Diabete e denti sani, un rapporto stretto che può dare buoni risultati nel controllo della glicemia: la cattiva salute orale può peggiorare la gestione del diabete, mentre, d’altra parte, una condizione diabetica mal compensata è frequente causa di patologie della bocca; per contro, la buona salute della bocca, e dei denti in particolare, può avere invece riflessi positivi nella gestione del diabete, così come una condizione diabetica ben compensata, accompagnata sempre da un’accurata igiene orale, allontana i rischi di problemi dentari o gengivali.
Diversi studi indicano che tenere sotto controllo la salute della bocca e prevenire e curare la parodontite ha effetti positivi di riduzione dei livelli di emoglobina glicata, con conseguenti benefici per il compenso metabolico.
Un recente convegno, organizzato a Genova dall’Associazione medici diabetologi, ha puntato l’attenzione proprio su questa duplice relazione tra il diabete e la salute orale, un rapporto che può essere dunque virtuoso oppure pericoloso. Il dato più incoraggiante è che tenere sotto controllo la parodontite (patologia che può portare sino alla perdita dei denti) consente di ridurre i livelli di emoglobina glicata, contribuendo così a un migliore compenso metabolico.
Amd infatti osserva che esistono diversi studi secondo i quali “il trattamento della parodontite, secondo appositi protocolli di intervento” porta “a una riduzione dell’emoglobina glicata pari allo 0,4%, con un miglioramento delle condizioni di compenso della malattia e benefici che vanno oltre lo stato di salute del cavo orale, interessando le altre numerose complicanze micro e macrovascolari”.
È un dato positivo molto interessante, anche se occorrono ulteriori indagini per approfondire la relazione, come commenta il presidente dell’Amd, Domenico Mannino: “Il limite maggiore degli studi condotti finora è dato dal numero ridotto di pazienti coinvolti. L’impegno congiunto di Amd e Sidp (Società italiana di parodontologia e implantologia), che a breve si concretizzerà nella costituzione di un gruppo intersocietario dedicato all’argomento, è fortemente orientato a risolvere anche questo gap”.
Gli obiettivi da perseguire -continua Mannino- sono “fornire ai diabetologi una formazione di base su una complicanza ancora misconosciuta e favorire la definizione di programmi di prevenzione finalizzati a evitare che il paziente arrivi a perdere elementi dentari. Infatti, oltre a peggiorare la gestione del diabete, incidendo sul controllo metabolico, la parodontite aggrava la patologia diabetica anche perché porta alla caduta dei denti. Questo significa che il paziente vede compromessa la propria capacità di masticazione e finisce col prediligere cibi a elevato indice glicemico (pasta, riso, frutta), con un evidente impatto negativo sul compenso glicometabolico”.
Le persone con diabete hanno un rischio da 2 a 3 volte maggiore, rispetto ai non diabetici, di sviluppare disturbi della bocca come la parodontite, che può portare alla perdita dei denti e avere effetti di peggioramento del controllo glicemico.
Oggi -avverte Amd- si stima che le persone con diabete abbiano “un rischio da due a tre volte maggiore, rispetto a un soggetto non diabetico, di sviluppare disturbi cronici del cavo orale, come la parodontite; allo stesso tempo, questa patologia può essere un fattore di rischio per l’insorgenza del diabete ed esiste una relazione diretta fra gravità ed estensione della parodontite e peggioramento del controllo glicemico”.
Per far prevalere la buona relazione tra diabete e denti sani su quella cattiva tra diabete e parodontite, Amd raccomanda di rafforzare la prevenzione e illustra il suo impegno in questo campo. Spiega infatti Luca Lione, ex coordinatore del gruppo Oral Care Amd e responsabile scientifico dell’evento di Genova: “In virtù della stretta associazione esistente fra diabete e parodontite, Amd sta lavorando per far sì che, utilizzando come criteri di valutazione l’età, il peso, i valori morfometrici e l’eventuale presenza di parodontite sia possibile, anche presso lo studio del dentista, identificare precocemente soggetti affetti da diabete e ignari della propria condizione, e così avviarli precocemente verso percorsi diagnostico-terapeutici adeguati, gestiti dal medico diabetologo”.
“Come ben sappiamo, infatti, -continua Lione- solo la diagnosi precoce e l’attuazione di una terapia tempestiva sono in grado di prevenire e contrastare efficacemente le frequenti complicanze che si associano al diabete. Studi epidemiologici indicano che il 50% dei soggetti, in tutti i gruppi di età, ha un’infiammazione gengivale reversibile (gengivite), mentre la parodontite, caratterizzata da sanguinamento spontaneo o da spazzolamento, alitosi, gonfiore gengivale, spostamento e mobilità dentale, colpisce il 5-15% della popolazione in forma grave. Nei pazienti diabetici questa patologia può contribuire a rendere più difficile il controllo metabolico ed è associata all’insorgenza di complicanze”.
Il diabetologo Tomasi: regola fondamentale per la salute orale è lavarsi i denti subito dopo ogni pasto e non solamente una o due volte al giorno.
Per parte sua, la persona con diabete può impegnarsi a seguire buoni consigli e praticare buone abitudini per proteggere la salute della propria bocca, come quelli indicati dal diabetologo Franco Tomasi nel suo libro “A tavola con il diabete”.
“I denti vanno puliti subito dopo ogni pasto e non solamente una o due volte al giorno –raccomanda Tomasi- Questa regola è fondamentale per la persona con diabete, che, per un corretto controllo metabolico, segue una dieta frazionata in cinque o sei volte al giorno: egli dovrà quindi spazzolarsi i denti altrettante volte. È opportuno che, oltre alla pulizia dei denti, si proceda anche a un massaggio gengivale con movimenti verticali dello spazzolino. È altrettanto utile l’uso del filo interdentale per poter assicurare una corretta pulizia della zona tra dente e dente”.
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