L’Associazione medici diabetologi ha stilato una graduatoria delle prestazioni sanitarie per il diabete che assicurano al paziente i migliori risultati nella cura della patologia. La terapia educazionale o educazione terapeutica, cioè la capacità del medico diabetologo di trasmettere al paziente la piena conoscenza della propria condizione e di insegnargli a gestirla quotidianamente è al primo posto tra le prestazioni sanitarie per il diabete più efficaci sia per la persona con diabete sia dal punto di vista del Servizio sanitario nazionale.

Qui sotto riportiamo la classifica delle prime dieci prestazioni sanitarie per il dabete.

  1. Terapia educazionale
  2. Piano terapeutico personalizzato
  3. Diagnosi e valutazione biomedica
  4. Valutazione della fragilità del paziente
  5. Garanzia dell’autocontrollo glicemico
  6. Cartella informatizzata
  7. Valutazione psicosociale del paziente
  8. Condivisione del contratto di cura
  9. Protocolli di prevenzione delle emergenze metaboliche
  10. Indicatori di valutazione delle performance

 

Attraverso la corretta applicazione di queste prestazioni sanitarie per il diabete si ottengono benefici sui pazienti, che sono concretamente misurabili in base ai risultati che possono produrre. È infatti possibile valutare su quali parametri hanno maggiore effetto positivo. Riportiamo allora anche qui la classifica di Amd dei dieci campi di cura e assistenza diabetologica su cui più incidono le buone prestazioni.

  1. Ottimizzazione del controllo metabolico
  2. Controllo e trattamento dei fattori di rischio cardiovascolare
  3. Riduzione delle ospedalizzazioni e degli accessi al pronto soccorso
  4. Riduzione delle giornate di degenza dei pazienti con diabete ospedalizzati
  5. Aumento dell’appropriatezza nell’uso delle tecnologie disponibili per le persone con diabete
  6. Aumento di partecipazione attiva e adesione alla cura da parte del paziente
  7. Prevenzione e cure delle donne diabetiche in gravidanza
  8. Aumento delle competenze e delle strategie per prevenire il diabete
  9. Aumento delle competenze e delle strategie per trattare il diabete
  10. Riduzione della incidenza delle complicanze croniche del diabete

 

Amd è arrivata a elaborare questa classifica coinvolgendo tutti i propri aderenti e afferma che “si tratta, per la prima volta in Europa, di evidenze garantite dall’applicazione di un metodo scientifico, perché le prestazioni diabetologiche sono state messe in fila a partire dagli Standard di cura, e la classifica è stata stilata in base a outcome clinici, garantiti dai diversi approcci, misurati con precisione scientifica”.

Spiega così il metodo di questa indagine valutativa la presidente di Amd Nicoletta Musacchio: “La salute è fatta di tante componenti e di diverse variabili, e lo stesso, di conseguenza, può ripetersi per le prestazioni sanitarie. È una complessità, tipica dei servizi sociosanitari, che rischia di generare confusione e di rendere difficilissima la valutazione degli approcci clinico-assistenziali che giovano davvero al paziente e al Servizio sanitario. Ecco perché, occupandoci in prima linea di un problema articolato e vasto come il diabete, abbiamo scelto, con il progetto DiaINT, di misurare con precisione il nostro risultato professionale, facendo ricorso a un approccio Sroi: Social return of investment. Si tratta di un modello di analisi organizzativa riconosciuto a livello internazionale, che serve a misurare in modo oggettivo il valore creato da un’organizzazione, con l’obiettivo ultimo di trasformare la qualità, di per sé sfuggente, in score definiti, ossia in quantità misurabili”.

Il progetto Diabetes Intelligence (DiaInt)

Il progetto di Amd Diabetes Intelligence -si legge sul sito web di Amd– “ha l’obiettivo di misurare e valorizzare il ruolo dell’assistenza diabetologica con strumenti di business intelligence. Intendiamo valorizzare, all’interno di un moderno chronic care model, il ruolo della diabetologia attraverso la misurazione del valore del diabetologo e del team di operatori coinvolti nella ”care” e nel ”cure” del paziente”. In pratica -afferma Amd- “intendiamo creare un database di business intelligence per riallineare il curriculum e le competenze del diabetologo alle esigenze della cronicità e migliorare l’appropriatezza terapeutica. La nostra volontà è quella di creare strumenti validati e riconosciuti per “studiare & monitorare” lo sviluppo della nostra professione, per ottenere delle “bussole“ del nostro comportamento e ricostruire una specifica e moderna identità professionale”. Ulteriori informazioni sul progetto DiaInt sono reperibili qui.