Il trapianto di pancreas, in persone con diabete di tipo 1, può avere anche effetti protettivi rispetto al rischio di fratture, evento frequente nei diabetici, che soffrono spesso di fragilità ossea. È quanto suggerisce uno studio condotto da ricercatori della Sid, presentato quest’anno al congresso della Easd (European association for the study of diabetes) a Barcellona.

Spiega uno degli autori della ricerca, il professor Antonio Secchi dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano: “Questo lavoro conferma l’elevato rischio di frattura nelle persone con diabete di tipo 1. Il trapianto di pancreas potrebbe avere un effetto positivo sulla salute dell’osso, in particolare sul rischio di fratture vertebrali. Infatti, nonostante l’elevato numero di pazienti con fratture vertebrali al momento del trapianto (un fattore di rischio per lo sviluppo di altre fratture di questo tipo), sono pochi quelli ai quali ne è stata diagnosticata un’altra, dopo il trapianto”.

Secondo uno studio Sid, il trapianto di pancreas in soggetti con diabete tipo 1 può, oltre a ripristinare la fisiologica produzione di insulina, anche proteggere dal rischio di fratture, molto elevato nelle persone diabetiche.

Lo studio si intitola “Effect of type 1 diabetes remission on fracture risk”, “Effetti della remissione del diabete di tipo 1 sul rischio di fratture” (autori: C. Conte, S. Frara, S. Costantini, E. Falbo, C. Socci, P. Maffi, M. Scavini, A. Secchi – Irccs San Raffaele Scientific Institute, Milano, Italia; Vita&Salute San Raffaele Università, Milano: Epatocentro Ticino, Lugano, Svizzera; Diabetes Research Institute, Milano).

L’obiettivo dello studio, dice la la dottoressa Caterina Conte, dell’Ospedale San Raffaele di Milano, era “valutare se il ripristino della secrezione insulinica, mediante trapianto di pancreas, riduca il rischio di frattura nelle persone con diabete di tipo 1 e normale funzione renale”.

È noto che chi ha il diabete di tipo 1 è esposto a più elevato rischio di fratture e che la carenza di insulina sia una causa importante della fragilità ossea del soggetto. I ricercatori si sono chiesti se il trapianto di pancreas, che consente di ripristinare la fisiologica produzione di insulina, sia anche in grado di diminuire la vulnerabilità delle ossa e il pericolo di fratture. 

Sono stati così messi sotto osservazione i dati relativi alle persone con diabete di tipo 1 sottoposte a trapianto di pancreas presso l’Irccs Ospedale San Raffaele di Milano dal 2004 al 2017, “registrando le fratture riportate nella documentazione clinica e dai pazienti stessi, e visionando le radiografie del torace per individuare eventuali fratture vertebrali”.

Su 38 persone esaminate è risultato che 17 avevano avuto almeno una frattura (qualsiasi frattura, tranne cranio, mani, piedi o vertebre) e di questi solo 4 si erano fratturati dopo il trapianto di pancreas. Le fratture vertebrali sono state diagnosticate in 13 pazienti al momento del trapianto, e a solo 3 di loro è stata diagnosticata una ulteriore nuova frattura dopo il trapianto.

Caterina Conte (San Raffaele di Milano): “È possibile che il ripristino della fisiologica produzione di insulina mediante trapianto di pancreas riduca la fragilità ossea e il rischio di fratture nelle persone con diabete di tipo 1″

Sulla base di queste rilevazioni, commenta Conte, “è possibile dunque che il ripristino della fisiologica produzione di insulina mediante trapianto di pancreas riduca la fragilità ossea e il rischio di fratture nelle persone con diabete di tipo 1“.

“Prima della nostra ricerca -prosegue Conte- solo un altro studio aveva valutato l’effetto del ripristino della secrezione insulinica sul rischio di frattura, confrontando il trapianto di rene-pancreas con quello di solo rene in persone con diabete di tipo 1; lo studio aveva evidenziato un minor rischio di frattura nelle persone con trapianto di rene-pancreas, rispetto al trapianto di solo rene. Tuttavia, le persone sottoposte a trapianto di rene o rene-pancreas, oltre al diabete, sono affette da insufficienza renale, che di per sé è causa di fragilità ossea. Con il nostro studio abbiamo valutato in maniera più precisa e per la prima volta l’effetto della guarigione dal diabete mediante trapianto di pancreas sul rischio di frattura”.

Lo studio porta dunque un potenziale ulteriore punto a favore del trapianto di pancreas per persone diabetiche, una possibilità terapeutica importante, che però è ancora indicata per un numero limitato di pazienti, selezionati in base a specifici parametri e caratteristiche.

Secondo gli “Standard di cura del diabete mellito” elaborati dalla Società italiana di diabetologia (Sid) e dalla Associazione medici diabetologi (Amd), i trapianti di pancreas e di isole pancreatiche rappresentano un’opzione importante nella gestione di alcuni pazienti con diabete di tipo 1 (e in qualche caso di tipo 2), ma bisogna valutare sempre rigorosamente “indicazioni, controindicazioni e consenso del singolo paziente”. Se oggi i trapianti sono consigliabili soltanto in alcuni casi, con il miglioramento dei risultati a lungo termine “è verosimile attendersi che le indicazioni per tali procedure si espanderanno nel prossimo futuro”.

Di trapianto e diabete abbiamo parlato più approfonditamente qui.