Al 27° Congresso della Società italiana di diabetologia (16-19 maggio, Rimini) sono state presentate le cifre del diabete in Italia, aggiornate secondo i recenti dati forniti dal Rapporto Arno Diabete 2017, che ci informa che il numero delle persone con diabete noto e diagnosticato sono circa 4 milioni. Se a questi si aggiunge circa un milione di soggetti che hanno il diabete, ma non lo sanno (il “diabete misconosciuto”) si può stimare che in Italia l’8% della popolazione sia diabetica.

Il Rapporto Arno Diabete, giunto alla quarta edizione, è un’autorevole indagine periodica che fotografa la situazione del diabete nel nostro Paese e nasce dalla collaborazione tra il consorzio interuniversitario Cineca e la Sid (Società italiana di diabetologia), un lavoro comune (avviato sin dal 2007), che coinvolge anche la Fondazione Diabete Ricerca.

Riportiamo alcuni dei principali dati relativi alla diffusione del diabete nella popolazione e ai costi per la cura e l’assistenza, presentati al congresso di Rimini, comunicatici dalla Sid sulla base del Rapporto Arno.

La spesa per la cura delle complicanze del diabete e delle patologie connesse rappresenta il 90% del costo totale della patologia, mentre la gestione del problema metabolico costa solo il 10%.

I costi dell’assistenza per il diabete

  • Il 96% delle persone con diabete riceve almeno un farmaco (per il diabete o per altre patologie).
  • Il numero di confezioni di farmaco prescritte è circa doppio rispetto a quanto prescritto in assenza di diabete (74 contro 36).
  • L’85% delle persone con diabete riceve almeno una prestazione specialistica (visita o esame di laboratorio o strumentale o trattamento ambulatoriale) l’anno.
  • Circa un diabetico su 6 viene ricoverato almeno una volta l’anno.
  • Il tasso di ricovero ordinario è più che doppio nelle persone con diabete (282 contro 122 per 1000 persone).
  • La degenza media è superiore di circa un giorno in presenza di diabete.
  • Il costo complessivo per il monitoraggio e la cura è più che doppio nelle persone con diabete, rispetto a quanto speso in assenza di diabete (circa 2.900 euro rispetto a circa 1.300 euro).
  • La composizione della spesa per circa la metà è da riferire ai ricoveri, per il 17% alla specialistica, per il 23% ai farmaci diversi dagli anti-iperglicemici, per il 7% ai farmaci anti-iperglicemici e per il 4% ai dispositivi.
  • Il costo attribuibile alle complicanze e alle comorbidità (vere e proprie complicanze del diabete) rappresenta il 90% del costo totale della patologia, mentre la gestione del problema metabolico costa solo il 10%.
  • La spesa per le visite diabetologiche rappresenta solo una piccola parte (circa 1%) della spesa totale.

 

La Società italiana di diabetologia sottolinea quindi che “l’assistenza erogata per il diabete rappresenta una delle voci più rilevanti nel bilancio dello Stato e delle Regioni, stretta fra i bisogni delle persone affette dalla malattia e la limitatezza delle risorse economiche” e che per il Servizio sanitario nazionale i costi per la cura delle persone con diabete sono decisamente superiori a quelli per assistere chi non ha il diabete. Come si legge nel Rapporto Arno 2017, “il costo complessivo per il monitoraggio e la cura è più che doppio nelle persone con diabete, rispetto a quanto speso in assenza di diabete”.

Punto cruciale continua a essere quello dei ricoveri, più frequenti, ripetuti e prolungati nelle persone con diabete e che rappresentano il costo maggiore nella cura della patologia.

I numeri del diabete in Italia

  • Il numero delle persone con diabete in Italia è stimabile in circa 4 milioni di casi noti e di almeno un milione di casi non ancora diagnosticati.
  • Quasi il 65% delle persone con diabete di tipo 2 ha un’età pari o superiore ai 65 anni.
  • Circa un paziente su 5 ha età maggiore o uguale a 80 anni.
  • Circa il 2% ha età minore di 20 anni.
  • Circa il 35% dei soggetti è in età lavorativa (20-64 anni), cioè circa un milione in Italia.
  • La prevalenza fra i 20 e i 49 anni è maggiore nelle femmine, mentre fra i 50 e gli 80 anni è superiore nei maschi.
  • La prevalenza complessiva è maggiore nei maschi.