Diabete e obesità sono spesso associati, specialmente nel diabete di tipo 2, dove proprio l’eccesso di peso è sovente tra le cause dell’insorgenza della patologia e, successivamente, di alcune sue complicanze. È quindi necessario contrastare il sovrappeso con misure di prevenzione e con l’adozione stabile di stili di vita salutari, perché l’obesità è un fattore di rischio per la salute sia per chi non ha il diabete sia per chi lo ha. Purtroppo, invece, anche in Italia il fenomeno è rilevante e tende a crescere: alcune cifre ce ne danno un’idea.
In proposito, Diabetes Monitor 2017 (il rapporto sul diabete in Italia, realizzato da Ibdo-Italian Barometer Diabetes Obervatory Foundation, Medi-Pragma, Università di Roma Tor Vergata) ha fotografato la popolazione diabetica italiana dal punto di vista dell’indice di massa corporea.
Circa il 65% delle persone con diabete di tipo 2 ha diversi chili di troppo: il 46% è in sovrappeso e quasi il 19% è obeso.
L’indice di massa corporea (Imc, in inglese Body mass index-Bmi) si calcola dividendo il peso (espresso in chilogrammi) per il quadrato dell’altezza: se supera i 25 kg/m2, una persona è definibile in sovrappeso; se è sopra i 30 è da considerarsi obesa. Dall’indagine di Diabetes Monitor si conferma che il sovrappeso e l’obesità riguardano, percentualmente, molto di più i diabetici di tipo 2 rispetto a quelli di tipo 1. In particolare, nel diabete di tipo 2, il 46,4% del campione studiato risulta in sovrappeso (quindi con valori di Imc tra 25 e 29) e il 18,7% è invece obeso, con valori maggiori di 30. In totale, quindi, oltre il 65% di chi ha il diabete di tipo 2 ha anche parecchi chili di troppo.
Nel diabete di tipo 1, l’eccesso di peso è un fenomeno esistente, ma in percentuali nettamente inferiori: il 23% sono i soggetti in sovrappeso, il 15,4% gli obesi. In totale è in sovrappeso circa il 38%.
Guardando il dato dal lato opposto, risulta che circa il 60% dei diabetici di tipo 1 è normopeso (cioè con valori di Imc compresi tra 18,50 e 24,99), mentre lo è solamente un 33,7% dei diabetici di tipo 2. Esiste anche una piccola fascia di persone sottopeso (1,9% di tipo 1 e 1,2% di tipo 2).
Tra le donne a cui è stato diagnosticato il diabete, una su tre è obesa e una su due non svolge attività fisica. Le donne con diabete di tipo 2 sono più spesso in sovrappeso rispetto ai maschi.
Da altre fonti si ricavano altri elementi interessanti sul fenomeno dell’obesità in Italia. Secondo i dati forniti dal Gruppo tecnico Sistema di sorveglianza Passi, dell’Istituto superiore di sanità, emerge un dato che caratterizza le donne: infatti, risulta che tra le donne che riferiscono di avere avuto una diagnosi di diabete, più di una su tre è obesa (e, oltretutto, lo stesso Gruppo Passi riporta che una su due è inattiva fisicamente, quasi il 90% consuma poca frutta e verdura e il 16% è fumatrice).
Su questo punto si segnala qualche altro dato ricordato dalle società scientifiche italiane (su cui potete approfondire qui e qui), secondo il quale le donne con diabete di tipo 2 sono in sovrappeso più frequentemente dei maschi, spesso a causa di ragioni ormonali). L’indice di massa corporea (Bmi, body mass index) medio è di 30,2 contro il 29,2 degli uomini; le donne fortemente obese sono il 18,8% contro il 10,1% dei maschi (come detto sopra, il Bmi normale è tra 18,50 e 24,99).
Riporta la Sid (Società italiana di diabetologia) che “vari studi hanno dimostrato che l’obesità addominale è più frequente tra i soggetti con diabete di tipo 2, rispetto ai non diabetici e quasi doppia tra le donne con diabete, rispetto ai maschi con diabete”. L’obesità addominale va sorvegliata in modo particolare perché è un fattore di rischio di complicanze cardiovascolari e la ricerca sta studiando se il fatto che sia più spesso riscontrabile nelle donne dipenda anche da un possibile effetto degli ormoni femminili sulla distribuzione del grasso corporeo.
Preoccupa l’aumento dell’obesità tra i bambini e i ragazzi italiani: tra i quindicenni è in sovrappeso il 26%.
Anche per i bambini e i ragazzi emergono preoccupazioni per la diffusione crescente dell’obesità, con effetti negativi sulla loro salute, perché un giovane obeso o in sovrappeso ha elevata probabilità di esserlo anche da adulto, con forte rischio di sviluppare un diabete di tipo 2 (e patologie associate all’obesità e al diabete come quelle cardiovascolari).
Il Sindacato medici pediatri di famiglia (Simpef) ha recentemente richiamato l’attenzione su alcuni dati allarmanti: tra i quindicenni il 26% dei maschi è in sovrappeso od obeso, una percentuale in tendenziale crescita e superiore alla media dell’Unione europea. Vi sono poi regioni italiane in cui il fenomeno è particolarmente accentuato: in Calabria, Campania e Molise si supera infatti il 40%.
Certamente tra le ragioni di questa escalation vi è la diffusione di comportamenti a rischio come la scarsa attività fisica e corrispondente eccessiva sedentarietà e l’alimentazione sregolata, abitudini su cui in sede di prevenzione si può e si deve fare molto.