Avere diabete e stress da Covid insieme significa un problema ulteriore per una persona diabetica e può rendere necessario un aiuto psicologico da parte di un esperto. Per questo Sid e Amd hanno varato un progetto di sostegno gratuito attraverso il quale psicologi esperti in diabetologia si mettono a disposizione per offrire consulenze a chi sta affrontando questa particolare difficoltà.

Sid e Amd hanno lanciato una iniziativa di aiuto psicologico per persone con diabete e operatori sanitari di diabetologia per affrontare lo stress da Covid: una task force di psicologi specializzati a disposizione per consulenze gratuite.

L’ansia e la paura determinate dall’arrivo del Coronavirus si sono sommate alle preesistenti problematiche individuali un po’ per tutti, creando incertezza e preoccupazioni per la propria salute, ma non soltanto (si pensi al tema cruciale del lavoro o al senso di isolamento imposto dalle varie misure restrittive decise dalle autorità competenti).

Per chi ha il diabete, questa pesante crisi generale creata dalla pandemia può avere negative conseguenze psicologiche che possono interferire anche nell’aderenza alla terapia e portare la persona a non rispettare correttamente i propri piani di cura.

Come spiegano i promotori, “le persone che convivono con il diabete si collocano tra le categorie sociali più a rischio per l’impatto che i cambiamenti richiesti possono avere sulle capacità di autogestione e quindi si può verificare un aumento della percezione del rischio e maggiori difficoltà nell’adherence terapeutica”.

Ma la questione “diabete e stress da Covid” non riguarda solamente i pazienti, ma anche gli operatori sanitari, la cui attività quotidiana è stata trasformata e alterata non solo dal rischio del contagio, ma anche da inaspettati e rapidi cambiamenti intervenuti sul lavoro e sulle sue modalità, mansioni e pratiche. Lo sportello psicologico aperto da Sid e Amd è infatti a disposizione sia delle persone con diabete sia degli operatori sanitari.

Il contributo della psicologia dedicata alla diabetologia

“In questo scenario -si sottolinea nella presentazione del progetto- la psicologia, e in particolare quella dedicata alla diabetologia, è in grado di fornire un contributo sostanziale, attraverso interventi mirati che tengano conto sia del contesto attuale sociale, sia dell’esperienza maturata in questo specifico settore”.
Come spiegano le due società scientifiche in un comunicato congiunto, l’iniziativa si propone di “fornire supporto psicologico alle persone con diabete, che possono sperimentare condizioni di disagio tali da pregiudicare l’aderenza alle terapie. Ed essere al fianco dei tanti colleghi diabetologi che hanno visto completamente cambiato il proprio assetto lavorativo, rischiando di sviluppare vissuti di tipo ansioso e stress”.

Responsabili del progetto sono: Mariano Agrusta, coordinatore del Gruppo Amd “Psicologia e Diabete”;  Liliana Indelicato, coordinatrice del Gruppo di lavoro “Sid Psicologia e Diabete”; Mara Lastretti, consulente esterna del Gruppo Amd “Psicologia e Diabete”.

Lo sportello di aiuto psicologico offre la possibilità di un consulto gratuito on line, mediante Skype, videochiamata di WhatsApp, o con una semplice telefonata. Sui siti di Sid e Amd l’elenco degli psicologi disponibili.

Lo sportello (“Parlo di me con te – In linea con lo psicologo per la diabetologia ai tempi del Covid-19”) offre la possibilità di un consulto gratuito on line, mediante Skype, videochiamata di WhatsApp, o con una semplice telefonata. Sui siti internet di Sid e Amd si trova un elenco degli psicologi (con un breve profilo, regione di appartenenza, contatto e-mail e numero di telefono) disponibili a dare una consulenza gratuita. I pazienti e gli operatori sanitari interessati a usufruire del servizio, potranno contattare uno degli specialisti presenti nella lista per fissare un appuntamento e compilare il consenso informato.

La task force degli psicologi è preparata a “gestire il vissuto psicologico sia delle persone con diabete sia degli operatori sanitari, diabetologi, infermieri e dietisti durante questa emergenza sanitaria che potrebbe favorire problematiche legate a vissuti di tipo ansioso e legati alla gestione dello stress”.

Purrello (Sid): “Le persone con diabete sono tra le categorie più a rischio: l’alterazione della routine quotidiana può modificare in loro i comportamenti alla base di una buona autogestione e compromettere stili di vita sani. La task force di psicologi attivata grazie alla collaborazione tra Sid e Amd intende proprio supportare i pazienti che affrontano questa condizione di disagio”.

Spiega il presidente della Società italiana di diabetologia Francesco Purrello: “L’emergenza Covid-19 ha attivato emozioni di paura, solitudine e isolamento. Anche le abitudini imposte dalla cosiddetta ‘nuova normalità’ rendono necessario un processo di riadattamento, non sempre facile da attivare. Le persone con diabete sono tra le categorie più a rischio: l’alterazione della routine quotidiana può modificare in loro i comportamenti alla base di una buona autogestione e compromettere stili di vita sani. La task force di psicologi attivata grazie alla collaborazione tra Sid e Amd intende proprio supportare i pazienti che affrontano questa condizione di disagio”.

Di Bartolo (Amd): “Il servizio di supporto psicologico è aperto anche agli stessi diabetologi. Con il coronavirus, il diabetologo, così come tutti gli altri medici, si è trovato ad affrontare un’emergenza senza precedenti”. Molti diabetologi hanno “dovuto elaborare una trasformazione che richiede una grande compartecipazione sia di tipo cognitivo sia di tipo emotivo affettivo”.

Aggiunge Paolo Di Bartolo, presidente della Associazione medici diabetologi: “Il servizio di supporto psicologico è aperto anche agli stessi diabetologi. Con il coronavirus, il diabetologo, così come tutti gli altri medici, si è trovato ad affrontare un’emergenza senza precedenti, contro un nemico invisibile che ha colto tutti di sorpresa. Molti colleghi da diabetologi ospedalieri si sono ritrovati ‘catapultati’ in prima linea, per un doveroso rinforzo alle forze in campo, con un repentino cambiamento di setting lavorativo che li ha posti in una situazione di ristrutturazione del proprio operato. Hanno insomma dovuto elaborare una trasformazione che richiede una grande compartecipazione sia di tipo cognitivo sia di tipo emotivo affettivo”.