Il tema della Giornata mondiale del diabete 2019 è “la famiglia e il diabete”, scelto per sottolineare al tempo stesso l’importanza del ruolo della famiglia nella cura, gestione e prevenzione del diabete e l’impatto che una diagnosi può avere non soltanto sul paziente, ma anche su chi gli sta vicino. Era stato questo il tema anche dell’edizione del 2018, data la centralità che ha la famiglia come chiave per affrontare il problema del diabete, sia dal punto di vista delle singole persone sia da un punto di vista sociale più ampio.

“La famiglia e il diabete” è stato il tema scelto anche per l’edizione 2019 del World diabetes day: per sottolineare e rafforzare l’importanza del suo ruolo nell’aiutare, materialmente e psicologicamente, il paziente a gestire la propria condizione, ma anche nel prevenire l’insorgere della patologia e delle sue complicanze.

Il World diabetes day, che si celebra tutti gli anni il 14 novembre, è stato lanciato nel 1991 dalla International diabetes federation (Idf) e dalla Organizzazione mondiale della sanità (Oms): è la più grande campagna mondiale di informazione e sensibilizzazione sul diabete, rivolta a popolazione e istituzioni, e coinvolge oltre un miliardo di persone in più di centosessanta Paesi (Italia compresa). Dal 2007 l’evento -che prevede convegni, screening glicemici nelle piazze, spettacoli, varie iniziative informative- è stato riconosciuto da una risoluzione dell’Onu quale “Giornata delle Nazioni unite” ed è graficamente rappresentato dal logo del cerchio blu. Il 14 novembre rappresenta il culmine simbolico di un impegno che in realtà si articola per tutti i dodici mesi.

Quest’anno, ancora una volta, Idf si propone come obiettivo quello di rafforzare la consapevolezza sul diabete e di promuovere il ruolo della famiglia nella gestione, cura, prevenzione ed educazione. Perché la famiglia può fare molto sia per individuare il diabete ai primi sintomi, sia per prevenire il diabete di tipo 2, sia nell’aiutare la persona diabetica a gestire bene la sua condizione. A sua volta ha però bisogno di essere aiutata e sostenuta nell’affrontare tutte le difficoltà che una diagnosi di diabete comporta per chi ne è colpito personalmente e per chi gli sta accanto (problemi che in molti Paesi sono anche economici e di accessibilità alle cure).

Idf sa bene quanto sia importante che le famiglie siano informate, conoscano il problema e sappiano che cosa fare, siano in grado di riconoscere precocemente i sintomi della patologia, imparino quali sono i fattori di rischio, abbiano chiara visione di come si gestisce la condizione diabetica. In realtà, oggi questa conoscenza non è adeguatamente diffusa. Ricerche internazionali condotte dalla stessa Idf dimostrano, per esempio, che spesso i genitori hanno difficoltà a individuare la patologia nei loro figli e che, anche in famiglie in cui è presente una persona con diabete, quattro familiari su cinque fanno fatica a riconoscerne i sintomi e uno su tre non sa coglierli affatto.

È quindi necessario, raccomanda Idf, aumentare il livello di educazione e conoscenza consapevole: attualmente, purtroppo, (pur con differenze tra Paesi più e meno sviluppati) si stima che meno di una persona su 4 in famiglie con diabetici abbia accesso a programmi di educazione sanitaria, e un operatore sanitario su 5 non riceva una formazione postlaurea sul diabete.

A livello mondiale, secondo Idf, un diabetico su due non è stato ancora diagnosticato: per queste persone, quindi, i rischi sono altissimi, dato che il diabete non trattato e non gestito è portatore di gravi complicanze, acute e croniche (è noto che il diabete mal curato è una delle principali cause, tra l’altro, di cecità, patologie cardiache, disfunzioni renali, amputazione di arti).

Secondo Idf, l’80% dei casi di diabete di tipo 2 può essere prevenuto con sani stili di vita: la famiglia, se adeguatamente preparata, può dare un contributo decisivo promuovendo abitudini alimentari e comportamentali corrette e salutari. Appello a governi e operatori sanitari: aiutate le famiglie a essere più informate sul diabete.

D’altra parte, ricorda la Idf, l’80% dei casi di diabete di tipo 2 si può prevenire con salutari stili di vita, e il 70% delle morti premature tra gli adulti è in gran parte dovuto a comportamenti sbagliati cominciati nell’adolescenza. Appare evidente come una famiglia che abbia coscienza e conoscenza della problematica possa fare molto per agire positivamente su abitudini e modi di vita errati e dannosi, oltre che per sostenere psicologicamente e materialmente un proprio familiare a cui sia stato diagnosticato il diabete.

Le famiglie hanno un ruolo significativo da giocare nel sostenere i loro cari con diabete, ma hanno bisogno di aiuto per poter affrontare al meglio l’onere economico ed emotivo che una diagnosi di diabete può comportare, dato che l’arrivo di un diabete in famiglia può creare smarrimento e paura. Idf sottolinea allora che è vitale che gli operatori sanitari e i governi aumentino i loro sforzi per assicurare un migliore accesso ai trattamenti e all’educazione sanitaria per tutti coloro che sono coinvolti dal problema diabete.

Per maggiori informazioni, si può consultare il nostro articolo precedente qui e il sito del World diabetes day, cliccando qui.

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