I diabetologi della Sid lanciano un appello per la prevenzione della retinopatia diabetica: ci vogliono più screening e visite regolari per individuarla e diagnosticarla al più presto. È una delle più insidiose complicanze del diabete, ma, se la diagnosi è precoce, può essere tenuta sotto controllo.

La Sid ricorda l’importanza di screening e controlli regolari per prevenire e diagnosticare precocemente la retinopatia, una delle maggiori complicanze del diabete.

Spiega il presidente della Sid Angelo Avogaro: “Il danno alle delicate strutture della retina è spesso silente e asintomatico, il che rende la retinopatia sotto-diagnosticata. Quando la persona sperimenta il calo della visione è segno che l’edema maculare o la retinopatia sono già in stadio avanzato. Per questo è importante motivare le persone con diabete a sottoporsi agli screening periodici, sia al momento della diagnosi sia a intervalli stabiliti dal diabetologo e dall’oftalmologo (in genere ogni uno o due anni a seconda dei casi). La tempestività di diagnosi permette di effettuare una presa in carico e limitare la perdita della visione”.

La retinopatia diabetica punto per punto

  • La retinopatia diabetica è una grave complicanza oculare del diabete sia di tipo 1 sia di tipo 2.
  • È la principale causa di cecità negli adulti tra 16 e 65 anni.
  • In Italia sono un milione le persone adulte con retinopatia conclamata.
  • Le complicanze a carico dell’occhio riguardano tra il 30% e il 50% delle persone con diabete, con una incidenza annuale tra il 2 e il 6%. L’1% dei pazienti ha una complicanza oculare grave.
  • I fattori di rischio che favoriscono l’insorgere della complicanza sono: la durata della malattia, specialmente se non adeguatamente controllata, elevati livelli di emoglobina glicata e ipertensione.
  • Secondo dati relatvi agli Stati Uniti, lo sviluppo di retinopatia si riscontra in media nel 20% dei soggetti dopo 5 anni di diabete, nel 40-50% dopo 10 anni e in oltre il 90% dopo 20 anni.
  • La prevenzione della cecità collegata al diabete è una priorità di salute pubblica in Europa dal 1989, quando fu firmata la Dichiarazione di Saint Vincent, riferimento internazionale per la lotta al diabete realizzato sotto l’egida dell’Organizzazione mondiale della sanità.

Soltanto il 30% dei pazienti si controlla

Dice ancora il presidente della Sid Avogaro: “Oggi abbiamo l’obiettivo di ridurre di almeno un terzo il numero di casi, per limitare la disabilità dei pazienti e diminuire i costi sanitari, giacché il paziente con retinopatia costa il doppio di uno con solo diabete, per non parlare dei costi sociali e dell’impatto drammatico sulla qualità di vita. Eppure, secondo alcune indagini solo il 30% delle persone con diabete sono sottoposte regolarmente a monitoraggio”.

Che cosa fare per contrastare la retinopatia

Quindi, assoluta priorità e promuovere la prevenzione della complicanza e la sua individuazione precoce, quando si sia sviluppata, tramite screening regolari. Come spiega la Sid, “lo screening si esegue tramite l’esame del fondo oculare, semplice e non invasivo, le cui immagini possono essere catturate da retinografi ed essere refertati a distanza grazie a strumenti di telemedicina. L’obiettivo è individuare tempestivamente segni di edema maculare”.

Le terapie ci sono e vanno dalla fotocoagulazione laser all’uso di glucocorticoidi o farmaci anti-angiogenetici, che sì sono mostrati efficaci nella prevenzione della cecità.

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