In Italia, il diabete continua a essere una delle grandi questioni aperte della sanità pubblica. La Relazione al Parlamento 2024 sul diabete, appena pubblicata dal Ministero della Salute, restituisce l’immagine di una malattia in costante crescita, che oggi coinvolge oltre quattro milioni di persone – circa il 6% della popolazione – con un ulteriore milione e mezzo di casi non ancora diagnosticati. La diffusione del diabete non è omogenea: nel Mezzogiorno e nelle Isole la prevalenza raggiunge punte del 7-8%, mentre al Nord si ferma intorno al 5-6%. Le differenze rispecchiano anche le disuguaglianze sociali e i determinanti ambientali: sovrappeso, sedentarietà e condizioni economiche più fragili. Il diabete di tipo 2 rappresenta circa il 90% dei casi ed è strettamente connesso agli stili di vita. Secondo il sistema di sorveglianza PASSI, sette persone con diabete su dieci sono in eccesso di peso e quasi una su due non pratica alcuna attività fisica.
L’IMPATTO ECONOMICO E L’AVANZATA DEI NUOVI FARMACI
Il peso del diabete si misura anche nei bilanci del Servizio sanitario nazionale. Nel 2023 la spesa per i farmaci antidiabetici ha superato 1,4 miliardi di euro, con un incremento del 7,6% rispetto all’anno precedente. In termini di consumo, si parla di oltre 71 dosi definite giornaliere ogni mille abitanti, pari a più del 5% del totale nazionale. A trainare l’aumento sono le terapie innovative, sempre più diffuse nella pratica clinica. Gli agonisti del GLP-1, come semaglutide e dulaglutide, e le gliflozine, indicate anche per la protezione cardiovascolare e renale, registrano i tassi di crescita più elevati.
Restano tuttavia essenziali i farmaci più “storici”: la metformina si conferma la base della terapia, stabile nel tempo e con costi contenuti, mentre le insuline, pur restando fondamentali in molte forme di diabete, mostrano un calo nei consumi e nella spesa grazie all’introduzione di alternative più efficaci e accessibili.
ADERENZA E DISUGUAGLIANZE: LE DUE GRANDI CRITICITÀ
Accanto alla crescita delle terapie, la Relazione segnala due problemi ancora irrisolti: la disomogeneità territoriale e la scarsa aderenza alle cure. Nel Sud e nelle Isole, dove il diabete è più diffuso, l’uso dei farmaci antidiabetici raggiunge il 7,7% della popolazione, contro il 5,5% del Nord. Anche la persistenza in terapia è più bassa: meno di un paziente su due prosegue il trattamento dopo un anno. Le ragioni sono molteplici: effetti collaterali, politerapia, difficoltà di accesso ai servizi, ma anche la mancanza di un dialogo costante tra medico e paziente. Le donne risultano meno aderenti degli uomini e le differenze territoriali si confermano ampie.
IL FUTURO DELL’ASSISTENZA DIABETOLOGICA
Il Ministero indica una direzione chiara: rafforzare la rete territoriale e favorire un approccio multidisciplinare alla cura del diabete. Il DM 77, con la riorganizzazione dell’assistenza di prossimità, e gli investimenti previsti dal PNRR offrono un’occasione concreta per migliorare la gestione della cronicità. L’obiettivo è creare un sistema capace di accompagnare la persona con diabete lungo tutto il percorso di cura, attraverso centri diabetologici integrati, case della comunità, farmacie dei servizi e un Fascicolo Sanitario Elettronico pienamente interoperabile. Una rete in grado di garantire continuità assistenziale, appropriatezza prescrittiva e personalizzazione delle cure, riducendo le disuguaglianze regionali e migliorando la qualità di vita.
PREVENZIONE E STILI DI VITA: LA CHIAVE PER INVERTIRE LA ROTTA
La relazione ministeriale ribadisce un concetto che la comunità scientifica conosce bene: non si può vincere la battaglia contro il diabete solo con i farmaci. Occorre intervenire prima, promuovendo educazione sanitaria, alimentazione equilibrata, movimento quotidiano e prevenzione attiva. Solo un’azione coordinata, che unisca innovazione terapeutica e responsabilità sociale, potrà contenere la crescita della malattia e garantire cure sostenibili per tutti. Il diabete, sottolinea il rapporto, non è una condizione individuale, ma un tema collettivo che riguarda l’intero sistema salute: una sfida da affrontare insieme, con politiche lungimiranti e investimenti stabili.
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