I piani terapeutici per il diabete hanno bisogno di cambiamenti: lo scrivono in una recentissima lettera congiunta all’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) le principali associazioni scientifiche e professionali della diabetologia (Associazione medici diabetologi – Amd, Società italiana di diabetologia – Sid e Società italiana di endocrinologia – Sie). Le società diabetologiche chiedono infatti nell’immediato la proroga e in prospettiva l’abolizione dei piani terapeutici relativi ai farmaci anti-diabete. E insieme ribadiscono la richiesta, già altre volte avanzata, di consentire ai medici di famiglia di prescrivere questi medicinali innovativi, oggi riservati allo specialista.

In una lettera all’Aifa, Amd, Sid e Sie chiedono cambiamenti nelle regole sui piani terapeutici per il diabete e domandano la “immediata proroga della validità dei piani terapeutici per farmaci innovativi per la cura del diabete, con estensione della prescrivibilità ai medici di medicina generale”.

La lettera, datata 12 novembre 2020, e indirizzata al direttore generale dell’Agenzia del farmaco Nicola Magrini, chiede appunto, come si legge nell’oggetto, la “immediata proroga della validità dei piani terapeutici per farmaci innovativi per la cura del diabete, con estensione della prescrivibilità ai medici di medicina generale”.

Più in particolare, tenendo conto delle allarmanti difficoltà generate dall’emergenza Coronavirus, le associazioni diabetologiche chiedono che siano “definitivamente aboliti i piani terapeutici per la prescrizione in regime di rimborsabilità dei farmaci contro il diabete, e che sia estesa ai medici di medicina generale la facoltà di prescrivere anche i farmaci antidiabetici di ultima generazione”.

Il piano terapeutico è una particolare prescrizione intestata a un singolo paziente, necessaria per alcuni farmaci che possono essere prescritti soltanto da centri specialistici e che deve essere periodicamente rinnovata. Nel caso del diabete, secondo le associazioni scientifiche, è diventata un elemento di rigidità e di ostacolo, che non facilita l’appropriatezza delle cure, specialmente in una fase come quella attuale, dove la pandemia Covid-19 ha tolto spazio all’assistenza per le altre patologie, comprese quelle serie quali il diabete.

Tre obiettivi complementari: la proroga della validità dei piani terapeutici in scadenza fino al superamento della emergenza Coronavirus; la prescrivibilità dei farmaci innovativi antidiabete da parte dei medici di famiglia; l’abolizione dell’obbligo di piano terapeutico per la prescrizione in regime di rimborsabilità di questi farmaci.

Le tre società scientifiche chiedono dunque “l’implementazione immediata di tutti i provvedimenti necessari a un’ulteriore proroga della validità dei piani terapeutici per i farmaci destinati alla terapia del diabete fino alla risoluzione dell’attuale situazione di emergenza, determinata dalla diffusione in Italia dell’infezione da nuovo Coronavirus”.

Inoltre si chiede: “l’estensione ai medici di medicina generale della possibilità di prescrivere in rimborsabilità i farmaci per la cura del diabete di ultima generazione” e “l’eventuale abolizione definitiva dell’obbligo di piano terapeutico per la prescrizione in regime di rimborsabilità dei suddetti farmaci”.

Amd, Sid e Sie: “Invitiamo a considerare come il sovraffollamento dei servizi di diabetologia, ancora più rischioso in questo periodo, sia da imputare prevalentemente alla presenza di pazienti che sono costretti a rivolgersi alle strutture di diabetologia per il solo rinnovo dei piani terapeutici e delle prime prescrizioni dei farmaci antidiabete”.

Perché diabetologi ed endocrinologi ritengono necessari questi interventi? Così lo spiegano nella lettera: “La richiesta di proroga della validità dei piani terapeutici è motivata dalla sempre maggiore difficoltà per le persone con il diabete di accedere alle proprie terapie a causa delle restrizioni alla mobilità e all’ingresso presso le strutture sanitarie a causa della pandemia; a tale riguardo va altresì considerato che nel periodo di lockdown si è assistito a un’evidente diminuzione della popolazione assistita presso le strutture di diabetologia, così come alla riduzione del numero di nuove diagnosi, con conseguente ritardo nell’avvio o nell’intensificazione delle terapie” (ne abbiamo parlato più ampiamente qui).

