Il diabete nell’Unione Europea riguarda oltre trenta milioni di persone e si stima che, sulla scia della sua continua espansione, arriverà a 33,2 milioni entro il 2030. La patologia è inoltre causa di morte per 686mila cittadini Ue ogni anno. Sono alcuni dati preoccupanti riportati nella “lettera all’Europa” che European Diabetes Forum (Eudf) e European Diabetes Forum Italia (Eudf Italia) hanno indirizzato all’Unione per sollecitare interventi strategici tempestivi contro la “pandemia silente” rappresentata oggi dal diabete.
Eudf e Eudf Italia indirizzano una lettera alla Ue per richiamare l’attenzione sull’espansione del diabete nell’Unione Europea, che riguarda oggi oltre trenta milioni di persone e continua a crescere.
Nella lettera si aggiungono ulteriori elementi di allarme. Per esempio, il costante aumento del numero di persone che sviluppano diabete di tipo 2 in giovane età, quando la patologia si manifesta im forme più aggressive. Fino ad alcuni anni fa, si riteneva che un giovane con diabete fosse sempre diabetico di tipo 1: ora le cose stanno cambiando, perché nell’area europea si riscontra un numero crescente di persone giovani con diabete di tipo 2.
Aumenta in ogni caso anche il numero di adolescenti con diabete di tipo 1, che sono ora 295.000 in totale.
Secondo i firmatari della lettera alla Ue (entrambi già presidenti della Società italiana di diabetologia) Stefano Del Prato, presidente di Eudf, e Agostino Consoli, coordinatore di Eudf Italia, è tempo di agire a livello europeo, ponendo il diabete come priorità dell’azione politica. Il rinnovo del Parlamento Europeo con le elezioni del prossimo giugno deve essere l’occasione per elaborare un programma concreto sul tema, aiutando i milioni di persone che soffrono di diabete nella Ue e dare sostegno a loro e alle le loro famiglie.
“Senza un impegno politico costante e la volontà di superare i pregiudizi -si legge nel documento di Eudf- le persone con diabete continueranno a non essere diagnosticate, a sviluppare complicanze e vedere accorciata loro vita”.
La lettera ricorda alcune argomentazioni la cui validità è ormai acquisita e condivisa da molti dei nostri lettori, ma che, evidentemente, non sono ancora arrivate a sensibilizzare a sufficienza coloro che devono prendere le decisioni a livello politico.
“Le persone non scelgono di vivere con il diabete”
“Se non diagnosticato o gestito in maniera inadeguata -sottolinea infatti Eudf- il diabete può portare a complicanze serie, nonché a una riduzione della qualità di vita e delle attività socio-economiche. Dato che il 75 per cento dei costi sanitari associati al diabete è imputabile a complicanze potenzialmente evitabili, le politiche che promuovono una diagnosi precoce e una buona gestione della malattia possono raggiungere un notevole risparmio sui costi e contribuire alla resilienza e sostenibilità dei sistemi sanitari”.
Quindi, prevenire la patologia e agevolare le cure del diabete è “di fondamentale importanza, dal momento che medici e operatori sono sempre più sotto pressione per carenza di personale, eccesso di lavoro e riduzione di strutture assistenziali. La crescente pressione su medici e operatori sanitari minaccia di lasciare sole sempre di più le persone con diabete nella gestione della propria patologia. Le persone non scelgono di vivere con il diabete o qualsiasi altra malattia. Questa patologia può colpire chiunque, anche i bambini e le donne in gravidanza e lo sviluppo del diabete può essere influenzato da fattori sia genetici sia sociali”.
Strategie di prevenzione primaria e secondaria
“Ora è il momento di agire -è l’appello- L’adozione di efficaci strategie di prevenzione primaria e secondaria, abbinate ad approcci di gestione moderni quali strumenti e tecnologie di salute digitale può migliorare le prospettive delle persone con diabete, nonché dei soggetti a rischio, consentendo loro di condurre una vita appagante”.
Ai candidati alle elezioni di giugno la comunità diabetologica europea rivolge l’invito a tradurre le intenzioni in azioni concrete. “L’unione di sforzi -conclude infatti la lettera- può garantire alle persone con diabete nell’Unione Europea una vita più lunga e soddisfacente, riducendo spese evitabili e rafforzando la resilienza e la sostenibilità dei sistemi sanitari. Tenuto conto delle proiezioni che vedono il diabete una patologia in crescita, è essenziale che l’Unione Europea sviluppi un quadro europeo di supporto che assista gli Stati membri nell’implementazione di politiche efficaci sul diabete”.
Un articolo correlato sul nostro sito lo potete trovare qui.
Riproduzione riservata ©