La dieta mediterranea per chi ha il diabete è un regime alimentare consigliabile, ma lo è in generale per tutta la popolazione (ne abbiamo parlato anche qui e qui). Un interessante studio di un team di ricercatori della Seconda Università degli studi di Napoli ha sottolineato però l’importanza di seguirla fedelmente e regolarmente per poterne trarre pieno beneficio.

Lo studio (presentato quest’anno al Congresso della Sid a Rimini) ha inteso esaminare gli effetti della dieta mediterranea per chi ha il diabete analizzando un campione di 215 persone con nuova diagnosi di diabete di tipo 2: 108 sono stati sottoposti a una dieta di tipo mediterraneo  e 107 a una dieta a basso contenuto di grassi. L’obiettivo era valutare i livelli circolanti nel sangue di due indicatori: la Proteina C reattiva, detta anche Pcr (o Crp, C-reactive protein), che è un indice di infiammazione, associata al diabete, e, quando i livelli sono alti, indica elevato stato infiammatorio; la adiponectina, un ormone prodotto dal tessuto adiposo che svolge importanti azioni di protezione nei confronti dell’apparato cardiovascolare.

I due gruppi sono stati seguiti per un totale di 8.1 anni in modo da avere un adeguato lasso di tempo per misurare gli effetti della dieta mediterranea per chi ha il diabete di tipo 2 e fare significativi confronti con chi seguiva un differente regime alimentare. Dopo un anno di osservazione, la Pcr era diminuita del 37% e l’adiponectina aumentata del 43% nel gruppo a dieta mediterranea, mentre entrambi i parametri non hanno mostrato variazioni nel gruppo con dieta a basso tenore di grassi.

Sono stati valutati il peso corporeo, l’indice Homa (metodo per valutare l’insulinoresistenza), la Pcr, l’adiponectina e sue frazioni, alla visita basale, a un anno, due anni, quattro anni e al termine dello studio. La variazione delle frazioni di adiponectina (a elevato e a basso peso molecolare) ha mostrato andamento simile a quello dell’adiponectina totale. I pazienti diabetici con i punteggi più alti di aderenza alla dieta mediterranea (6-9 punti), cioè quelli che l’hanno seguita e rispettata più regolarmente, hanno mostrato minori livelli circolanti di Pcr e un aumento di quelli di adiponectina totale rispetto ai pazienti diabetici con scarsa aderenza alla dieta (<3 punti). Nei pazienti del gruppo a dieta mediterranea con fallimento del trattamento dietetico (che quindi non hanno seguito il regime alimentare mediterraneo con costanza) l’Homa e i valori di Pcr sono risultati più elevati, mentre quelli di adiponectina totale sono risultati più bassi rispetto a quei pazienti che, al contrario, avevano mantenuto una compliance ottimale alla dieta. La dieta mediterranea esercita dunque un effetto anti-infiammatorio durevole nei pazienti con diabete tipo 2 di nuova diagnosi; tale effetto però si perde nei pazienti che non mantengono l’aderenza alla dieta.

Per saperne di più: “L’effetto antinfiammatorio della dieta mediterranea in pazienti con diabete tipo 2 è di lunga durata: follow-up di un trial controllato a 8 anni” – E. Della Volpe, M. Maiorino, M. Petrizzo, M. Improta, A. Sarnataro, D. Giugliano, K. Esposito – Dipartimento di Scienze Mediche, Chirurgiche, Neurologiche, Metaboliche e dell’Invecchiamento – Seconda Università degli Studi di Napoli – Dipartimento Medico-Chirurgico di Internistica Clinica e Sperimentale “F. Magrassi – A.Lanzara” – Seconda Università degli Studi di Napoli.