Una persona diabetica su tre non sa di avere il diabete e quindi non si cura, rischiando che silenziosamente si sviluppino complicanze severe, che possono colpire occhi, reni, cuore, sistema nervoso. Quello del diabete nascosto (tipo 2) non è un problema nuovo, ma è ancora purtroppo lì, aperto in tutta la sua gravità. Ce lo ricorda in questi giorni Diabete Italia, in occasione del recente World diabetes day 2020, raccomandando a tutti di non dimenticare che questa patologia rimane presente e seria anche se ora l’attenzione generale è rivolta al Coronavirus.

Una persona diabetica su tre non sa di avere il diabete e quindi non si cura, rischiando di sviluppare gravi complicanze e di scoprire la patologia soltanto quando danni seri sono già presenti. Ma altrettanto allarmante è la mancata aderenza terapeutica da parte delle persone con diabete diagnosticato che non osservano correttamente la terapia prescritta.

Non bisogna mettere il diabete in secondo piano, ammonisce Diabete Italia, perché, a causa di un diabete trascurato o ignorato, in Italia muore una persona ogni venti minuti. E spesso questo succede perché per anni un diabetico di tipo 2 asintomatico non sa di avere il diabete, non va dal medico, non si controlla e finisce per scoprire la patologia quando sono già presenti danni importanti a organi fondamentali. Complicanze che invece si possono prevenire con terapie tempestive e adeguate e buon controllo della glicemia.

Altrettanto essenziale –dice Diabete Italia- è che chi invece ha il diabete e lo sa sia ben seguito da un team diabetologico interdisciplinare completo e che ne segua con scrupolo prescrizioni, raccomandazioni e consigli: “Compatibilmente con la situazione contingente, è importante che il paziente diabetico continui a controllare la glicemia, continui ad aderire alla terapia e a fare attività fisica e a perseguire le norme alimentari”. Sembra un’ovvietà ma non lo è, perché sappiamo da varie indagini anche recenti (vedi qui) che l’aderenza terapeutica da parte di chi ha il diabete non è ottimale in un’alta percentuale di popolazione: con il risultato che, pur sapendo di essere diabetici, ci si espone al medesimo rischio di chi non si cura perché non sa di avere il diabete.

Un buon controllo glicemico protegge dalle complicanze del diabete

Diabete Italia, con il supporto della direzione scientifica di Motore Sanità (sulla base di fonti Amd, Sid, Istat, Ricerca e Diabete, Italian Diabetes & Obesity Barometer), ha riepilogato alcuni dati significativi sull’importanza di una diagnosi tempestiva e corretta e di una successiva adeguata assistenza e cura del paziente da parte del team diabetologico, perché un buon controllo glicemico protegge dalle complicanze del diabete.

Al contrario, quando queste condizioni mancano e il buon controllo glicemico non c’è, i dati sono quelli che sono indicati qui sotto:

  • ogni 7 minuti una persona con diabete ha un attacco cardiaco
  • ogni 30 minuti una persona con diabete ha un ictus
  • ogni 90 minuti una persona subisce un’amputazione a causa del diabete
  • ogni 3 ore una persona entra in dialisi
  • il 15% delle persone con diabete ha una coronaropatia
  • il 38% delle persone con diabete ha insufficienza renale (che può portare alla dialisi)
  • il 22% delle persone con diabete ha retinopatia
  • il 3% delle persone con diabete ha problemi agli arti inferiori e ai piedi
  • 7-8 anni è la riduzione della aspettativa di vita nella persona con diabete non in controllo glicemico
  • il 60% almeno della mortalità per malattie cardiovascolari è associata al diabete

Un appello alle istituzioni e alla politica: investire nella salute delle persone con diabete.

I moniti di Diabete Italia non sono però diretti soltanto alle persone con diabete e alla popolazione, ma anche, e non meno, alle istituzioni e alla politica, che devono creare le condizioni contestuali per garantire assistenza, cura, informazione ed educazione sanitaria in modo efficace a tutti. Cosa che non è ancora pienamente realizzata.

Nel comunicato stampa a chiusura della Giornata mondiale del diabete 2020, si ricorda infatti che “un piano efficace e pieno di contenuti concreti è stato strutturato già nel 2012: era il “Piano Nazionale sulla malattia diabetica”, costruito sulle indicazioni della Commissione nazionale diabete. Il compito delle Regioni era quello di recepirlo, traducendolo in documenti regionali, ma soprattutto di applicarlo. Ma questa fase realizzativa che dura da 8 anni, non è ancora arrivata a conclusione nella maggior parte delle Regioni, in alcune probabilmente parzialmente iniziata”.

“Forse è ora di smettere di deliberare, scrivere progetti/piani/recepimenti che sembrano quasi diventare un alibi per dire “ho fatto” -reclama Diabete Italia- Forse è il momento di realizzare e investire nella salute delle persone malate di diabete: lavoriamo tutti insieme su questo”.

Diabete Italia è una onlus nata nel 2002, che raggruppa varie realtà del mondo del diabete in Italia. I suoi soci sono società scientifiche e associazioni dei pazienti che rappresentano specialisti diabetologi per l’adulto, specialisti diabetologi pediatrici, medici di medicina generale, infermieri, genitori di minori con diabete, atleti con diabete e persone con diabete di ogni età. Oggi è presieduta da Stefano Nervo. Per saperne di più, potete visitare il sito.