Quindi -argomentano Amd, Sid e Sie- la necessità di estensione della possibilità di prescrivere i nuovi farmaci antidiabete anche ai medici di medicina generale e l’abolizione definitiva degli stessi piani terapeutici sono motivate da “ragioni inerenti alla tutela della salute delle persone con diabete e più in generale della salute pubblica”.

Infatti, tra le cause principali del “sovraffollamento dei servizi di diabetologia, ancora più rischioso in questo periodo”, la lettera indica proprio la “presenza di pazienti che sono costretti a rivolgersi alle strutture di diabetologia per il solo rinnovo dei piani terapeutici e delle prime prescrizioni dei farmaci antidiabete”.

“Rafforzare il coordinamento tra medici di medicina generale e i centri di diabetologia clinica”

“Alla luce di questo dato -concludono le società scientifiche- si ritiene opportuna l’inclusione dei mmg tra i soggetti prescrittori dei farmaci per la cura del diabete anche di ultima generazione, rafforzando il coordinamento tra gli stessi e i centri di diabetologia clinica anche grazie all’uso delle tecnologie più avanzate nell’ambito della telemedicina e del teleconsulto. Non va poi trascurata l’importanza di giungere, il prima possibile, a un’abolizione definitiva dei piani terapeutici, alla luce della documentata efficacia clinica, della safety di queste terapie, oltre che del consistente abbassamento del loro costo medio”.

La missiva inviata all’Aifa porta la firma dei tre presidenti: Paolo Di Bartolo (Associazione medici diabetologi), Francesco Purrello (Società italiana di diabetologia), Francesco Giorgino (Società italiana di endocrinologia).

Emanuela Baio (Comitato per i diritti della persona con diabete): “Il piano terapeutico dovrebbe essere rinnovato soltanto se il diabetologo dice che deve essere rinnovato”.

Proprio in questi giorni, in occasione della Giornata mondiale del diabete 2020, dedicata agli infermieri (leggi qui), si sono svolti in Italia vari eventi dedicati alla patologia e il tema dei piani terapeutici per il diabete, così come quello dell’attuale regiome di prescrivibilità dei farmaci di nuova generazione, è stato spesso affrontato in termini critici.

Lo si è rilevato, per esempio, durante la videoconferenza istituzionale dedicata alla Giornata mondiale, tenutasi presso la Camera dei deputati sul temaDiabete e covid-19: assicurare l’assistenza alla persona con diabete”, dove il presidente di Amd Paolo di Bartolo e il presidente eletto della Sid Agostino Consoli hanno ribadito i concetti espressi nella lettera all’Aifa.

All’evento hanno partecipato altri relatori, che hanno espresso il loro parere su questi temi.

Il presidente di Diabete Italia Stefano Nervo, per esempio, inquadrando uno dei punti chiave della questione, ha posto eplicitamente il quesito: “Perché ogni anno si deve intasare lo studio dello specialista per rinnovare il piano terapeutico, quando di solito quello nuovo è uguale al precedente?”.

Sulla stessa lunghezza d’onda è Emanuela Baio, presidente del Comitato per i diritti della persona con diabete, che ha criticato il principio del rinnovo periodico del piano terapeutico a scadenze fisse: “Il piano terapeutico deve essere rinnovato soltanto se il diabetologo dice che deve essere rinnovato, se c’è una situazione di squilibrio del diabete”.

Sulla prescrivibilità dei nuovi farmaci antidiabete da parte dei medici di base, le società e associazioni diabetologiche hanno il consenso dei medici di medicina generale, che nell’evento alla Camera erano rappresentati dal presidente della Simg, Società italiana di medicina generale e delle cure primarie, Claudio Cricelli, il quale ha dichiarato piena sintonia e condivisione in merito alle richieste di Sid, Amd e Sie. (SV)