La Fand Associazione italiana diabetici contesta la possibilità di detrarre dalle imposte le spese per alimenti speciali per il diabete, proposta in Parlamento da un emendamento presentato da Alternativa popolare durante la discussione sul decreto fiscale collegato alla manovra economica e approvata dalla Commissione Bilancio del Senato.
Secondo la storica associazione di volontariato italiana, questa iniziativa è inutile e sotto alcuni aspetti anche dannosa e non rappresenta una risposta ai reali bisogni delle persone con diabete.
Dichiara innanzitutto la Fand: le persone con diabete “non hanno bisogno di detrarre dalle imposte le spese per alimenti speciali. Sono interessate a ben altro”. Come afferma il presidente dell’Associazione Albino Bottazzo, “non ci interessa questa assurda detrazione, ma ci interessa che sia applicata la Legge 115 del 1987, di cui ricorre il trentennale. Ci interessa che tutte le persone con diabete ricevano le cure specialistiche e che quindi siano rafforzati e non smantellati i centri di diabetologia, che ci sia immediato accesso alle nuove opportunità di diagnosi, monitoraggio e cura, che siano rese esenti da ticket tutte le prestazioni essenziali, che siano messe a disposizione le calzature per prevenire e curare il piede diabetico”.
Si intende generalmente per “alimenti speciali per il diabete” quel tipo di cibi a base di carboidrati (come pasta, pane, dolci) che contengono una quantità complessiva di glucidi inferiore a quella dei loro corrispondenti “normali” e nei quali la dolcificazione non è data dal glucosio, ma dall’utilizzo di sostanze edulcoranti diverse. L’emendamento approvato prevede una detrazione fiscale del 19% per le spese per alimenti speciali fatte nel 2017 e nel 2018.
Ma perché l’Associazione è decisamente contraria a questa misura (riguardante anche altri “alimenti a fini medici speciali”), che, a ogni modo, sembrerebbe voler venire incontro a un’esigenza dei pazienti? In un lungo comunicato stampa la Fand spiega che questa “apparente agevolazione” è a suo giudizio “fuorviante dal punto di vista educazionale e determina uno spreco di risorse da parte di chi compra questi alimenti speciali e da parte dello Stato, che rinuncia a entrate fiscali senza alcuna motivazione valida”.
Fand: “Non c’è alcuna raccomandazione a usare alimenti speciali per il diabete da parte delle società scientifiche della diabetologia. Le persone con diabete dovrebbero mangiare come quelle senza il diabete, seguendo le regole auree della dieta mediterranea”.
Entrando più nel merito della questione la Fand afferma che “non c’è alcuna raccomandazione a usare “alimenti speciali” per il diabete da parte delle società scientifiche della diabetologia e infatti negli ambulatori dove si curano le persone con diabete vengono prescritte diete che contemplano “alimenti normali” e idealmente “a chilometro zero”. Le persone con diabete dovrebbero mangiare come quelle senza il diabete, seguendo le regole auree della dieta mediterranea: cereali (meglio se integrali), legumi, ortaggi, frutta, pesce, carne. Non c’è nulla di vietato alle persone con diabete (a parte le bevande con zucchero), neppure la fetta di torta alla domenica, ma tutto andrebbe consumato con buon senso, recuperando quel sano rapporto col cibo che c’era cinquant’anni fa. Sono la quantità degli alimenti e il numero delle volte che nella giornata si introduce cibo che creano problemi, non questo o quell’alimento. È scientificamente provato che per la cura del diabete non esistono “alimenti speciali”. Qualcuno li produce, qualcuno li vende, qualcuno li compra, ma non c’è alcuna evidenza dei loro benefici. Concedere agevolazioni fiscali a chi consuma questi “alimenti speciali” è contrario alla scienza e alla logica clinica”.
Anche dal punto di vista economico la Fand boccia la misura, che non gioverebbe né al cittadino né alle casse dello Stato: “Il cittadino che decidesse di usare sempre “alimenti speciali” per il diabete, pur godendo della detrazione del 19%, spenderebbe ogni anno di più (da un minimo di 100 euro a un massimo di quasi 1000 euro). Gli “alimenti speciali” costano 2-3 volte di più di quelli “normali”. Lo Stato potrebbe subire un ridotto gettito fiscale di molti milioni di euro l’anno. Se tutte le persone con diabete (4 milioni in Italia) operassero detrazioni per 50 euro all’anno (basterebbe che comprassero pasta e biscotti “per diabetici” al posto di quelli “normali”) il mancato gettito sarebbe di 200 milioni all’anno. Una somma che, se messa a disposizione della cura del diabete, potrebbe tradursi in grandi benefici”. (La versione integrale del comunicato stampa può essere letta sul sito della Fand, proprio recentemente completamente rinnovato).