“Fare un passo indietro, eliminando l’ipotesi che la visita al fondo dell’occhio possa essere esclusa dai Livelli essenziali di assistenza (Lea), per evitare il grave impatto che questa decisione potrà avere sulla salute delle persone con diabete e sulla sostenibilità del Sistema Sanitario”. A lanciare l’appello è Fand – Associazione Italiana Diabetici -, rimarcando l’importanza imprescindibile della prevenzione. “Come organizzazione che rappresenta la persone con diabete – spiega il presidente Fand, Emilio Augusto Benini – siamo preoccupati da questa fuoriuscita della visita al fondo dell’occhio dai Lea, che rappresenta una pericolosa battuta d’arresto con inevitabili ripercussioni sui pazienti. Nel corso degli anni si sono registrati numeri in diminuzione relativamente alla retinopatia diabetica, e questo è dovuto principalmente a due fattori: il buon controllo glicemico dei pazienti grazie ai farmaci e la prevenzione svolta proprio dagli oculisti attraverso le visite ai pazienti. Ora con l’uscita dai Lea della visita al fondo dell’occhio, si mette a rischio questo secondo importante baluardo, cioè la prevenzione. Per questo motivo come Fand chiediamo che si faccia, urgentemente, un passo indietro rispetto a questa eliminazione dissennata, e si ripristini questa condizione essenziale”.

INEVATIBILE L’AUMENTO DELLE COMPLICANZE OCULISTICHE

L’Organizzazione mondiale della sanità stima che i diabetici nel mondo siano 422 milioni, secondo l’Istat in Italia la prevalenza del diabete è stimata intorno al 5,3% della popolazione, ovvero oltre 3,2 milioni di persone. La prevalenza di retinopatia diabetica, invece, è del 20% dopo cinque anni di malattia, del 40-50% dopo 10 anni e di oltre 90% dopo 20 anni. “Questa malaugurata scelta – aggiunge la vice presidente Fand, Manuela Bertaggia – non potrà che tradursi nei prossimi anni in un forte aumento di complicanze oculistiche per i pazienti con diabete. Ma non solo: tutto questo non potrà che avere anche delle ripercussioni forti in termini di tenuta del sistema. La visita al fondo dell’occhio ha dimostrato di essere un caposaldo anche su questo fronte. È fondamentale puntare sulla prevenzione, che non va intesa come mera spesa, ma come investimento che, consentendo di risparmiare nel medio-lungo periodo, promuove fattivamente la sostenibilità del Sistema Sanitario”.

LA RETINOPATIA DIABETICA

La retinopatia diabetica è una grave complicanza del diabete: colpisce la retina e, in età lavorativa, è la prima causa d’ipovisione e cecità nei Paesi sviluppati. Per fortuna, così come spiegato dagli esperti dell’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità-IAPB Italia onlus, sulla pagina web dedicata alla patologia “i danni alla retina sono generalmente evitabili controllando bene il diabete. In particolare, è stato dimostrato che un attento controllo della pressione arteriosa in chi ha il diabete di tipo 2 riduce il rischio di malattia micro-vascolare del 37%, il tasso di progressione della retinopatia diabetica del 34% e il rischio di peggioramento dell’acuità visiva del 47%”. L’IAPB sottolinea come per la diagnosi della retinopatia diabetica sia necessaria l’osservazione del fondo oculare (oftalmoscopia diretta e indiretta), “un momento essenziale nella visita della persona con diabete mellito”, dicono gli specialisti. Visita che senza il passo indietro chiesto da Fand dovrà essere pagata direttamente dal paziente.

LA SALUTE DEGLI OCCHI SEMPRE SOTTO CONTROLLO

“In seguito alla diagnosi di diabete è vivamente consigliabile prenotare tempestivamente una visita oculistica, in modo da valutare le condizioni visive e lo stato della retina. Sarà poi l’oculista a indicare la data più opportuna per la visita successiva e potrà adottare la terapia più idonea ed efficace. È ovviamente importante farsi seguire anche da un diabetologo”, spiega ancora IAPB Italia onlus. Le linee-guida SID (Società Italiana di Diabetologia) e AMD (Associazione Medici Diabetologi) raccomandano intervalli di screening ogni due anni se la retinopatia è assente all’ultimo controllo, un anno se lieve, sei mesi o direttamente invio a consulenza se si riscontra retinopatia moderata o più grave. Soprattutto se si soffre il diabete di tipo 1 può essere opportuno controllare il fondo oculare almeno una volta l’anno. Raccomandazioni condivise a livello internazionale, tanto che il New England Journal of Medicine scrive: “Per i pazienti che hanno da cinque anni il diabete di tipo 1 le attuali raccomandazioni riguardo allo screening della retinopatia diabetica comprendono esami retinici annuali con dilatazione della pupilla per diagnosticare una retinopatia proliferante oppure un edema maculare clinicamente significativo; entrambi i casi richiedono un intervento tempestivo per preservare la vista”.

 

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