Secondo un documento congiunto di Ada ed Easd, il farmaco di prima linea resta la metformina, ad eccezione di specifiche controindicazioni.

L’American diabetes association (Ada) e la European association for the study of diabetes (Easd), a parziale modifica di precedenti dichiarazioni, hanno pubblicato nuove linee guida per il trattamento dell’iperglicemia nel diabete di tipo 2 (Inzucchi SE et al., Diabetes Care 2012; 35, – 1364-1379).

Oggi, a differenza del passato, possiamo disporre di un consistente numero di classi di farmaci ipoglicemizzanti, ciascuno con specifiche proprietà e vari effetti collaterali, ma non disponiamo in realtà di validi studi comparativi. Si è perciò giustamente ritenuto che nella scelta del trattamento terapeutico si dovesse tenere nella massima considerazione, accanto ai meccanismi di azione e alla tollerabilità dei singoli farmaci, le caratteristiche cliniche di ciascun paziente in termini di età, attesa di vita, durata della malattia, gravità del disordine metabolico, complicanze cardiovascolari e microangiopatiche e di comorbidità di varia natura.

Fermo restando che l’attenzione alla dieta, all’esercizio fisico e all’educazione rimangono la base di ogni schema di trattamento, il farmaco di prima linea da usare, in assenza di specifiche controindicazioni, rimane la metformina. Dopo la metformina, non vi sono specifiche indicazioni sull’uso aggiuntivo di un farmaco piuttosto che di un altro in schemi terapeutici più complessi. Infine, molti pazienti avranno bisogno di ricorrere all’insulina da sola o in combinazione con agenti orali. In ogni caso, la terapia dovrà essere concordata con il paziente valutando le sue necessità e le sue preferenze. Non meno importante del controllo della glicemia sarà infine la neutralizzazione di tutti i fattori di rischio cardiovascolari.

(PB)