Su Ssn e diabete e sull’accesso a farmaci e presìdi sanitari da parte dei pazienti ha fatto luce una recente indagine della Società italiana di diabetologia (Sid), che ha messo in evidenza come esistano tuttora parecchie differenze tra una Regione e l’altra.
Nonostante il nostro sistema sanitario garantisca una copertura universale, fondata su principi solidaristici, per le cure fondamentali di patologie croniche come il diabete, si segnalano ancora, passando da una Regione a un’altra, troppe disparità, che si traducono per molti pazienti in carenze, limitazioni e difficoltà. Differenze, spesso determinate da ragioni di bilancio economico, che andrebbero superate, in modo da assicurare un’assistenza veramente omogenea in tutta Italia.
Purrello (Società italiana di diabetologia): esiste una “notevole variabilità interregionale” nella gestione del diabete, come dimostra l’indagine della Sid, che ha l’obiettivo di contribuire a impostare “interventi atti a ridurre le disparità che questa eterogeneità viene a creare tra le persone con diabete residenti in diverse Regioni italiane”.
L’indagine -spiega il presidente della Sid Francesco Purrello– “nasce dalla considerazione che, come noto da tempo, esiste in Italia una notevole variabilità interregionale” nella gestione del diabete. L’obiettivo è quello di “fornire a tutti i soggetti interessati (medici, operatori sanitari, associazioni dei pazienti, amministratori della sanità) una serie di elementi utili a conoscere, paragonare e valutare il grado di disomogeneità all’accesso a risorse di cruciale importanza per la persona con diabete, perché possano poi essere individuati interventi atti a ridurre le disparità che questa eterogeneità viene a creare tra le persone con diabete residenti in diverse Regioni italiane”.
In Italia non può accadere che una persona con diabete perda la vita perché non ha abbastanza soldi per comprare un farmaco salvavita come l’insulina, come invece può capitare negli Stati Uniti (si veda in proposito questo articolo). Può però succedere, per esempio, che in alcune Regioni non tutti i farmaci siano rimborsabili dal Servizio sanitario o che alcuni medicinali (tra i quali i più innovativi) non siano distribuiti dalle farmacie territoriali ma soltanto in quelle ospedaliere o nelle Asl, oppure che le strisce reattive per l’autocontrollo glicemico siano fornite a carico del sistema sanitario in misura ridotta, con evidenti disagi per i pazienti (sia dal punto di vista economico, sia in termini di assistenza).
L’indagine (che avevamo anticipato qui) è stata svolta in maniera sistematica, grazie al contributo dei presidenti delle sezioni regionali della Sid e alla elaborazione, da parte del comitato sociosanitario della società scientifica dei diabetologi, delle tante informazioni raccolte. L’inchiesta ha esaminato alcuni aspetti importanti dell’assistenza diabetologica in Italia: innanzitutto, i criteri per le modalità di accesso, distribuzione e rimborsabilità di farmaci e presidi sanitari per la cura del diabete, ma anche la distribuzione e accessibilità di centri per la cura del piede diabetico sul territorio e la legislazione regionale sul diabete. In questo articolo puntiamo l’attenzione sui risultati relativi alla questione centrale dell’accesso a farmaci e presidi e dispositivi per il diabete.
Consoli (Sid): “La importante disomogeneità tra le diverse Regioni nella regolamentazione dell’accesso a farmaci e presidi per il diabete pone un serio problema di ‘disuguaglianza’ tra i cittadini. Su questo occorre che si faccia un ragionamento sereno, che deve andare nell’ottica di ridurre il più possibile queste disparità”.
Per Agostino Consoli, presidente eletto della Sid, “la importante disomogeneità tra le diverse Regioni nella regolamentazione dell’accesso a farmaci e presidi per il diabete pone un serio problema di ‘disuguaglianza’ tra i cittadini. Su questo occorre che si faccia un ragionamento sereno, che deve andare nell’ottica di ridurre il più possibile queste disparità. Emergono anche, dall’analisi fatta dalla Sid, differenze organizzative tra le varie Regioni che possono avere un impatto importante sulla spesa e sulla sua razionalizzazione. Anche su questo occorre ragionare: prendiamo, per esempio, il problema della erogazione delle strisce reattive per l’automonitoraggio della glicemia. Sono sicuro di interpretare il pensiero della Sid nell’affermare che il miglior compromesso deve essere ricercato tra l’ottenimento delle forniture al prezzo più basso possibile e la necessità di dotare le persone con diabete di presidi della massima affidabilità, mantenendo al tempo stesso il diritto alla scelta degli strumenti più adeguati per la singola persona. Una strada per ottenere questo, già percorsa da diverse Regioni, potrebbe essere quella di gare d’appalto della tipologia accordo-quadro con un prezzo d’asta massimo stabilito dall’ente appaltante e la possibilità di aggiudicatari multipli”.
Farmaci e presidi per il diabete: le differenze tra le Regioni
Vediamo dunque in particolare i risultati relativi alla questione centrale dell’accesso a farmaci e presidi e dispositivi per il diabete, così come rilevati dalla Società italiana di diabetologia.
