Una campagna fotografica per scardinare un modello estetico pericoloso da emulare.

Non sono una vittima della moda, “I’m not a fashion victim”. Con uno slogan diretto e una campagna fotografica provocatoria (nude look, ma infinitamente più casta e pulita di un qualsiasi varietà televisivo di prima serata) sei bellissime indossatrici hanno lanciato una iniziativa (“Curvy can-Insieme si può fare”, che riecheggia il motto di Barack Obama “Yes, we can”) contro l’anoressia e la bulimia e contro il modello che identifica nella magrezza estrema l’ideale di bellezza femminile.

Sono Mjriam Bon, Marina Ferrari, Aija Barzdina, Eleonora Finazzer, Elisa D’Ospina, Valentina Fogliani e hanno età comprese tra i 19 e i 34 anni: hanno in comune il fatto di essere “plus size”-cioè di taglia normale 46-48, diremmo noi- lontane da quella taglia zero (38), pericolosamente filiforme, che troppi stilisti prediligono e che per molte ragazze diventa simbolo da emulare.

Colpite dal dilagare dell’anoressia patologica e insofferenti di un modello estetico imposto (che alcune di loro hanno dovuto per un certo tempo rispettare, non senza malessere, nel corso della loro attività professionale), hanno sentito il bisogno di fare qualcosa. Hanno deciso di mandare un messaggio chiaro, attraverso le foto, un cortometraggio, un gruppo Facebook, altre iniziative in cantiere nelle scuole e on line: ragazze, non torturate il vostro corpo, non fatevi del male per omologarvi a un modello imposto, la bellezza nasce da dentro e dalla valorizzazione delle caratteristiche che rendono unica ciascuna persona. Nel loro impegno sono appoggiate dall’associazione onlus Jonas, di cui parliamo nell’articolo in queste pagine.

“Noi non siamo contro il sistema moda -spiega Mjriam Bon- Del resto, è l’ambiente in cui lavoriamo e viviamo e sappiamo bene che a spingere tante ragazze verso l’anoressia e la bulimia ci possono essere cause psicologiche profonde, l’influenza della televisione, relazioni difficili in famiglia eccetera. Ma la moda ha le sue responsabilità se tanti stilisti cercano ragazze sempre più magre, con misure che pochissime donne potrebbero avere e che è pericoloso voler imitare.”
E continua:

Si può essere anche modelle senza sofferenze, senza rinunciare a essere sé stesse e vivendo in pace con il proprio corpo: con il nostro esempio positivo vogliamo dimostrare che si può essere felici, accettandosi per come si è, senza inseguire falsi miti