Qual è la giusta dieta per il diabete? Secondo i diabetologi, la corretta alimentazione per chi ha il diabete deve innanzitutto essere personalizzata secondo le caratteristiche specifiche della persona e della sua patologia, tenendo presenti i principi della dieta mediterranea.
I diabetologi italiani hanno infatti sempre sostenuto il valore del regime alimentare mediterraneo e lo hanno confermato anche recentemente. Per esempio, anche con la campagna sulla sana alimentazione lanciata dalla Sid durante l’ultima Giornata mondiale del diabete. La Società italiana di diabetologia ha ribadito che regimi nutrizionali da diversi anni piuttosto seguiti nella popolazione generale, come quello vegetariano e quello vegano, non sono altrettanto indicati per le persone con diabete di tipo 2 quanto la dieta mediterranea. Per quest’ultima -afferma la Sid- esistono studi che ne attestano la validità, per le altre diete non vi sono a oggi evidenze scientifiche.
Secondo la Sid, le evidenze scientifiche disponibili non consentono di valutare gli effetti a lungo termine delle diete vegetariana, vegana, chetogenica e paleolitica sul diabete di tipo 2 e le sue complicanze. Al contrario, la dieta mediterranea, è stata ampiamente studiata e ha dimostrato i suoi benefici sia sul controllo del diabete sia sul rischio cardiovascolare.
La Società italiana di diabetologia sottolinea che “le evidenze scientifiche disponibili non consentono di valutare gli effetti a lungo termine delle diete vegetariana, vegana, chetogenica e paleolitica sul diabete tipo 2 e le sue complicanze”. Al contrario, “la dieta mediterranea, basata sull’introito di alimenti ricchi di fibre, provenienti da ortaggi, frutta e cereali non raffinati e povera di grassi di origine animale, è stata ampiamente studiata, dimostrando i suoi benefici sia sul controllo del diabete sia sul rischio cardiovascolare”.
La dieta mediterranea è stata riconosciuta dall’Unesco (l’organizzazione delle Nazioni Unite dedicata all’educazione, alla scienza e alla cultura) come bene da inserire nel patrimonio immateriale dell’umanità.
La Sid fa inoltre notare che gli italiani si trovano in una posizione relativamente privilegiata da questo punto di vista, perché l’Italia è “patria della dieta mediterranea (patrimonio immateriale dell’umanità dell’Unesco – United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization, ndr)” e “scrigno di tesori gastronomici, grazie alla straordinaria varietà dei piatti delle cucine regionali”.
Ciò significa che un regime nutrizionale controllato, basato sui criteri della dieta mediterranea, non comporta pesanti privazioni e mortificazione del gusto, ma, anzi, permette di conciliare una alimentazione salutare con il piacere della buona tavola (alcuni esempi li potete trovare nella nostra rubrica delle ricette, cliccando qui).
Pensiamo alla pasta, uno dei simboli eccellenti della cucina italiana, tipicamente mediterraneo. Come esemplifica il professor Agostino Consoli, presidente eletto della Sid, “la pasta, nelle giuste quantità (e magari nella varietà ‘integrale’), non solo non deve essere bandita dalla tavola dei diabetici, ma deve esservi molto ben rappresentata”. Commenta ancora Consoli: ”L’aforisma ‘se è buono fa male’ è una…old fake news”.
L’importante è seguire alcune sagge regole generali e applicarle correttamente a seconda delle esigenze della singola persona diabetica. Riproponiamo allora qui di seguito alcune raccomandazioni diffuse dalla Sid per una buona alimentazione per le persone con diabete, basate sugli “Standard italiani per la cura del diabete mellito”, documento elaborato dalla Associazione medici diabetologi e dalla Società italiana di diabetologia.
La buona dieta per il diabete: alcuni principi generali
- La dieta ideale per la prevenzione e il trattamento delle persone con diabete prevede un’alimentazione ricca di fibre (da ortaggi, frutta, cereali non raffinati) e povera di grassi animali.
- Le fonti di carboidrati da preferire sono cereali integrali, frutta, legumi e vegetali; in generale, è preferibile evitare carboidrati a elevato indice glicemico (l’impiego di carboidrati a basso indice glicemico consente di migliorare il controllo della glicemia e riduce anche il rischio di ipoglicemie). Non esistono al momento evidenze per suggerire l’uso di diete a basso contenuto di carboidrati (diete “low carb”, < 130 g/al giorno) nelle persone con diabete che dovrebbero assumerne in quantità tale da garantire il 45-60% delle calorie giornaliere totali.
- Sebbene l’uso di saccarosio (il comune zucchero da cucina) e di altri zuccheri semplici non vada demonizzato, tuttavia è importante evitarne il consumo abituale, anche in un’ottica di controllo del peso.
- I dolcificanti acalorici sono sicuri se consumati in quantità moderate.
- In presenza di una funzione renale normale, le proteine dovrebbero fornire il 10-20% delle calorie introdotte giornalmente con la dieta. Le diete iperproteiche (> 20%) nelle persone con diabete andrebbero evitate per un possibile aumento del rischio cardiovascolare e di danno alla funzione renale sul lungo periodo.
- L’assunzione con la dieta di grassi saturi e di grassi trans andrebbe limitata al massimo; in generale, i grassi dietetici dovrebbero fornire il 20-35% dell’energia totale giornaliera, l’assunzione di colesterolo non dovrebbe superare i 300 mg al giorno.
- Inserire nella dieta pesce (meglio se azzurro) due volte la settimana fornisce un buon apporto di acidi grassi polinsaturi, utili e non nocivi.
- Un’introduzione moderata di alcol, fino a 10 grammi al giorno nella donna e 20 grammi al giorno nell’uomo è accettabile, tranne che nei soggetti obesi o con elevati valori di trigliceridi. È assolutamente sconsigliata l’assunzione di alcol per le donne in gravidanza e per i soggetti con storia di pancreatite. I soggetti trattati con insulina possono assumere alcol, ma solo nel contesto di un pasto.
- Va incoraggiato il consumo di cibi ricchi di antiossidanti, microelementi e vitamine, tutti contenuti nella frutta e nei vegetali. Non ci sono prove scientifiche dell’utilità di somministrare alle persone con diabete supplementi vitaminici (tranne ovviamente che negli stati carenziali) e anche l’uso di alimenti “dietetici” per diabetici non è supportato da evidenze scientifiche.