Per quanto riguarda i farmaci antidiabete:
• Si conferma che esiste in Italia una grande variabilità tra le varie Regioni, e talora all’interno della stessa Regione, nelle modalità con cui i farmaci vengono prescritti e dispensati.
• Tale variabilità esiste relativamente a tutti i farmaci per il diabete, ma è particolarmente spiccata per i farmaci appartenenti alle classi più innovative (quali inibitori di Dpp-IV, agonisti recettoriali del Glp-1, inibitori di Sglt2 o nuovi analoghi dell’insulina, molecole soggette a piano terapeutico secondo la normativa Aifa, Agenzia italiana del farmaco).
• Non tutti i farmaci sono rimborsati in tutte le Regioni.
• Alcune Regioni, nel tentativo di contenere la spesa, adottano misure che impattano sulle modalità di prescrizione e dispensazione dei farmaci per il diabete. In particolare, le Regioni Emilia Romagna e Veneto hanno promulgato delibere di indirizzo volte a porre limitazioni quantitative all’uso dei farmaci innovativi in aggiunta ai criteri clinici di restrizione della rimborsabilità già definiti da Aifa.
• In Emilia Romagna la distribuzione dei farmaci appartenenti alle classi più innovative -quali inibitori di Dpp-IV, agonisti recettoriali del Glp-1, inibitori di Sglt2- viene effettuata esclusivamente dalle farmacie degli ospedali o delle Asp, e non dalle farmacie territoriali.
Per quanto riguarda i presidi sanitari:
• L’indagine evidenzia una significativa differenza territoriale nella rimborsabilità, nelle modalità di accesso e di distribuzione e nel costo dei dispositivi per il controllo della patologia diabetica (reflettometri, strisce reattive, pungidito, aghi da penna di insulina).
• Per pazienti con diabete di tipo 1, il limite massimo di strisce erogabili a totale carico della Regione va da 25 strisce/mese in Sicilia a 250 strisce/mese in Abruzzo, Molise e Toscana.
• Per pazienti con diabete di tipo 2 in terapia con insulina basale, il limite massimo di strisce erogabili a totale carico della Regione va da 25 strisce/mese nelle Regioni Marche, Friuli Venezia Giulia, Sicilia, Veneto e Trentino Alto Adige a 90 strisce/mese in Liguria.
• Per pazienti con diabete di tipo 2 in terapia multi-iniettiva, il limite massimo di strisce erogabili a totale carico della Regione va da un minimo di 25 strisce/mese in Sicilia a 150 strisce/mese in Abruzzo, Molise, Calabria, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Piemonte, Toscana, Veneto, Trentino Alto Adige e Umbria.
• Per pazienti con diabete mellito di tipo 2 in terapia orale con farmaci non segretagoghi le Regioni Marche, Emilia Romagna, Piemonte, Toscana e Friuli Venezia Giulia non prevedono la erogabilità a carico della Regione di strisce reattive per il controllo della glicemia.
• Le Regioni che hanno utilizzato per i suddetti presidi l’assegnazione mediante gara e la distribuzione diretta (per esempio, Emilia-Romagna, Liguria e Piemonte) hanno potuto ottenere una riduzione dei costi a fronte di una limitazione degli strumenti utilizzabili. Le Regioni che hanno condotto una trattativa con produttori e distributori hanno potuto mantenere un’offerta più ampia, ma a un costo in alcuni casi superiore (per esempio, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Calabria, Campania, Basilicata, Puglia, Sardegna, Sicilia, Veneto, Trentino Alto Adige).
• Occorre rilevare che, in genere, la disponibilità di un unico o prevalente dispositivo per la rilevazione della glicemia capillare è comprensibilmente poco accettabile dai pazienti e dalle loro associazioni, che, nella tutela del diritto alla libera scelta, hanno preso fermamente posizione, sia a livello regionale sia a livello nazionale, contro le gare regionali a unico aggiudicatario.
• Una opportuna sintesi tra la necessità di razionalizzare la spesa e la opportunità di offrire alle persone con diabete presidi di alta qualità e conformi alle diverse necessità di ciascuno potrebbe essere la strada, già percorsa da alcune Regioni, dell’espletamento di gare a tipologia “accordo quadro”, con costo massimo fisso e aggiudicatari multipli. Questo dovrebbe rendere più semplice l’approccio alla materia, con un ritorno economico significativo.
• I microinfusori insulinici sono rimborsati dal Ssn in tutte le Regioni italiane nel caso del diabete tipo 1 e della gravidanza in diabete. In 13 Regioni esistono indicazioni alla rimborsabilità anche nel diabete tipo 2, ma solo in casi particolari; in tre Regioni (Trentino-Alto Adige, Emilia Romagna e Umbria) non è prevista la rimborsabilità nel diabete di tipo 2.
• Alcuni sistemi più recenti non risultano ancora rimborsati dal Servizio sanitario regionale di alcune Regioni. Ulteriori maggiori difformità esistono, tra le diverse Regioni, per quanto concerne la rimborsabilità di tecnologie avanzate nella gravidanza in donna diabetica o nel diabete gestazionale.