Ampiamente confermata l’efficacia della dieta mediterranea nei pazienti con diabete di tipo 2 in sovrappeso.

Risulta, infatti, che quanti hanno seguito una dieta mediterranea hanno poi richiesto un trattamento con farmaci ipoglicemizzanti significativamente minore rispetto a quelli sottoposti a una dieta povera di grassi: 44% contro 69%. La dieta mediterranea ha determinato, inoltre, una maggiore diminuzione del peso corporeo e un maggior incremento della sensibilità all’insulina e della concentrazione plasmatica di adiponectina. Anche i fattori di rischio cardiovascolare sono stati influenzati positivamente dalla dieta mediterranea, con una maggiore riduzione del colesterolo totale, dei trigliceridi e della pressione arteriosa e un incremento del colesterolo Hdl.

Il classico regime a basso contenuto di carboidrati continua a essere il più consigliabile per la cura del diabete di tipo 2 e per la prevenzione delle complicanze. La dieta mediterranea, infatti, riduce i fattori di rischio cardiovascolare.

Si conferma così la superiorità della dieta mediterranea nella cura del diabete mellito di tipo 2 e nella prevenzione delle complicanze cardiovascolari.

Ma quali sono gli alimenti da preferire e quelli da limitare? L’immagine cui fare riferimento è la solita “Piramide degli alimenti”, alla cui base sono collocati gli alimenti da consu­mare più frequentemente, mentre, mano a mano che si sale verso il suo vertice, sono posizionati quelli il cui consumo dovrebbe essere più limitato.

La piramide degli alimenti può essere considerata la rappre­sentazione grafica del modello di “dieta mediterranea“, che tutti gli specialisti di nutrizione riconoscono essere il tipo di alimentazione più sana e razionale (l’Unesco la pone addirittura tra i “Patrimoni culturali e immateriali dell’umanità”). In particolare, la “dieta mediterranea” si basa su un apporto di grassi di origine vegetale (olio di oliva), sul consumo di carboidrati complessi (pane, pasta, riso, ecc.) e di alimenti ricchi in fibre (frutta e verdura). Rifacendosi a tale tipo di dieta, le più recenti linee guida per una corretta alimentazione suggeriscono di:

• limitare le calorie   derivanti   dai   grassi   al 30 % del   totale, con   la seguente suddivisione: almeno i due terzi di tale quota dovrebbero provenire da grassi monoinsaturi (contenuti nell’olio di oliva: in una dieta sulle 2000 kcal. ne sono permessi circa 7-8 cucchiaini al giorno) e da grassi polinsaturi (contenuti negli oli di semi e nei pesci); mentre il restante terzo dovrebbe essere apportato da grassi  saturi (grassi animali, contenuti in carni e formaggi);

• limitare l’assunzione di colesterolo alimentare;

• consumare pane, pasta, altri cereali, legumi, nonché frutta e verdura in quantità elevate, sia per il notevole contenuto vitaminico e minerale, sia per la presenza di fibre che caratterizza queste ultime;

• assumere una quantità moderata di alcol, che sembra esercitare un effetto cardioprotettivo, tanto che un bicchiere di vino a pasto, qualora non vi fossero controindicazioni specifiche, può essere un utile suggerimento;

• utilizzare il sale in quantità non superiore ai 3-5 grammi al giorno.