Purrello, presidente Sid

Francesco Purrello, neopresidente della Sid, annuncia un’indagine sull’accesso ai farmaci per il diabete e ai dispositivi, al fine di misurare le ingiustificabili differenze tuttora presenti tra una Regione e l’altra del territorio italiano.

Purrello (nella foto), ordinario di Medicina interna presso l’Università di Catania, è entrato in carica in corrispondenza con il recente 27° Congresso nazionale della Società italiana di diabetologia, svoltosi a Rimini dal 16 al 19 maggio. Subentra a Giorgio Sesti, che ha guidato la Sid negli ultimi due anni. Presidente eletto è Agostino Consoli.

La Sid è una associazione no profit, nata a Roma nel 1964, che oggi conta circa duemila soci. Ha per obiettivi la promozione e la conduzione della ricerca scientifica nel campo diabetologico e metabolico, la formazione e l’aggiornamento di medici e operatori sanitari, la divulgazione e l’informazione nei confronti sia delle persone con diabete sia della popolazione generale, iniziative nell’ambito della politica sanitaria.

La Società italiana di diabetologia si propone di tutelare gli interessi delle persone con diabete e delle loro famiglie, promuovere la conoscenza della patologia per migliorarne la diagnosi e la cura, favorire il rafforzamento delle strategie di prevenzione, sostenere la ricerca sul diabete anche attraverso la raccolta di fondi (insieme con la Fondazione Diabete Ricerca e l’Associazione Diabete Ricerca).

Tra le prime iniziative del mandato del nuovo presidente della Sid Purrello è in programma un’indagine-censimento sulle disparità regionali nell’accesso dei pazienti a farmaci e dispositivi per il diabete.

È noto che anche in campo diabetologico esistano forti differenze tra una Regione italiana e l’altra: “disparità inaccettabili”, le definisce la Sid, che ritiene quindi opportuno fotografare con metodo scientifico e raccolta sistematica di dati una situazione di cui c’è consapevolezza diffusa, ma su cui mancano analisi e misurazioni precise e complete.

In particolare, la Sid vuole realizzare un quadro attendibile e fondato sulla specifica problematica della disponibilità effettiva per i pazienti con diabete di dispositivi e farmaci innovativi per poter poi formulare proposte utili a correggere le disomogeneità esistenti sul territorio italiano.

Spiega il professor Francesco Purrello: “La disomogeneità territoriale che riguarda l’accesso a farmaci e dispositivi innovativi è stata più volte segnalata da diabetologi, associazioni di pazienti e organizzazioni di laici. Manca però un’indagine sistematica, organizzata con metodo ‘scientifico’, che coinvolga tutto il territorio nazionale e che possa fornire dati solidi su cui basare riflessioni atte a modificare e implementare il sistema. La Sid si propone quindi, utilizzando anche la sua rete di sezioni regionali, di mettere a punto un database da sottoporre agli assessorati alla Salute di tutte le Regioni, per costruire con metodo scientifico un vero e proprio report da analizzare in vari ambiti, allo scopo di eliminare o almeno ridurre le discrepanze territoriali”.

Sull’ingiusto divario di trattamento e assistenza ai pazienti diabetici tra una Regione italiana e l’altra, ha recentemente richiamato l’attenzione anche Cittadinanzattiva con il Rapporto civico, di cui abbiamo parlato qui .

Giorgio Sesti: “Le differenti modalità con cui le Regioni pongono dei limiti di prescrivibilità per i farmaci innovativi creano di fatto delle eterogeneità di accesso per i pazienti a livello del territorio italiano”.

