“L’Ospite inatteso” è un lavoro teatrale scritto, diretto e recitato da un gruppo di persone dell’Associazione diabete giovanile del Trentino, con il sostegno di tanti amici: una metafora del diabete, ma anche di molto altro. L’iniziativa è partita da un’idea di Sabrina Moser, attiva rappresentante dell’Associazione e madre di due ragazze con diabete di tipo 1 (che molti nostri lettori già conoscono – vedi, per esempio, qui).
Si tratta di un progetto meditato a lungo e ora finalmente realizzato, che mette in scena le difficoltà alle quali chiunque può andare incontro quando gli capita un evento inaspettato che scompagina la sua vita (come può essere l’insorgere di un diabete, ma non solo), qualcosa che bisogna subire e sopportare, ma anche imparare ad accettare e gestire per non esserne sopraffatti.
Non vogliamo anticipare la trama dell’opera e ne lasciamo la scoperta a chi vedrà lo spettacolo, che finora è stato rappresentato a Trento, ma, nelle intenzioni dei protagonisti, sarà certamente riproposto. Ci facciamo però spiegare dalla sua autrice come è nato e che cosa vuole esprimere.
Sabrina, ideatrice dello spettacolo: “Volevo trasmettere un messaggio di speranza perché ognuno viva con pienezza la propria vita, perché impari a credere in sé stesso senza lasciarsi abbattere dalle difficoltà imposte dalla vita, affrontando e accettando i propri limiti per comportarsi di conseguenza. La rappresentazione non parla espressamente di diabete e delle sue implicazioni sanitarie e sociali, ma si concentra sul processo di accettazione della diversità (qualsiasi essa sia) come elemento di crescita formativa”.
Racconta Sabrina: “Erano diversi anni che avevo in mente l’idea di uno spettacolo, ma io pensavo a qualcosa che non fosse la rappresentazione della nostra quotidianità, perché, come diciamo sempre, per tanto che te lo spieghino, se non vivi la situazione in prima persona è difficile comprendere fino in fondo che cosa significhi. Inoltre, non credo che basti mostrare attraverso uno spettacolo come si controllano le glicemie o come si fanno le punture per far capire quale lavoro e quale impegno serva costantemente ogni giorno”.
“Quello che volevo trasmettere io attraverso uno spettacolo -prosegue Sabrina- era la capacità dei nostri figli di adattarsi ai cambiamenti, la forza che dimostrano e ci danno nella quotidianità. Un messaggio di speranza perché ognuno viva con pienezza la propria vita, perché impari a credere in sé stesso senza lasciarsi abbattere dalle difficoltà imposte dalla vita, affrontando e accettando i propri limiti per comportarsi di conseguenza. La rappresentazione, in realtà, non parla espressamente di diabete e delle sue implicazioni sanitarie e sociali (anzi, la parola diabete non viene nemmeno citata), ma si concentra sul processo di accettazione della diversità (qualsiasi essa sia) come elemento di crescita formativa. L’ospite inatteso che si presenta alla porta di casa, bisogna imparare a conoscerlo e ad accettarlo, perché lasciarlo sulla soglia non lo farà sparire: lui continuerà a bussare e bussare, impedendo una realizzazione libera e consapevole della personalità”.
Quindi, aggiunge Sabrina, “i ragazzi in scena parlano del “loro” ospite inatteso che tra le righe -sapendo appunto che sono un gruppo di ragazzi dell’Associazione diabete giovanile del Trentino- si capisce benissimo sia il diabete anche se non viene citato. Ma, come si dice verso la fine, al mondo tutti hanno un gilet da indossare, il nostro è azzurro e noi sappiamo cosa significa, ma altri ce l’hanno giallo, rosa, verde, arancione…ognuno ha il suo colore, così come ognuno ha i suoi problemi…accettiamoli e indossiamo il nostro gilet…anche per realizzare i nostri sogni…”. Il messaggio è quindi rivolto non soltanto a chi ha il diabete, ma a tutti.
Continuando il suo racconto sulle origini del progetto, Sabrina ci confida che temeva di non riuscire da sola a tradurre la sua intuizione in un testo teatrale compiuto. A darle la spinta decisiva è stato però l’incontro con la scrittrice Luisa Pachera, che, parlando con Sabrina della sua idea e leggendo alcuni testi elaborati nei campi scuola promossi dalla Adgt, ha trovato la chiave giusta per dare vita all’”Ospite inatteso”, coinvolgendo l’Associazione culturale “Grenzland – Terra di Confine” di Avio (Trento) di cui fa parte.
A questo punto si trattava di trasformare lo scritto in un lavoro teatrale. “Così -spiega Sabrina- con Lina Uccia (mia collega, nonché cara amica) abbiamo cominciato a far leggere il copione ai ragazzi a cui abbiamo chiesto di partecipare a questo progetto e il loro entusiasmo ci ha trascinate in quest’avventura. I protagonisti in realtà non sono una compagnia teatrale, ma sette ragazzi della nostra Associazione che conoscono direttamente o indirettamente Mr. D. e che Lina, nel ruolo di regista, ha saputo trasformare in veri attori”.
A fianco dei giovani attori -Angela, Anna, Andrea, Debora, Dennis, Edoardo e Matteo– e di Sabrina, Lucia e Lina hanno contribuito a rendere possibile lo spettacolo anche molti altri, come Mauro Bovolo (grafico e scenografo), Antonio Maria Fracchetti (musicista professionista), Alessandro Zorzi e Mirko Santin (tecnici audio/luci), Leonardo Libera, Daniele Micheli, Roberto Bernardinatti, Benedetta “Benny”, la sarta Lorenza. L’Associazione “Gli Amici di Sofi” di Trento ha dato il suo sostegno economico. Sabrina sottolinea che “tutte queste persone si sono rese disponibili gratuitamente e si sono impegnate davvero tanto per darci una mano”. Il Comune di Trento ha patrocinato l’iniziativa mettendo a disposizione il teatro.
Sabrina: “Il 17 novembre, in occasione del mese dedicato alla cura e prevenzione del diabete, ci sarà una replica che ci auguriamo possa avere lo stesso riscontro positivo del debutto e possa essere la prima di tante altre”.
Dopo preparazione e prove durate quasi un anno, il debutto è avvenuto lo scorso 18 maggio, con una rappresentazione che -commenta con grande soddisfazione ed emozione Sabrina- “ha catturato le 280 persone presenti in teatro, che hanno saputo raccogliere il messaggio positivo che i ragazzi volevano trasmettere. Il 17 novembre, in occasione del mese dedicato alla cura e prevenzione del diabete, ci sarà una replica che ci auguriamo possa avere lo stesso riscontro positivo del debutto e possa essere la prima di tante altre”.
L’Associazione diabete giovanile del Trentino è una onlus che ha come finalità la promozione della conoscenza del diabete di tipo 1, con l’obiettivo di favorire la diagnosi precoce e di garantire il miglior inserimento dei giovani con diabete nella scuola, nello sport e nel lavoro. Per contatti e informazioni potete consultare il suo sito internet.