Il diabete di tipo 1 non rallenta e il suo impatto globale è in crescita. Secondo le ultime stime presentate al congresso dell’Easd, nel 2025 saranno 9,5 milioni le persone con questa malattia, in aumento del 13 per cento rispetto al 2021, e le proiezioni indicano quasi 15 milioni di casi entro il 2040. Sono numeri che parlano non solo di crescita, ma anche di disuguaglianze drammatiche, perché una parte consistente dei pazienti resta invisibile: sono i cosiddetti “persone mancanti”, coloro che non hanno mai ricevuto una diagnosi o che sono morti prematuramente per mancanza di cure adeguate.
I DATI AGGIORNATI SULL’INCIDENZA
Lo studio, pubblicato su The Lancet Diabetes & Endocrinology, è stato condotto usando i dati del T1D Index e dell’International Diabetes Federation Atlas. Mostra che nel 2025 oltre mezzo milione di nuovi casi saranno diagnosticati, e che quasi la metà riguarderà bambini e adolescenti. La Finlandia, per esempio, registrerà l’incidenza più alta tra i bambini tra 0 e 14 anni. Ma ciò che colpisce di più è la distribuzione globale della malattia: più della metà delle persone con diabete di tipo 1 vive in dieci Paesi, tra cui Stati Uniti, India, Cina e Brasile, mentre in molti altri Paesi i dati sono ancora scarsi o assenti.
LE DISUGUAGLIANZE NELL’ACCESSO ALLE CURE
Il diabete di tipo 1 è una malattia autoimmune, che colpisce soprattutto giovani e bambini, e distrugge le cellule pancreatiche responsabili della produzione di insulina. Nonostante i progressi nella gestione quotidiana, dall’insulina ai sensori per il monitoraggio della glicemia, milioni di persone continuano a non avere accesso alle cure essenziali. Nei Paesi più ricchi, un bambino di dieci anni con diagnosi può avere davanti a sé decine di anni di vita, nei contesti più poveri, invece, la prospettiva può essere di pochi anni.
UN APPELLO PER IL FUTURO
Questo quadro mette in luce quanto sia urgente intervenire con politiche sanitarie efficaci, garantendo diagnosi precoci e accesso universale a insulina e tecnologie per la gestione della malattia. Ogni numero rappresenta una vita reale, spesso quella di un bambino o di un adolescente, che merita la stessa attenzione e gli stessi diritti di chi vive in un Paese con migliori risorse. La sfida è grande, ma non impossibile: migliorare la raccolta dei dati, rafforzare i sistemi sanitari e ridurre le disuguaglianze significa dare a milioni di persone con diabete di tipo 1 la possibilità di vivere pienamente la propria vita, senza che la malattia diventi una condanna.
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