specificato inoltre che non deve essere utilizzato durante l’allattamento: studi condotti negli animali ci dicono infatti che questo farmaco può passare nel latte materno”. Genazzani aggiunge una precisazione importante: “Lo studio scatta una fotografia di quello che sta succedendo in Danimarca. Non ci fornisce però informazioni dettagliate su queste donne: non sappiamo, per esempio, se stavano allattando o meno”.

NON SOLO PERDITA DI PESO: CONTROLLARE L’USO NEI DIABETICI POSTPARTUM

Per gli esperti, è essenziale monitorare attentamente l’uso di GLP‑1 in donne con diabete dopo il parto, così da garantire che il farmaco rimanga uno strumento terapeutico e non una scorciatoia estetica. Come sottolinea Genazzani: “Dobbiamo monitorare il fenomeno e fare attenzione che non diventi una scorciatoia per perdere peso dopo la gravidanza. È importante che l’utilizzo di questi farmaci non diventi un fenomeno estetico e che l’uso avvenga sempre sotto controllo medico”. In attesa di studi più robusti, la farmacovigilanza resta prioritaria: conoscere gli effetti su madre e bambino è fondamentale per un uso sicuro di questi potenti farmaci antidiabetici nel periodo post-partum.

 

Riproduzione riservata ©