Restituire all’organismo la capacità di produrre insulina in modo naturale, liberando milioni di persone dall’iniezione quotidiana. È questa la promessa delle terapie cellulari nel diabete di tipo 1, ovvero trapianti di cellule beta o cellule staminali capaci di sostituire le funzioni perse del pancreas. Oggi, per trasformare questa possibilità in una realtà clinica diffusa, arriva un impulso concreto: un nuovo bando europeo da 18 milioni di euro, finanziato dall’Innovative Health Initiative (IHI), frutto di una partnership tra Unione Europea, industria farmaceutica e organizzazioni non profit, di cui fa parte anche una realtà italiana: la Fondazione Italiana Diabete (FID).

L’IMPEGNO DELLA FID

La Fondazione, impegnata da quindici anni a sostenere la ricerca scientifica per una cura del diabete tipo 1, non porterà solo fondi, ma anche rappresentanza, competenza e una visione centrata sulle persone con diabete. Il suo ruolo sarà chiave anche nell’attività di advocacy, comunicazione e coinvolgimento della comunità. “In Europa 2,5 milioni di persone convivono con il diabete tipo 1, una malattia autoimmune che distrugge le cellule beta del pancreas e impone una dipendenza a vita dall’insulina iniettata – ricorda il dottor Federico Bertuzzi, membro del comitato scientifico FID e pioniere del trapianto di isole pancreatiche -. Nonostante i grandi progressi tecnologici, il controllo glicemico rimane instabile e il peso della malattia grava su ogni aspetto della vita: lavoro, scuola, relazioni, salute mentale. La terapia cellulare rappresenta la speranza più concreta di un giorno in cui le persone possano tornare a produrre insulina da sé”.

UN LAVORO DI SQUADRA

Ma per fare questo salto servono investimenti e cooperazione. “Operare simultaneamente a livello scientifico, regolatorio e istituzionale – spiega Bertuzzi – è l’unica via per trasformare la ricerca in cura”. “Per raggiungere obiettivi così complessi, è indispensabile che scienziati, istituzioni, aziende, fondazioni e pazienti lavorino insieme – sottolinea Nicola Zeni, presidente di FID – . Questo bando dimostra che partenariati strategici a livello europeo possono generare risultati realmente trasformativi. La FID partecipa con convinzione, contribuendo sia in termini economici sia attraverso il coinvolgimento diretto delle persone con diabete”.

UN DIALOGO SEMPRE APERTO CON I PAZIENTI

Ed è proprio la voce delle persone con diabete ad avere un ruolo centrale. Lo conferma Francesca Ulivi, direttrice generale di FID e patient advocate: “Il nostro impegno sarà dare alle persone con diabete strumenti per comprendere le vere prospettive di questa ricerca, per dialogare con chi lavora in laboratorio e far arrivare la loro voce nelle sedi in cui si decide. Lo abbiamo sempre fatto e continueremo a farlo, perché la cura non è solo un traguardo scientifico, è un obiettivo condiviso da chi lo vive ogni giorno sulla propria pelle”.

Le candidature al bando sono aperte fino al 9 ottobre 2025.

 

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