“Mettiamo in fuorigioco il diabete” è il titolo della campagna di sensibilizzazione promosso da Amd e Sid, le due società diabetologiche unite recentemente nella Fesdi (Federazione Società Diabetologiche Italiane Amd-Sid), partita con un videospot negli stadi e una grafica in tv in occasione della 21a giornata del campionato di calcio della Lega Serie A Tim.

Con la campagna “Mettiamo in fuorigioco il diabete” Fesdi (Amd e Sid) utilizza lo sport più popolare, il calcio, per diffondere un messaggio di conforto e solidarietà destinato alle persone con diabete, invitandole a rivolgersi con fiducia al diabetologo e al team di cura.

Obiettivo della campagna è contrastare la solitudine, le diseguaglianze e il disagio psicologico che possono derivare dalla convivenza con la patologia. Inoltre, attraverso lo spot, Fesdi intende sottolineare “l’importanza del gioco di squadra: ogni persona con diabete ha a disposizione un team di esperti, composto da medici, infermieri, dietisti, psicologi e educatori del diabete pronti a offrire un supporto completo e personalizzato”.

Il “Documento europeo di impegno della comunità diabetologica”

La campagna “Mettiamo in fuorigioco il diabete” (realizzata con il supporto della Lega Serie A) è stata annunciata in gennaio durante la Conferenza di Eudf Italia (sezione italiana dello European Diabetes Forum, fondato dall’Associazione Europea per lo studio del diabete-Easd) di presentazione del “Documento europeo di impegno della comunità diabetologica” per il 2024, nel cui contesto si colloca.

Il documento infatti indica 15 raccomandazioni che l’Unione Europea dovrebbe adottare, nella prossima imminente nuova legislatura, per essere realmente vicina alle esigenze delle persone con diabete, che nella Ue sono 31,6 milioni.

Secondo Eudf, sono quattro gli ambiti fondamentali nei quali si deve agire:

  • Identificazione precoce
  • Cure eque di elevata qualità
  • Valorizzazione delle persone
  • Sostegno a scienza e tecnologia

Il documento (i cui primi firmatari per l’Italia sono il coordinatore di European Diabetes Forum Italia Agostino Consoli, il presidente di European Diabetes Forum Stefano Del Prato, il presidente di Amd e Fesdi Riccardo Candido, il presidente della Sid Angelo Avogaro) chiede dunque alla Ue di impegnarsi su questi punti cruciali, che possono davvero mettere in fuorigioco il diabete.

Quindici priorità per l’Europa secondo Eudf

  1. Esortare gli Stati membri a introdurre programmi di controllo sanitario in tutte le fasce d’età per tutti i tipi di diabete e le comorbilità più frequentemente associate (quali malattie renali e cardiovascolari).
  2. Predisporre percorsi di monitoraggio per prevenire rischi metabolici, neurocognitivi e altri rischi sanitari.
  3. Potenziare le cure primarie e comunitarie con l’obiettivo di identificare le persone con diabete e i soggetti a rischio in tutte le fasce di età al fine di garantire una gestione precoce della malattia. È fondamentale istituire un programma di miglioramento qualitativo continuo al fine di valutare il follow-up delle strategie di implementazione e individuare nuove aree di miglioramento.
  4. Garantire un accesso equo e sostenibile ai farmaci, materiali, dispositivi e tecnologie digitalizzate necessari, come i sistemi di monitoraggio della glicemia e di somministrazione dell’insulina in tutti gli Stati membri.
  5. Fornire alle persone con diabete percorsi di cura integrati per garantire un accesso tempestivo alle opzioni di gestione più appropriate in base alle loro esigenze, preferenze e circostanze personali e conformemente alle linee guida più recenti.
  6. Formare gli operatori sanitari e rafforzare la loro capacità di sostenere le persone con diabete nelle cure primarie e secondarie, in linea con le loro necessità e preferenze ricorrendo alle terapie e tecnologie più appropriate.
  7. Adattare i sistemi di finanziamento per superare le barriere delle politiche di bilancio a compartimenti stagni e facilitare cure integrate e incentrate sulle persone.
  8. –  Superare l’inerzia terapeutica e aumentare il controllo glicemico per evitare complicanze e il rischio di una ridotta qualità di vita.
  9. Supportare un processo decisionale condiviso tra persone con diabete e operatori sanitari
.
  10. Mettere le persone con diabete al centro dei processi di ricerca, normativi, politici e valutativi in 
cui sono coinvolte.
  11. Fornire alle persone con diabete una formazione sull’autogestione e sostegno reciproco.
  12. Sensibilizzare gli operatori sanitari in merito ai danni della stigmatizzazione.
  13. Investire nell’innovazione digitale e sviluppare un percorso di buona prassi dei sistemi sanitari e della cura del diabete per accelerare l’accesso a tecnologie mediche, soluzioni digitali indipendenti (come app e intelligenza artificiale) e servizi digitali.
  14. Potenziare la raccolta di dati clinici, comprese le evidenze del mondo reale (Real-World Evidence, Rwe), e l’uso di indicatori comuni in tutti gli Stati membri. Ciò dovrebbe includere la misurazione e registrazione degli esiti mediante l’introduzione di serie di esiti standard e registri incentrati sugli esiti in tutta l’Ue.
  15. Finanziare la ricerca sul diabete nell’ambito di programmi di ricerca Ue, per esempio per affrontare necessità insoddisfatte, sfruttare tecnologie mediche digitalizzate e soluzioni e servizi per la cura del diabete e per una migliore gestione della patologia. Dovrebbe essere garantita la piena partecipazione delle persone con diabete e dei loro rappresentanti a tali progetti.

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