Contro retinopatia e maculopatia diabetiche la prevenzione è un’arma decisiva. Si tratta di complicanze oculari molto serie e diffuse di un diabete mal controllato, che possono danneggiare gravemente l’occhio e la vista. Ma si possono evitare o individuare precocemente, e quindi sottoporre a trattamento, se si mette in campo una attenta e sistematica azione di prevenzione.

Lo hanno ricordato recentemente i promotori del “Mese della prevenzione” della maculopatia e retinopatia diabetiche, partito il 4 febbraio e in corso sino al 28: una campagna nazionale di screening con visite gratuite che coinvolge 30 centri specialistici in 15 regioni (Abruzzo, Campania, Calabria, Liguria, Lazio, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sicilia, Sardegna, Toscana, Veneto), con équipe medico-oculistiche dotate di attrezzature e strumenti tecnologici d’avanguardia (tra cui EyeArt, un software che impiega un algoritmo di intelligenza artificiale per analizzare le immagini dell’occhio riprese con una telecamera retinica).

L’iniziativa è organizzata dal Centro Ambrosiano Oftalmico (Camo) in collaborazione con l’Ospedale San Raffaele di Milano e ha ottenuto il patrocinio del Ministero della Salute, del Comune di Milano e della Società oftalmologica italiana. La campagna è rivolta a tutte le persone con diabete che non hanno mai avuto una diagnosi di retinopatia o maculopatia.

I dati forniti dalla Società oftalmologica italiana e dalla Società italiana di diabetologia mostrano che la retinopatia diabetica è tra le complicanze più frequenti nelle persone affette dalla patologia e riguarda sia il diabete di tipo 1 sia il diabete di tipo 2.

La retinopatia diabetica, in forme di diversa gravità, riguarda circa un terzo delle persone con diabete. Si stima che oltre un milione di italiani possa essere a rischio di danni oculari per le complicanze di un diabete mal controllato.

I rilievi epidemiologici stimano che la retinopatia diabetica riguardi circa un terzo delle persone con diabete e che il 2% ne abbia una forma grave. Più in particolare, risulta che, quando il diabete viene diagnosticato dopo i 30 anni di età, la presenza di retinopatia si riscontra in percentuali variabili: dal 21% tra chi ha il diabete da meno di dieci anni sino al 76% tra i soggetti diagnosticati da più di vent’anni. In media, tra le persone con diabete la retinopatia è presente, con diversi gradi di gravità, nel 30-50% degli individui.

Sulla base dei dati Istat, si può ipotizzare -osservano i promotori della campagna- che, partendo dal dato che il 5,5% dei 60 milioni di italiani ha il diabete, se circa il 30% sviluppasse una retinopatia diabetica, si arriverebbe a una cifra vicina al milione di diabetici affetti da retinopatia e quindi potenzialmente a rischio di danni oculari.

La gravità del problema è chiaramente rappresentata dal fatto che retinopatia e maculopatia (o edema maculare, una manifestazione frequente e severa della retinopatia) dovute a diabete sono la prima causa di cecità non dipendente da eventi traumatici negli adulti di età compresa tra 20 e 74 anni e la quinta causa al mondo di cecità evitabile e di deficit visivo grave. Si tratta però -si sottolinea- di “cecità prevenibile”: di qui la necessità di intensificare screening e controlli per favorire diagnosi precoci e trattamenti tempestivi. Il “Mese della prevenzione” è una iniziativa volta appunto a far emergere casi di retinopatia non ancora diagnosticati e a diffondere informazione sulla problematica per contribuire a evitare che insorga.

Fondamentale per prevenire la retinopatia e la maculopatia diabetiche o per contrastarne la progressione è uno stretto controllo glicemico, da perseguire con sani stili di vita e osservanza della terapia prescritta.

La prevenzione della retinopatia diabetica passa innanzitutto per uno stretto controllo glicemico, perché, come ricorda il diabetologo Massimo Porta, direttore della Scuola di specializzazione in Medicina interna dell’Università di Torino, quando la glicemia è elevata danneggia i vasi sanguigni causando complicanze come appunto la retinopatia, che riguarda infatti un diabetico su tre. Una condizione tanto seria quanto subdola, perché si rischia di non accorgersene finché non è in fase avanzata e ha già prodotto danni come l’edema maculare, che mette a rischio la vista.

I consigli per tenere sotto controllo la glicemia sono quelli consolidati: una dieta sana ed equilibrata (“il diabetico deve mangiare tutto quello che mangia un non diabetico, l’importante è che lo faccia con buonsenso”, commenta Porta); un regolare esercizio fisico (almeno mezzora di camminata di buon passo tutti i giorni); attenzione al peso. Il buon controllo glicemico, da ottenere sia con sani stili di vita sia con l’osservanza scrupolosa della terapia prescritta è fondamentale per prevenire le complicanze oculari, ma anche per arrestare o rallentarne la progressione qualora fossero già presenti allo stadio iniziale.

