Un trattamento antidiabete come il semaglutide potrebbe fare la differenza nella sopravvivenza degli anziani colpiti da tumore. È quanto emerge da uno studio pubblicato su JAMA Network Open e condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università della Florida: secondo i risultati, gli agonisti del recettore del GLP-1 (GLP-1RA) sono associati a una riduzione significativa della mortalità per tutte le cause, rispetto a un’altra classe di farmaci per il diabete, gli inibitori della DPP-4 (DPP-4i). Una differenza che potrebbe cambiare il modo in cui si gestiscono i pazienti più fragili.

LO STUDIO: DATI DA OLTRE 5MILA PAZIENTI

La ricerca ha coinvolto oltre 5mila persone affette da diabete di tipo 2 e da un tumore – tra cui colon-retto, seno, prostata, polmone, rene, pancreas, vescica, tiroide ed endometrio – suddivise in due gruppi: il primo in trattamento con GLP-1RA, il secondo con DPP-4i. L’obiettivo era valutare se l’impiego degli agonisti del GLP-1 fosse associato a un vantaggio in termini di sopravvivenza globale.

UNA RIDUZIONE DEL 40% DEL RISCHIO DI MORTE

L’analisi ha mostrato che i pazienti trattati con GLP-1RA avevano un rischio di morte per tutte le cause inferiore del 40% rispetto a quelli trattati con DPP-4i. Un risultato importante, che conferma e amplia quanto già suggerito da studi precedenti sull’effetto di questi farmaci, non solo sul controllo glicemico ma anche sul sistema cardiovascolare e, forse, sull’oncologia.

UNA PROTEZIONE ANCORA DA COMPRENDERE

I ricercatori sottolineano che non è ancora chiaro il motivo preciso di questo effetto protettivo. Potrebbe essere legato a un insieme di azioni sistemiche: riduzione dell’infiammazione, miglioramento del metabolismo insulinico, effetto sulla crescita tumorale. “Le differenze di sopravvivenza osservate – spiegano – potrebbero riflettere effetti specifici della classe GLP-1RA nel ridurre la progressione del cancro e nel migliorare la salute complessiva”.

VERSO NUOVE IPOTESI DI CURA

Lo studio apre la strada a nuove ipotesi di trattamento nei pazienti oncologici con diabete, ma è chiaro che saranno necessari ulteriori studi clinici per confermare il ruolo diretto dei GLP-1RA sulla sopravvivenza in oncologia. L’auspicio è che, anche grazie a questi risultati, si possa arrivare a una gestione sempre più personalizzata e integrata della persona con diabete e tumore.

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