Il via libera della Conferenza Stato-Regioni al nuovo Piano nazionale della Cronicità (PNC) segna un momento atteso da anni: l’obesità entra ufficialmente tra le malattie croniche. Si tratta di un riconoscimento fondamentale, perché mette finalmente la persona al centro, garantendo un accesso strutturato a percorsi diagnostico-terapeutici uniformi su tutto il territorio nazionale. Per le persone con diabete, questa novità ha un valore aggiunto: l’obesità rappresenta un fattore di rischio determinante e può complicare il controllo glicemico e l’andamento della malattia. Come sottolinea la senatrice Daniela Sbrollini, presidente dell’Intergruppo parlamentare Obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili, l’inserimento dell’obesità nel Piano rappresenta “un passo decisivo nella tutela dei diritti delle persone con obesità, restituendo centralità alla persona e favorendo l’integrazione tra prevenzione, cura e gestione della malattia”.

PERCORSI INTEGRATI E MULTIDISCIPLINARI

Il PNC 2025 si propone di rendere omogenei i percorsi diagnostico-terapeutici sul territorio nazionale e di coordinare le azioni preventive, con particolare attenzione alla presa in carico precoce. Nel caso dell’obesità, il Piano promuove percorsi integrati che coinvolgono scuole, famiglie e servizi sanitari, supportati da strumenti digitali per il monitoraggio del peso e da programmi educativi per l’adozione di stili di vita più sani. Al centro del modello resta il Patto di Cura, che coinvolge attivamente pazienti e caregiver nella definizione degli obiettivi di salute, nell’autogestione della malattia e nella prevenzione delle complicanze. Il Piano riconosce inoltre l’importanza della sanità di prossimità, delle Case della Salute e delle farmacie dei servizi, e valorizza la sanità digitale come strumento di continuità e equità assistenziale.

UN CAMBIO CULTURALE PRIMA ANCORA CHE SANITARIO

L’approvazione del PNC non porta risorse aggiuntive, ma segna un cambio di paradigma culturale e sociale. Per le persone con obesità e diabete significa uscire dallo stigma e dal senso di colpa individuale, vedendo finalmente la propria condizione riconosciuta come malattia cronica, progressiva e recidivante. “La sfida ora è garantire l’inclusione concreta dell’obesità nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) e promuovere la consapevolezza tra cittadini e comunità scientifica”, aggiunge la senatrice Sbrollini, evidenziando come il Piano favorisca un approccio multidisciplinare, che integri clinica, psicologia, nutrizione e attività fisica.

IMPLICAZIONI PER I PAZIENTI LE PERSONE CON DIABETE

Come sottolinea Roberto Pella, primo firmatario della legge sull’obesità, l’inserimento della patologia nel PNC rappresenta “un passaggio fondamentale per la sanità pubblica italiana, con effetti concreti sui territori e nelle comunità. Per sei milioni di cittadini con obesità  tra cui molti con diabete) si aprono percorsi di prevenzione, cura e gestione continuativa”. Dalla legge 741, che riconosce l’obesità come malattia cronica grave e recidivante, al nuovo Piano della Cronicità, l’Italia compie un vero cambio di paradigma: dalla frammentazione alla continuità assistenziale, dalla logica emergenziale a quella della persona e del suo percorso di vita, aprendo la strada a una gestione più efficace e integrata del diabete e delle patologie correlate.

Riproduzione riservata ©