Un diabetologo competente certificato da un ente indipendente è la figura sanitaria che scaturirà dai nuovi corsi di formazione per i diabetologi di Amd, cominciati in ottobre 2020, partendo con il tema della “Prevenzione del rischio cardiovascolare nel diabete” (problema che sappiamo quanto sia importante – vedi, per esempio, qui).
Amd ha promosso un percorso di formazione per arrivare alla definizione della figura professionale del diabetologo competente certificato da un ente indipendente e autorevole sulla base di criteri rigorosi.
L’Associazione medici diabetologi ha infatti messo a punto un progetto che portasse a uno specifico riconoscimento certificato delle competenze acquisite dal professionista della salute nel percorso di formazione, una novità nella sanità italiana.
Lo spiega così il presidente di Amd Paolo Di Bartolo: “Sulla base di prassi di riferimento validate dall’Uni -l’ente italiano di normazione- e grazie a un ente terzo e indipendente sotto l’egida di Accredia -l’ente unico nazionale di accreditamento- i diabetologi saranno così i primi professionisti della salute in Italia a ottenere un riconoscimento, formale e sostanziale, delle proprie competenze”.
Accredia è infatti, come si legge sul suo sito internet “l’Ente unico nazionale di accreditamento designato dal governo italiano, in applicazione del Regolamento europeo 765/2008, ad attestare la competenza, l’indipendenza e l’imparzialità degli organismi di certificazione, ispezione e verifica, e dei laboratori di prova e taratura. Accredia è un’associazione riconosciuta che opera senza scopo di lucro, sotto la vigilanza del Ministero dello Sviluppo economico”.
Formazione sulle competenze e non solo sulle conoscenze
I rappresentanti di Amd tengono a definire bene che cosa significhino precisamente i termini “competente” e “competenze”, distinguendoli dal concetto, affine e complementare, di “conoscenze”.
Argomenta così infatti il presidente di Fondazione Amd Domenico Mannino, già presidente dell’Associazione: “Chi trasmette ai professionisti della salute le competenze per una comunicazione efficace? Chi trasferisce a noi diabetologi una conoscenza approfondita sulle nuove tecnologie, oggi a disposizione delle persone con diabete? Chi ci aiuta a sistematizzare conoscenze ed esperienze sulle maggiori criticità che si accompagnano alla malattia, e cioè, per esempio, il piede diabetico, o la gestione di una gravidanza complicata da parte di una signora con diabete? Chi ci mette in grado di gestire la complessità di un paziente cronico? Il programma di formazione e il percorso di certificazione delle competenze vogliono rispondere esattamente a questi bisogni, in tutta la loro urgenza e concretezza. Da questo punto di vista, sono profondamente persuaso che la formazione sulle competenze, e non solo sulle conoscenze, sia il principale investimento strategico di Amd”.
Sei profili di diabetologo competente certificato per una migliore risposta ai bisogni di chi ha il diabete
La competenza che la formazione Amd intende trasmettere ha quindi un forte carattere pratico, vale a dire la capacità di rispondere meglio alle esigenze di un paziente complesso, ma non passivo, come quello con diabete.
Secondo il progetto di Amd, dunque, la persona con diabete potrà contare su un diabetologo competente certificato, con un suo profilo specifico. Ne sono stati delineati sei (come si vede, le materie indicate sono di fondamentale importanza nella cura e gestione del diabete). Eccoli.
- Medico diabetologo esperto nella gestione della tecnologia avanzata nella cura delle persone con diabete
- Medico diabetologo esperto in gestione delle complicanze cardiovascolari in pazienti con diabete di tipo 2
- Medico diabetologo esperto in gravidanza e diabete
- Medico diabetologo esperto educatore in diabetologia
- Medico diabetologo esperto e competente in piede diabetico
- Medico esperto nella gestione della cronicità
Commenta infine Graziano Di Cianni, presidente Incoming di Amd: “Per dar luogo a risultati concreti, cioè a miglioramenti tangibili in termini di salute delle persone con diabete, non bastano più le sole conoscenze cliniche. Servono anche, per esempio, competenze educative: saper comunicare a paziente e caregiver, convincerli, coinvolgerli fino in fondo nel percorso di cura, rendendoli protagonisti attivi della gestione della patologia. Ma per persuadere, per ingaggiare, per accompagnare lungo un percorso servono capacità nuove, nuove conoscenze, in una parola nuove competenze: ecco l’ispirazione di questi ambiziosi percorsi formativi”.