Al 26° congresso nazionale della Sid (dal 4 al 7 maggio a Rimini) è stato presentato il decalogo dei diabetologi italiani, dieci impegni sottoscritti insieme dalla Società italiana di diabetologia e dalla Associazione medici diabetologi al fine di contribuire a rendere sempre migliore l’assistenza e la cura del diabete in Italia e sempre più efficace la prevenzione delle complicanze.
I dieci impegni firmati dai diabetologi
I diabetologi italiani, consapevoli del loro importante ruolo nel garantire, nel rispetto delle normative vigenti, l’accesso all’innovazione in diabetologia e nel contenere la spesa per la cura delle persone con diabete, applicando pienamente la loro peculiarità clinica, specifica e non sostituibile con altri professionisti della salute, consci dell’impegno a perseguire una cura efficace nel prevenire le complicanze acute e croniche della malattia, ribadiscono il loro impegno a:
- Sollecitare la persona con diabete a una partecipazione attiva alla cura della malattia, affinché essa possa essere realmente protagonista di una gestione condivisa della cura e in grado di assumere decisioni e comportamenti appropriati (alimentazione, attività motoria, automonitoraggio glicemico, terapia, assunzione di farmaci orali e/o iniettabili, eccetera).
- Educare la persona con diabete a un automonitoraggio glicemico strutturato (frequenza e orario delle misurazioni, interpretazione dei dati, correzione terapeutica quando applicabile) ma personalizzato in funzione delle necessità cliniche, differenziando le prescrizioni di dispositivi per l’autocontrollo glicemico domiciliare in base al tipo di trattamento, secondo una logica di appropriatezza, e analizzare con scrupolo, congiuntamente, il diario glicemico, possibilmente sfruttando le opportunità offerte dalla moderna tecnologia, soprattutto quando i dati da condividere sono numerosi come nelle persone in trattamento insulinico multi-iniettivo o con microinfusore.
- Addestrare la persona con diabete in trattamento insulinico non solo a un’efficace aggiustamento della dose quando necessario, ma anche a un uso corretto delle penne per le iniezioni di insulina, al fine di evitare sprechi di farmaco con dosi test inappropriatamente elevate, garantendo nel contempo lo standard di sicurezza nella sua somministrazione.
- Istruire la persona con diabete in trattamento insulinico a una corretta tecnica iniettiva al fine di prevenire o risolvere prontamente il problema delle lipodistrofie con le possibili conseguenze che queste comportano dal punto di vista sia clinico (variabilità glicemica) sia economico (aumento del fabbisogno insulinico).
- Richiedere gli esami di laboratorio necessari alla diagnosi, al monitoraggio e alla cura, prestando massima attenzione alle esigenze cliniche individuali, nel rispetto delle linee guida e della specifica appropriatezza clinica.
- Prescrivere la terapia anti-iperglicemizzante che, a parità di efficacia e sicurezza, è meno costosa una volta che siano state attentamente considerate tutte le opzioni terapeutiche disponibili e valutando non solo il costo del farmaco ma anche quello dei dispositivi (aghi, lancette, strisce reattive) necessari e raccomandati nelle varie situazioni, verificandone periodicamente l’efficacia e la sicurezza al fine di intervenire tempestivamente in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi o di effetti avversi, evitando il fenomeno dell’inerzia terapeutica e interrompendo e sostituendo trattamenti costosi laddove essi si siano dimostrati privi di beneficio, al fine di liberare risorse utili per il bene comune.
- Prevenire quanto più possibile l’ipoglicemia, fenomeno totalmente riconducibile alla terapia farmacologica, sia con una scelta oculata fra le varie alternative terapeutiche sia con un’adeguata istruzione delle persone con diabete.
- Raccomandare alla persona con diabete la massima attenzione alla cura dei propri piedi ed esaminare sempre con scrupolo i piedi delle persone con diabete per identificare e possibilmente correggere le condizioni di rischio e per avviare tempestivamente alla cura le lesioni nelle fasi più precoci, al fine di prevenirne la progressione, riducendo così morbilità, disabilità e i relativi ingenti costi.
- Garantire, laddove richiesta, la massima disponibilità ad assistere le persone con diabete ricoverate in ospedale per altra patologia al fine di migliorare gli esiti, accorciare la degenza e contenere sensibilmente la spesa correlata.
- Perseguire in ogni circostanza la logica del team diabetologico (medico, infermiere, dietista, eccetera), eventualmente allargato ad altri specialisti (cardiologo, nefrologo, oculista, eccetera) quando necessario per garantire la corretta gestione multidimensionale e multidisciplinare della malattia e nel contempo collaborare coi medici di medicina generale per permettere la piena realizzazione della gestione integrata prevista dal “Piano nazionale della malattia diabetica”.
Sesti (Sid): “Un decalogo che consolida il ruolo insostituibile del diabetologo nella cura della malattia e rafforza l’alleanza terapeutica tra specialista, medico di famiglia, persona con diabete e team diabetologico”.
In occasione del congresso della Società italiana di diabetologia è stato sancito il passaggio delle consegne dal presidente uscente della Sid Enzo Bonora al presidente eletto Giorgio Sesti, che così commenta il manifesto congiunto dei diabetologi italiani: “Si tratta di una sorta di decalogo che da un lato consolida il ruolo insostituibile del diabetologo nella cura della malattia e dall’altro rafforza l’alleanza terapeutica tra specialista, medico di famiglia, persona con diabete e team diabetologico, con un attento sguardo all’appropriatezza prescrittiva e alla sostenibilità della spesa”.
Premio giornalistico Sid: vincono 4 donne
Nel corso del congresso della Sid, sono stati inoltre consegnati i premi ai vincitori del primo premio giornalistico “Sid-Diabete Ricerca 2016” (di cui avevamo parlato qui), un concorso istituito congiuntamente dall’Associazione Diabete Ricerca, dalla Fondazione Diabete Ricerca e dalla Società italiana di diabetologia con lo scopo di riconoscere e sollecitare la corretta divulgazione scientifica di tematiche riguardanti il diabete mellito. Il Premio 2016 è stato assegnato a quattro giornalisti:
- per la sezione “Carta stampata” a Elena Meli del Corriere della Sera
- per la sezione “Web e servizi on line” a Elvira Naselli de La Repubblica
- per la sezione “Agenzie di stampa” a Paola Olgiati dell’Agenzia Adn Kronos
- per la sezione “Radio e televisioni” a Manuela Lucchini di Rai TG 1
Il premio è stato assegnato da una giuria composta da due giornalisti -Maria Emilia Bonaccorso dell’Agenzia Ansa e da Luigi Ripamonti, responsabile delle pagine “Salute” del Corriere della Sera- e dai professori Enzo Bonora, Giorgio Sesti e Stefano Del Prato, membri dell’Ufficio di Presidenza della Società italiana di diabetologia.