Trattamenti validi di cura per le complicazioni oculari del diabete ne esistono e vanno scelti a seconda del tipo e della gravità della complicanza e delle condizioni particolari del paziente: fotocoagulazione laser, interventi chirurgici come la vitrectomia, utilizzo di alcuni nuovi farmaci iniettivi. La loro efficacia è tanto maggiore quanto meno si è sviluppata la complicanza.

Bandello (Istituto San Raffaele): “La visita oculistica va fatta prima che ci siano i sintomi. La retinopatia diabetica non produce sintomi significativi per il paziente sinché non è relativamente avanzata. Noi invece dobbiamo agire quando la retina è ancora relativamente sana”.

“Ecco perché la visita oculistica va fatta prima che ci siano i sintomi -dice Francesco Bandello, direttore della Clinica oculistica dell’Università Vita-Salute, Ircss San Raffaele di Milano- La retinopatia diabetica non produce sintomi significativi per il paziente sinché non è relativamente avanzata. Noi invece dobbiamo agire quando la retina è ancora relativamente sana, non si deve aspettare che la visione sia deformata da un edema maculare. Con questa campagna vogliamo quindi fare opera di sensibilizzazione verso i pazienti per salvaguardare la loro vista. La prevenzione genera anche risparmi per il sistema sanitario, perché curare la retinopatia avanzata è molto costoso. Lo screening delle complicanze oculari del diabete è la pratica medica più vantaggiosa ed è diventata sempre più semplice e sempre meno costosa. Non ci sono alibi per non fare prevenzione”.

Anche Porta sottolinea l’importanza dello screening per la diagnosi precoce della retinopatia non soltanto perché l’intervento tempestivo può preservare la vista della persona, ma anche perché i costi delle cure delle complicanze gravi dell’occhio sono molto superiori a quelli delle iniziative di prevenzione che possono ridurle o evitarle.

Indispensabile per prevenire i problemi è la regolarità dei controlli: il direttore scientifico del Camo, Centro Ambrosiano Oftalmico di Milano, Lucio Buratto ricorda che è bene controllare la condizione dell‘occhio almeno una volta l’anno e tenere sempre sotto sorveglianza i parametri fondamentali del trattamento del diabete .

Il “Mese della prevenzione” intende anche sollecitare le istituzioni ad attuare programmi regolari di screening delle complicanze oculari del diabete.

In Italia la situazione, dal punto di vista della prevenzione, non è soddisfacente e il Mese della prevenzione ha anche lo scopo di sollecitare le istituzioni ad attuare programmi di screening sistematici, come si è fatto, per esempio, nel Regno Unito, dove quasi tutta la popolazione diabetica è stata sottoposta a screening sulla retinopatia diabetica e sulla salute dell’occhio.

Sid e Amd: con programmi di screening e trattamento della retinopatia diabetica, è possibile ridurre drasticamente la cecità da diabete.

Alla validità della “Prevenzione mediante screening” ha dedicato alcune riflessioni anche il documento di Sid e Amd “Standard italiani per la cura del diabete mellito 2018”, che sottolinea come le evidenze scientifiche oggi disponibili abbiano dimostrato che, con programmi di screening e trattamento della retinopatia diabetica, è possibile ridurre drasticamente la cecità da diabete. Lo conferma il fatto che “nei Paesi in cui tali programmi sono già stati applicati, è stata ottenuta una sostanziale riduzione della cecità da diabete, accompagnata da importanti risparmi in termini di economia sociosanitaria”.

La retinopatia diabetica -notano Sid e Amd- “è infatti una patologia la cui prevenzione comporta un ottimo rapporto costo-beneficio; cioè, a fronte di un costo ridotto dell’intervento medico, vi è un ottimo risultato per quanto attiene alla qualità di vita del paziente”. Purtroppo però -lamentano gli autori della pubblicazione scientifica- in Italia solo raramente tali programmi sono applicati sul territorio e di conseguenza sono ancora molti i diabetici nei quali si riscontrano le complicanze più gravi della retinopatia. Infatti, secondo l’Osservatorio Arno Diabete 2015, nel 2010, solo il 10% di un’ampia popolazione italiana di pazienti diabetici ambulatoriali aveva eseguito un controllo del fondo dell’occhio nel corso dell’anno precedente. Nel 2014, la percentuale era salita solo all’11%.

Per sapere di più sul Mese della prevenzione, potete andare qui.

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