L’impiego dei farmaci agonisti del recettore del peptide-1 glucagone-simile (GLP‑1 RA), come il semaglutide, potrebbe essere associato a un aumento significativo del rischio di sviluppare la forma neo-vascolare della degenerazione maculare legata all’età (nAMD), nota anche come “maculopatia umida”. A lanciare l’alert sono gli scienziati dell’Università di Toronto e del St. Michael’s Hospital – Unity Health Toronto, firmatari di un nuovo studio osservazionale condotto in Canada e pubblicato su JAMA Ophthalmology.  La ricerca mostra come nei pazienti diabetici in trattamento con GLP‑1 RA il rischio di andare incontro a questa grave forma di patologia retinica è risultato circa doppio rispetto ai pazienti diabetici non trattati con gli stessi farmaci.

OLTRE 46MILA PAZIENTI INCLUSI NELLO STUDIO

Lo studio ha coinvolto una vasta coorte di oltre 46mila pazienti esposti a GLP‑1 RA, messi a confronto con un gruppo di controllo di oltre 92mila soggetti abbinati per caratteristiche cliniche e demografiche. Tutti i partecipanti erano adulti con diabete, con un’età media superiore ai 66 anni, seguiti nel periodo compreso tra il 2020 e il 2023. A colpire è stato il dato numerico: lo 0,2% del gruppo trattato con GLP‑1 RA ha sviluppato nAMD, contro lo 0,1% del gruppo di controllo, con un hazard ratio stimato pari a 2,2 (intervallo di confidenza 95%: 1,65–2,96). Nonostante l’incidenza assoluta sia bassa, l’incremento relativo del rischio è statisticamente e clinicamente rilevante.

L’AMD

La degenerazione maculare legata all’età (AMD) rappresenta una delle principali cause di cecità irreversibile nei Paesi occidentali. Nel 2020, si stimava colpisse circa 196 milioni di persone nel mondo, con proiezioni che parlano di oltre 280 milioni di casi entro il 2040. Sebbene la forma più frequente sia quella atrofica o “secca”, che costituisce circa l’85–90% dei casi, è la variante neo-vascolare (più rara ma più aggressiva) a essere responsabile della maggior parte delle gravi perdite visive. Quest’ultima comporta la formazione di vasi sanguigni anomali sotto la retina, provocando danni permanenti alla visione centrale e rendendo difficili o impossibili attività quotidiane fondamentali come la lettura o la guida.

I FATTORI CHE INCREMENTANO I RISCHI

Dai dati emersi nello studio canadese, il rischio di sviluppare maculopatia umida aumenta significativamente con la durata dell’esposizione ai GLP‑1 RA. In particolare, nei pazienti trattati da oltre 30 mesi, l’incremento del rischio supera di tre volte quello dei soggetti non esposti. L’età avanzata e la storia di eventi cerebrovascolari, come l’ictus, si confermano ulteriori fattori aggravanti, capaci di amplificare la probabilità di insorgenza della patologia retinica. Per i pazienti diabetici in terapia con GLP‑1 RA, questi risultati aprono un nuovo fronte di riflessione. Il raddoppio del rischio, pur a fronte di numeri assoluti contenuti, pone l’accento sulla qualità della vita e sulla prevenzione di danni potenzialmente irreversibili alla vista. I benefici dei GLP‑1 RA sono ormai ben documentati: miglior controllo della glicemia, riduzione del peso corporeo, protezione cardiovascolare. Tuttavia, di fronte a questi dati, appare sempre più urgente bilanciare attentamente vantaggi e rischi, soprattutto in popolazioni clinicamente più vulnerabili.

RICERCA E PREVENZIONE SONO LE PAROLE D’ORDINE

Gli autori dello studio sottolineano che i dati disponibili, essendo osservazionali, non consentono di stabilire una relazione causale certa tra l’uso di GLP‑1 RA e la comparsa di nAMD. Saranno necessari ulteriori studi per chiarire i meccanismi fisiopatologici sottostanti. Tra le ipotesi più accreditate vi sono l’aumento dello stress ossidativo, alterazioni del microambiente retinico o un impatto diretto sul metabolismo vascolare retinico. Nel frattempo, prudenza e monitoraggio diventano parole chiave. Per i pazienti diabetici con fattori di rischio oculari o vascolari, si raccomanda una sorveglianza oftalmologica periodica, una valutazione personalizzata del rapporto rischio/beneficio e particolare attenzione alla comparsa di eventuali disturbi visivi.

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