Oggi, diagnosi e terapia del diabete vengono formulati sulla base della concentrazione di emoglobina glicata.
I processi di glicazione hanno una valenza negativa, legati come sono al danno metabolico e vascolare. Non possiamo tuttavia non ricordare che dalla loro conoscenza abbiamo tratto un grande profitto nell’affinare la nostra tecnica di controllo del diabete.
Il processo di glicazione interessa anche le proteine circolanti, come l’emoglobina contenuta nei globuli rossi, una proteina a breve emivita, perché legata alla sopravvivenza dei globuli rossi, notoriamente di soli 120 giorni. Con la sua componente glicata (A1c), l’emoglobina racchiude la memoria della esposizione pregressa della molecola proteica alla concentrazione di glucosio.
È stato così possibile utilizzare il dosaggio dell’emoglobina glicata come parametro di controllo metabolico, meglio riassuntivo del compenso medio rispetto al dosaggio puntiforme della glicemia, poiché questo è soggetto ad ampie oscillazioni nella giornata e tra giorni diversi, mentre l’emoglobina glicata esprime, con un solo numero, la glicemia media dei precedenti due mesi.
Oggi la terapia del diabete viene mirata al conseguimento di valori di emoglobina glicata inferiori al 7% e la stessa diagnosi di diabete e di prediabete può essere formulata sulla base della concentrazione di emoglobina glicata. La condizione di prediabete è infatti definita da valori di emoglobina glicata compresi fra 5,7 e 6,4% mentre sono diagnostici di diabete valori eguali o superiori al 6,4%.