A oggi gli atleti con diabete non possono partecipare ai gruppi sportivi militari. Una limitazione che non sembra affatto né giusta né giustificabile, se si considera quante persone diabetiche facciano sport senza problemi e traendone grandi benefici, e spesso anche ad altissimo livello (si pensi, per esempio, al tennista Alexander Zverev, di cui abbiamo parlato qui).

Perché gli atleti con diabete sono esclusi dai gruppi sportivi militari? Una preclusione ingiustificata che andrebbe superata.

Del tema si è parlato nel corso della presentazione del Protocollo d’intesa su sport, diabete e obesità, firmato da Coni, Fesdi (Sid e Amd), Intergruppo parlamentare Obesità e diabete (che vi abbiamo presentato qui). Due atleti italiani, lo schermidore Giulio Gaetani e Anna Arnaudo, mezzofondista di atletica leggera, hanno espresso la loro richiesta di rimuovere questo ostacolo, che non ha ragion d’ssere.

La testimonianza di due atleti italiani

Dice Gaetani: “Noi atleti con diabete ci troviamo in un limbo, non considerato dalla legge, che ci fa vivere questa esclusione dai gruppi sportivi militari. È una condizione molto discriminante, che può incidere negativamente soprattutto sui più giovani e rendere anche più difficile l’accettazione stessa della malattia. Bisogna superare questo stigma, dando a chi fa dello sport la propria vita la possibilità di ottenere il giusto riconoscimento. Il diabete è una malattia sempre più diffusa: nel tempo, se questa legge non cambierà, la possibilità di entrare in un gruppo sportivo militare sarà preclusa a sempre più persone”.

Racconta Arnaudo: “Quando ho scoperto che, per questa clausola sul diabete, non potevo accedere ai gruppi sportivi militari, dopo una prima demoralizzazione, ho sentito che era importante parlare di questa problematica e trovare una soluzione. Il rischio è che da questa situazione, infatti, possa passare un messaggio scorretto, cioè che la persona con diabete non possa fare sport, ed è invece il contrario: sarebbe bene che lo facesse. Va lanciato un messaggio di speranza, affinché le persone con diabete, anche quelle che non aspirano a diventare atleti professionisti, non rinuncino a praticare attività sportiva”.

Intervenire per eliminare le ingiuste discriminazioni nello sport e i pregiudizi che le alimentano è uno degli obiettivi del Protocollo d’intesa Coni-Fesdi (Sid-Amd)-Intergruppo Obesità e diabete, che si batterà quindi anche affinché non sia più negato agli atleti con diabete l’accesso ai gruppi sportivi militari.

Malagò (Coni): “Contribuiremo alla sensibilizzazione delle istituzioni preposte per favorire la rimozione di questa limitazione”.

“Contribuiremo alla sensibilizzazione delle istituzioni preposte per favorire la rimozione di questa limitazione”, ha dichiarato infatti il presidente del Coni Giovanni Malagò.

“L’attività fisica è il miglior antidoto per la prevenzione e per il contrasto di molte patologie, come evidenziato da numerosi riscontri scientifici -afferma Malagò- Ci sono casi emblematici di grandi campioni affetti dal diabete: penso, tra gli altri, al leggendario campione di canottaggio Steve Redgrave, che credo debbano essere un esempio da seguire per comprendere la forza e l’importanza dello sport”.

Oltre a Redgrave e al già citato Zverev, vi sono, nella storia dello sport, molti altri campioni con diabete. Di uno di loro abbiamo parlato qui.

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