Della correlazione tra diabete tipo 2 e rischio cardiovascolare nel mondo troppi pazienti sono poco o per niente informati. E questo è un male perché le patologie cardiovascolari sono in assoluto tra le principali cause di invalidità e morte nelle persone con diabete di tipo 2, per le quali l’eventualità di un infarto o di un’altra cardiopatia è da due a quattro volte più alta rispetto a un soggetto non diabetico.

Lo dimostra un’indagine promossa dalla autorevole organizzazione internazionale Idf (International diabetes federation, che coinvolge 230 associazioni di diabetici e diabetologi di 165 Paesi del mondo) nell’ambito della campagna di prevenzione e informazione “Taking diabetes to heart”.

Lo studio, sviluppato da Idf con la partnership di Novo Nordisk, intende fare il punto sulla conoscenza e la consapevolezza della popolazione con diabete di tipo 2 a proposito delle malattie cardiovascolari. Si tratta dunque di raccogliere il più ampio e significativo materiale possibile per definire un programma di azioni da proporre alle autorità politiche e sanitarie dei Paesi del mondo con l’obiettivo di ridurre l’impatto di queste patologie tra le persone con diabete, ma in prospettiva anche nella popolazione generale.

Idf ricorda che attualmente nel mondo vi sono 425 milioni di adulti diabetici, la maggior parte con diabete di tipo 2, e ribadisce che le patologie cardiovascolari (che comprendono infarto, malattie coronariche, ictus, arteriopatia periferica) sono la principale causa di invalidità e morte nelle persone con diabete di tipo 2, soprattutto nelle fasce di popolazione a reddito medio e basso. Idf sottolinea la gravità del fenomeno rilevando che la tendenza negativa è accelerata da globalizzazione, urbanizzazione rapida e non pianificata, stili di vita sempre più sedentari.

La ricerca si basa su un questionario anonimo, disponibile in diverse lingue (italiano compreso) sul sito di Idf fino a marzo 2018, destinato a persone con diabete di tipo 2. Le domande sono numerose e molto dettagliate, con un ampio arco di risposte possibili, ma, secondo Idf, data la semplicità e chiarezza dei quesiti, per completarle bastano dieci minuti al massimo. Lo potete trovare qui.

In attesa di completare la raccolta di dati, Idf ha ritenuto utile cominciare a diffondere i primi risultati disponibili dell’inchiesta “Taking diabetes to heart” e lo ha fatto nel proprio congresso ad Abu Dhabi (Emirati arabi uniti), lo scorso dicembre.

Secondo i dati raccolti da Idf, il rischio di patologie cardiovascolari è sottovalutato da molte persone con diabete: in troppi casi si riscontrano scarsa informazione e insufficiente dialogo tra medico e paziente.

Sono arrivate un migliaio di risposte da persone con diabete di tipo 2  di trentadue Paesi del mondo e l’esito è già rilevante: si riscontra infatti una bassa consapevolezza dei rischi di malattie cardiovascolari legati al diabete e uno scarso dialogo sull’argomento tra pazienti e medici e operatori sanitari.

Infatti, emerge che tra i diabetici di tipo 2 che hanno risposto al questionario:

  • 1 su 3 considera il proprio rischio di malattia cardiovascolare basso
  • il 26% non ha mai sentito parlare di patologie cardiovascolari o ricevuto informazioni sull’argomento anche a distanza di parecchi anni dalla diagnosi di diabete di tipo 2
  • 1 su 6 non ha mai discusso del suo diabete e del rischio cardiovascolare con medici e operatori sanitari

 

Secondo Idf, questi risultati rimarcano l’importanza di accrescere la consapevolezza della correlazione tra diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari al fine di promuovere la prevenzione, la diagnosi tempestiva, il trattamento appropriato. Commenta il diabetologo indiano Shaukat Sadikot, presidente uscente dell’Idf (a cui è da poco subentrato il coreano Nam Cho):  “In una situazione in cui tutto il mondo fronteggia un aumento della prevalenza del diabete di tipo 2 comprendere meglio il nesso tra queste condizioni è più necessario che mai”.

La campagna “Taking diabetes to heart” mira a raccogliere elementi sugli attuali limiti nell’educazione e nell’informazione sul rischio di malattie cardiovascolari nei diabetici di tipo 2 per poter promuovere una maggiore conoscenza e coscienza del problema e suggerire alle autorità e ai sistemi sanitari nazionali iniziative e strategie che aiutino a migliorare la salute e il benessere delle persone.

In particolare, i risultati dell’indagine saranno usati per informare la politica e i decisori su queste diffuse e gravi complicanze del diabete e lo studio culminerà in un rapporto riassuntivo con risultati specifici relativi a ogni Paese e un quadro delle risorse utilizzabili e delle misure fattibili in questo campo, in generale nel mondo e  in particolare in singoli Stati.

Di diabete e rischio cardiovascolare abbiamo parlato anche qui.