Il presidente uscente della Sid Giorgio Sesti (che è ordinario di Medicina Interna presso l’Università della Magna Graecia di Catanzaro) sottolinea che la questione dell’accesso disuguale ai nuovi medicinali si trascina da troppi anni: “La disparità di accesso ai cosiddetti farmaci innovativi per la cura del diabete tra le differenti Regioni è un problema annoso e sotto certi aspetti paradossale, trattandosi di farmaci innovativi per il loro meccanismo d’azione ma non certamente di neo-introduzione nella farmacopea, in quanto prescritti dai diabetologi da oltre dieci anni. Le differenti modalità con cui le Regioni pongono dei limiti di prescrivibilità per i farmaci innovativi creano di fatto delle eterogeneità di accesso per i pazienti a livello del territorio italiano. Negli ultimi anni la Sid è intervenuta in tutte le sedi istituzionali per sottolineare l’importanza di una semplificazione e di una uniformità della modalità di accesso alle terapie innovative per la cura del diabete per consentire la massima fruibilità di terapie efficaci e sicure in tutti i pazienti, inclusi quelli che hanno un alto rischio di eventi cardiovascolari”.

La Società italiana di diabetologia e l’Associazione medici diabetologi (Amd) hanno spesso sottolineato che oggi esistono farmaci validi e sicuri che permettono di gestire bene il diabete di tipo 2, ma il cui utilizzo è ancora troppo limitato (ne abbiamo parlato, per esempio, qui e qui).

Il rapporto che la Sid intende realizzare riguarderà, oltre ai farmaci, anche l’uso e la diffusione della tecnologia in campo diabetologico (come strumenti di monitoraggio della glicemia e microinfusori di insulina). Sid ricorda infatti come esista una disparità importante fra pazienti di diverse Regioni, quelle in cui, per esempio, alcuni dispositivi per il diabete sono gratuiti per alcune categorie di pazienti (con criteri completamente diversi da Regione a Regione) e altre dove sono totalmente a carico dei cittadini perché la Regione non ha ancora provveduto a stabilire criteri di accesso.

Purrello sintetizza la problematica, richiamando sia il principio di equità per cui tutti i pazienti devono avere parità di trattamento e quindi uguale accesso alle cure migliori disponibili, sia l’aspetto economico, tema con il quale ormai tutta la sanità, e non soltanto la diabetologia, è costretta a fare, letteralmente, i conti.

Il presidente della Sid: “La spesa per i farmaci anti-iperglicemici e quella per i dispositivi rappresenta solo il 7% e il 4%, rispettivamente, della spesa totale per il diabete in Italia”.

Osserva il neopresidente della Sid: “Coniugare innovazione e sostenibilità economica rappresenta certamente una delle principali sfide dei nostri tempi. La Sid da tempo è impegnata anche per raccogliere dati che possano servire a queste analisi. Per esempio, il recente Rapporto Arno Diabete 2017 fornisce dati da cui si evince che la spesa per i farmaci anti-iperglicemici e quella per i dispositivi rappresenta solo il 7 per cento e il 4 per cento, rispettivamente, della spesa totale per il diabete in Italia. Ma se da un lato è importante valutare con equilibrio la sostenibilità economica dell’innovazione, dall’altro è assolutamente necessario garantire l’omogeneità dell’accesso a queste risorse in tutto il territorio nazionale. Da una Regione all’altra, non solo i tempi con cui si può accedere alle nuove terapie variano in base all’operatività dei vari assessorati regionali, ma, alla fine di questi lunghi processi, l’esito è spesso tale da creare importanti differenze e disparità tra Regione e Regione”.

Consoli: indispensabile uniformare le modalità di accesso ai farmaci innovativi e ai presìdi per la cura e l’automonitoraggio.

Aggiunge Agostino Consoli, presidente eletto della Sid e ordinario di Endocrinologia dell’Università Gabriele d’Annunzio di Chieti-Pescara: “Uniformare le modalità di accesso ai farmaci innovativi e ai presidi per la cura e l’automonitoraggio della glicemia su tutto il territorio nazionale non solo è indispensabile per garantire parità di trattamento a tutti i cittadini, ma, realizzando una necessaria mediazione tra opposti estremi, potrà garantire che, attraverso una più appropriata allocazione delle risorse, in tutto il Paese, i prodotti dell’innovazione tecnologica vengano destinati in primis a chi da essi può trarre maggiore vantaggio clinico, limitando gli sprechi e razionalizzando la spesa”.