Sospendere l’insulina nel diabete di tipo 1 può equivalere a un suicidio involontario. Pare impossibile che qualcuno ancora pensi di fare una scelta simile, con l’illusione di curarsi in altro modo, ma le associazioni dei diabetologi italiani e quelle dei pazienti sono molto preoccupate, perché sanno che questo può succedere e lanciano un forte allarme, in un comunicato stampa dal titolo chiaro: “Guai a sospendere l’insulina illudendosi di ‘curare’ il diabete tipo 1 con una dieta: si rischia la morte!”.
Il comunicato (datato 24 gennaio 2018) porta le firme del presidente dell’Associazione medici diabetologi (Amd) Domenico Mannino, del presidente della Società italiana di diabetologia (Sid) Giorgio Sesti, del presidente della Società italiana di endocrinologia e diabetologia pediatrica (Siedp) Stefano Cianfarani, del presidente di Agd Italia Giovanni Lamenza, del presidente dell’Associazione nazionale italiana atleti diabetici (Aniad) Marcello Grussu, del presidente di Diabete Forum Stefano Nervo, del presidente della Fand Albino Bottazzo.
I diabetologi e le associazioni di pazienti denunciano chi afferma di poter curare il diabete tipo 1 “con una dieta e una manciata di integratori”: non bisogna assolutamente credere a questa “sciocchezza, che può avere conseguenze tragiche”.
“Se avete il diabete tipo 1, o se un vostro caro ha il diabete tipo 1, non sospendete (e non fate sospendere) l’insulina per seguire cure alternative. In pochi giorni si morirebbe di chetoacidosi diabetica”.
Il messaggio, che i firmatari stanno diffondendo sui social network e che noi riprendiamo qui, è esplicito e accorato: “Se avete il diabete tipo 1, o se un vostro caro ha il diabete tipo 1, non sospendete (e non fate sospendere) l’insulina per seguire cure alternative. In pochi giorni si morirebbe di chetoacidosi diabetica” (potete leggere un articolo sulla chetoacidosi diabetica qui).
Purtroppo -ricordano le associazioni- che qualcuno morisse proprio per avere sospeso l’insulina, avendo il diabete di tipo 1, è già successo: non deve accadere mai più. L’insulina è un farmaco salvavita e le associazioni ribadiscono una volta di più che “l’unica terapia per il diabete tipo 1 è l’insulina”.
La preoccupazione delle associazioni firmatarie del documento è rivolta a un fenomeno sociale, che ritengono pericolosamente diffuso, la disinformazione scientifica. Scrivono infatti: “In un Paese dove sembra a volte imperare la disinformazione scientifica, anche in un campo vitale (è il caso di ricordarlo) come quello delle scienze mediche, c’è anche chi, per evidenti interessi commerciali, può permettersi di promettere indisturbato di guarire le malattie più disparate, dall’Alzheimer, al diabete tipo 1, grazie a una dieta miracolosa corredata da ‘integratori’ dal costo non irrilevante (ma questo è solo un dettaglio). Basta un microfono, una telecamera, un sito web e la fake news è servita. Le società scientifiche di diabetologia e le associazioni delle persone con diabete hanno deciso di lanciare l’allarme contro questa deriva scientifica, che rischia di provocare danni seri alle persone, che magari, in un momento di debolezza o di stanchezza (non infrequenti in chi è affetto da una patologia cronica), decidano di dar credito a personaggi televisivi, cedendo all’illusione di poter guarire il diabete tipo 1 con una dieta che promette di fare miracoli prolungando la vita”.
“L’unica verità scientifica è che abbandonare l’insulina, con l’illusione che il diabete tipo 1 possa essere ‘curato’ con una dieta e da una manciata di integratori, può portare a gravi conseguenze, fino alla morte”.
Un auspicio e un appello sono rivolti alle istituzioni e alle autorità competenti, affinché “intervengano nei confronti di questi personaggi televisivi, per evitare che qualche persona con diabete possa riportare serie conseguenze, seguendo i loro consigli, infarciti di concetti pseudo-scientifici ‘orecchiati’ qua e là ed enunciati come verità assolute. L’unica verità scientifica è che abbandonare l’insulina, con l’illusione che il diabete tipo 1 possa essere ‘curato’ con una dieta e da una manciata di integratori, può portare a gravi conseguenze, fino alla morte”.
Cinque punti fondamentali
Il comunicato è completato da una lista di cinque concetti fondamentali, da non dimenticare, che servono a chiarire bene che cosa sia il diabete di tipo 1 e come vada seriamente affrontato e curato. Eccoli.
- Il diabete tipo 1 è una malattia autoimmune che porta alla distruzione delle cellule del pancreas produttrici di insulina. L’unica terapia possibile è dunque quella di sostituirsi alla natura, somministrando dall’esterno l’insulina che il corpo non è più in grado di produrre.
- Mentre è possibile tentare di prevenire il diabete tipo 2, molto spesso legato a cattive abitudini di vita, all’obesità e alla sedentarietà, nulla si può fare per prevenire il diabete tipo 1, malattia legata, come detto, alla distruzione del pancreas da parte del sistema immunitario (che riconosce come estranee e nemiche le cellule produttrici di insulina).
- Non si sa cos’è che scateni il sistema immunitario contro le cellule beta-pancreatiche; di certo c’è una “predisposizione” legata ad alcuni geni particolari, ma non è stato individuato l’interruttore che fa scattare l’attacco; alcuni scienziati pensano possa trattarsi di un virus.
- Come per altre malattie autoimmuni (per esempio, l’artrite reumatoide), anche nel caso del diabete tipo 1 si stanno sperimentando cure volte a frenare l’attacco del sistema immunitario contro il pancreas; ci sono molti studi in corso, ma per il momento l’unica terapia è rappresentata dall’insulina. E di certo nessuna dieta si è mai dimostrata in grado di arrestare questo “attacco”.
- Eliminare i carboidrati (gli zuccheri) dalla dieta di una persona con diabete tipo 1 non serve a “guarirla”; i carboidrati sono il “carburante” giusto per produrre l’energia di cui l’organismo ha bisogno; purtroppo resta nel sangue circolante (dove può accumularsi a livelli pericolosi), perché per entrare nelle cellule ha bisogno dell’insulina. Se manca l’insulina, le cellule avranno a disposizione poco zucchero e, dovendo produrre energia, utilizzeranno “fonti energetiche” alternative, come proteine e soprattutto i grassi; questo porta alla formazione e all’accumulo di prodotti di scarto, i corpi chetonici. Quando il livello di corpi chetonici nel sangue aumenta a dismisura, compare la condizione nota come “chetoacidosi”, che, se non corretta tempestivamente, può portare a morte. La somministrazione di insulina serve appunto a evitare tutta questa reazione a catena, che può avere esiti fatali.