L’Istituto Superiore di Sanità ha fotografato la situazione aggiornata del diabete in Italia attraverso il suo osservatorio di sorveglianza Passi (Progressi delle aziende sanitarie per la salute in Italia). Il primo dato da rilevare è che la diffusione della patologia nella popolazione rimane intorno al 5%, con un andamento, quindi, sostanzialmente stabile dal 2008 a oggi.

Passi, l’osservatorio di sorveglianza dell’Istituto Superiore di Sanità fa il punto sulla situazione del diabete in Italia, che oggi, in termini di patologia diagnosticata, riguarda il 5% della popolazione.

Vediamo dunque, in sintesi, i dati raccolti dal Sistema Passi nel biennio 2020-21, rimandando al sito web per approfondire l’argomento, qui. Si tenga presente che l’indicatore usato dal sistema non fa distinzione qui tra diabete di tipo 1 e diabete di tipo 2, ma che il secondo tipo rappresenta la grande maggioranza dei casi definiti di diabete: secondo il  Ministero della Salute, il 90% sono di tipo 2 contro il 10% di tipo 1.

  • Nel biennio 2020-2021, poco meno del 5% della popolazione adulta tra 18 e 69 anni ha riferito una diagnosi di diabete.
  • Il diabete è più frequente fra gli uomini che fra le donne: 5,1% contro 4,2%.
  • Colpisce di più le fasce di popolazione svantaggiate economicamente (l’8%) e culturalmente (il 16% tra chi ha baso grado di istruzione).
  • Tra chi ha un diabete diagnosticato, il 53% riferisce una diagnosi di ipertensione (contro il 18% fra le persone senza diagnosi di diabete); il 42% riferisce una diagnosi di ipercolesterolemia (18% fra chi non ha il diabete); l 70% dice di essere in eccesso ponderale (indice di massa corporea superiore o pari a 25) contro il 42% fra le persone senza diabete); il 47% è completamente sedentario (contro il 37% delle persone non diabetiche); il 21% fuma (lo fa il 25% di chi non ha diabete).
  • Le persone con diabete in sovrappeso solo nel 44% dei casi stanno seguendo una dieta.
  • Nove persone con diabete su dieci riferiscono di avere misurato la pressione arteriosa nell’ultimo anno.
  • Otto persone con diabete su dieci dichiarano di aver controllato il colesterolo negli ultimi 12 mesi.
  • Tra i diabetici ipertesi, l’89% è in trattamento farmacologico per la pressione arteriosa.
  • Circa il 68% dei diabetici ipercolesterolemici assume farmaci per il trattamento dell’ipercolesterolemia.
  • Il 32% dei pazienti diabetici riferisce di essere seguito esclusivamente dal centro diabetologico.
  • Il 31% dei pazienti è seguito soltanto dal proprio medico di medicina generale.
  • Il 32% è assistito sia dal medico di famiglia sia dallo specialista diabetologo.
  • Due su cento riferiscono di non essere seguiti da nessuno.
  • L’86% delle persone con diabete dichiara di essere in trattamento farmacologico, la gran parte (il 79%) è in cura con ipoglicemizzanti orali.
  • Circa un paziente su 4 ricorre alla terapia insulinica.

Emoglobina glicata: controlli non abbastanza frequenti e troppi pazienti che non sanno che cosa sia.

Un capitolo a parte, nella fotografia attuale del diabete in Italia, merita la questione della emoglobina glicata, un esame di laboatorio fondamentale per verificare l’andamento dell’equilibrio glicemico di una persona con diabete. Secondo Passi, i dati riscontrati non sono rassicuranti: i controlli non sono sufficienti e molti pazienti nemmeno conoscono l’esame.

Infatti, il 62% delle persone con diabete ha effettuato il controllo dell’emoglobina glicata nei 12 mesi precedenti l’intervista, ma meno di un paziente su tre (31%), fra quelli che conoscono il significato e l’importanza di questo esame, riferisce di aver controllato l’emoglobina glicata nei 4 mesi precedenti l’intervista.

Inoltre, una persona su 5 non sa che cosa sia l’emoglobina glicata o non ne conosce il significato.

Il rapporto Passi ricorda che “le più recenti indicazioni sulla valutazione del controllo glicemico suggeriscono il monitoraggio dell’emoglobina glicata non meno di 2 volte l’anno fra i pazienti diabetici con un controllo stabile della glicemia, e non meno di 4 volte l’anno nei pazienti con compenso precario o instabile o nei quali sia stata modificata la terapia”.

Al proposito, “il dato allarmante, già notato nel 2020, riguarda -secondo Passi- un significativo aumento della quota di diabetici che riferisce di non aver controllato l’emoglobina glicata o di averlo fatto da oltre un anno: questa quota sale dal 15% del 2019 al 25% nel 2020, restando al 22% nel 2021 senza tornare ai valori pre-pandemia e mettendo in luce così un impatto indiretto della pandemia anche nella gestione dei pazienti diabetici. È possibile infatti che l’emergenza sanitaria legata alla pandemia si sia tradotta in maggiori difficoltà di accesso ai servizi sanitari o abbia indotto le persone a rinunciare a fare i controlli”.

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