“L’obesità rappresenta uno dei principali fattori di rischio per lo sviluppo del diabete di tipo 2 e di numerose altre patologie metaboliche. Come Società Italiana di Diabetologia riteniamo fondamentale l’approccio integrato alla prevenzione e alla cura dell’obesità, riconoscendola come malattia cronica a tutti gli effetti. È necessario che le istituzioni investano in percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali specifici, inserendo l’obesità nei LEA e garantendo l’accesso alle cure per tutte le persone obese allo scopo di limitare l’insorgenza del diabete e delle sue complicanze e comorbilità. Il legame tra obesità e diabete è strettissimo, ed è per questo che la SID e la FeSDI sostengono con convinzione l’adozione di strumenti legislativi adeguati per affrontare questa emergenza sanitaria che impatta fortemente sulla qualità di vita delle persone e sulla sostenibilità dei sistemi sanitari”. A lanciare l’appello, in occasione della Giornata Mondiale dell’Obesità, che si celebra il 4 marzo di ogni anno, è la Prof.ssa Raffaella Buzzetti, Presidente della Società Italiana di Diabetologia – SID e Presidente FeSDI.

IN DIECI ANNI OBESITA’ IN RADDOPPIO

Nel giro di dieci anni le persone obese nel mondo potrebbero sfiorare i due miliardi: la previsione per il 2035 è, per la precisione, di 1,9 miliardi di individui. Una cifra più che doppia rispetto alle stime attuali che contano 800 milioni di pazienti obesi. Tuttavia, l’obesità non è considerata un’emergenza sanitaria globale solo in virtù dei numeri in crescita esponenziale, ma anche e soprattutto per le patologie correlate, diabete in primis. “Ad oggi sono oltre 200 le complicanze collegate all’obesità – spiega il Prof. Paolo Sbraccia, Presidente IBDO Foundation – . L’obesità è caratterizzata da un aumento e da una disfunzione della massa grassa, non dipendente da scelte alimentari errate e reversibili, ma da una disregolazione dei meccanismi che regolano il bilancio energetico (il bilancio energetico è la differenza tra la quantità totale di energia disponibile all’interno di un sistema – in entrata – e l’energia effettivamente consumata in ogni fase – in uscita-, ndr). Il tessuto adiposo così costituitosi non è più in grado di accogliere il ‘plus calorico’ da cui origina una lipo-tossicità: il grasso accumulato va nel fegato, nel pancreas, nel cuore – ed in altri organi – scatenando una serie di alterazioni metaboliche e cardiometaboliche”.

L’OBESITA’ INFANTILE

L’obesità, grave problema per la salute globale con un impatto economico stimato sui sistemi sanitari di tutto il mondo di 4,32 trilioni, non risparmia nemmeno i più piccoli: circa il 19 per cento dei bambini di 8-9 anni è in sovrappeso e il 9,8 per cento è obeso. Questi dati evidenziano una tendenza all’aumento dell’obesità in tutte le fasce d’età, con un impatto più marcato nelle regioni meridionali e nelle aree economicamente più svantaggiate: dal 2020 al 2035 è previsto un incremento del 100 per cento dei casi di obesità in età pediatrica.

I TRATTAMENTI: CURANDO L’OBESITA’ SI CURA ANCHE IL DIABETE DI TIPO 2

“Oggi, fortunatamente – aggiunge la Prof.ssa Raffaella Buzzetti -. disponiamo di numerosi trattamenti e solo attraverso un counseling preliminare, che indaghi anche sugli stili di vita, possiamo individuare la strada giusta da percorrere. Innanzitutto è sempre bene suggerire al proprio paziente di praticare dell’attività fisica, come una camminata di buon passo due tre volte alla settimana per 40 minuti. Poi, una dieta consona, ipocalorica e povera di grassi. Tutte buone abitudini che supportano le terapie farmacologiche. Oggi disponiamo di farmaci, alcuni già in commercio, altri in via di approvazione, che possono davvero cambiare il decorso della patologia. Mi riferisco alla terapia con GLP-1 RA efficace non solo nel ridurre il peso, ma anche nella riduzione del rischio di progressione del diabete di tipo 2 con benefici a livello epatico, renale e cardiovascolare – assicura la Presidente della SID -. Il tutto dimostrato da numerosi studi scientifici già pubblicati ed altri in attesa di pubblicazione”.

VERSO UNA LEGGE NAZIONALE

Mentre l’ “emergenza obesità” avanza a livello globale, l’Italia non resta a guardare: sarà infatti il primo Paese al mondo ad approvare una legge ad hoc per contrastare questa patologia dilagante. Negli ultimi anni il Parlamento italiano ha esaminato diverse proposte di legge mirate alla prevenzione e alla cura dell’obesità, tra cui la Proposta di Legge n. 741 (Camera dei Deputati) a firma dell’On. Roberto Pella, Presidente dell’Intergruppo parlamentare Obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili, che riconosce l’obesità come malattia cronica e la include nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). “Riconoscere l’obesità come una vera e propria malattia e affrontarla come una priorità nazionale, a tutti i livelli istituzionali, è il principale contenuto della proposta di legge, a mia prima firma, che è stata approvata in Commissione XII alla Camera dei Deputati, grazie al supporto dei Colleghi e del Presidente Cappellacci. Si auspica che la legge possa essere approvata nel prossimo mese di aprile. L’obesità è un problema non più rinviabile”, aggiunge l’onorevole Pella, tanto che la proposta di legge non è l’unico impegno dell’attuale Governo. “Unitamente a questo provvedimento, nell’ultima legge di Bilancio, in accordo con i Ministri Schillaci e Giorgetti, abbiamo creato e finanziato per tre anni un Fondo per il contrasto a questa malattia – spiega il Presidente Intergruppo Parlamentare Obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili – . Sicuramente non si tratta di uno stanziamento sufficiente, che da solo può rispondere a tutte le esigenze dei pazienti e del SSN in tema di obesità, ma è sicuramente un primo ed importante passo”, sottolinea.

PROGRAMMARE INTERVENTI DI PREVENZIONE E CURA

“Il riconoscimento dell’obesità come una malattia cronica è un aspetto fondamentale nel contrasto a questa emergenza, che richiede il pieno supporto da parte della società e della politica – commenta il Prof. Andrea Lenzi, Presidente del CNBBSV della Presidenza del Consiglio dei Ministri e Presidente OPEN Italy -. Fortunatamente nel giro di due anni sono stati compiuti passi da gigante che pongono l’Italia in una posizione di rilievo a livello globale per il suo impegno istituzionale al contrasto della patologia, sia in termini di prevenzione che di cura. Oggi possiamo finalmente utilizzare dei farmaci e non solo bisturi, ma continuare ad investire nella ricerca è fondamentale per trovare strumenti terapeutici sempre più efficaci e meno invasivi”, conclude.

 

Riproduzione riservata ©