Il Pnrr, Piano nazionale di ripresa e resilienza può essere un’opportunità per migliorare la cura e l’assistenza per chi è affetto da diabete? Se ne è parlato recentemente a uno dei convegni promossi da Motore Sanità con Amd (Associazione medici diabetologi) sul tema “La pandemia diabete tipo 2: dai modelli organizzativi alle criticità gestionali alle nuove opportunità di cura”.

Il Pnrr prevede investimenti importanti nella sanità: può essere una opportunità per migliorare l’assistenza e la cura delle persone con diabete.

Il Piano, approvato nel 2021 dall’Italia e concepito per rilanciare l’economia dopo l’emergenza Covid, è finanziato con fondi dell’Unione Europea (in parte sovvenzioni a fondo perduto e in parte prestiti) e prevede investimenti importanti anche nella sanità. E quando si parla di sanità, il diabete dovrebbe essere uno dei primi argomenti di cui discutere e uno dei principali settore ai quali destinare risorse economiche.

In particolare, il programma del Pnrr per la sanità intende attuare una riforma dell’assistenza territoriale che renda i servizi sanitari più diffusi, più vicini al cittadino, più facili da raggiungere. Uno degli strumenti con cui si dovrebbe mettere in pratica questa riforma è l’istituzione delle case della comunità: non ospedali, ma punti di assistenza primaria (visite, prestazioni ambulatoriali, screening, vaccinazioni eccetera), aperti 24 ore su 24, uno ogni 40-50mila abitanti. Dovrebbero ospitare medici di famiglia, pediatri di libera scelta, infermieri, assistenti sociali, ma anche “medici specialisti per le patologie a elevata prevalenza” quale appunto è il diabete.

Funzioneranno? Saranno bene organizzate? Ce ne saranno abbastanza per realizzare la auspicata vicinanza ai cittadini? Ci si augura di sì, anche se non mancano i dubbi come quelli espressi dall’associazione Cittadinanzattiva, che potete leggere qui.

Dal canto loro, i diabetologi di Sid e Amd (come potete leggere qui sul nostro sito) sono convinti che il Piano di ripresa e resilienza sia una occasione da non perdere per rafforzare la diabetologia, ridisegnando la assistenza territoriale puntando sulla medicina di prossimità. Chiedono però che la rete dei centri di diabetologia sia ulteriormente potenziata e messa in condizione di interagire con le nuove case della comunità.

Benini (Fand): “Il Pnrr e il Dm 77 sono un’occasione unica da non perdere”.

Dalla parte dei pazienti, ha partecipato agli incontri di Motore Sanità e Amd anche il presidente della storica associazione Fand Emilio Augusto Benini, ugualmente interessato alle prospettive che il Pnrr e il Decreto ministeriale 77, legato al piano, possono aprire.

Secondo Benini, si sta osservando “una crescita delle persone con diabete e dall’altro un servizio sanitario che non riesce e dare risposte alle tante richieste per le tante ragioni conosciute (scarsità di specialisti, medici di medicina generale, sanitari, in generale scarsità di risorse anche economiche)”.

In questa situazione -continua il presidente di Fand- va ripensato l’approccio organizzativo e il Pnrr e il Dm 77 sono un’occasione unica da non perdere. Le case di comunità, se ben organizzate, possono affettivamente dare servizi al territorio non solo sanitari, ma anche sociali. Il ruolo delle associazioni, così come previsto dal Dm 77, sarà molto importante nelle case di comunità e Fand sta da tempo organizzando corsi “Diabetico Guida” sia per aiutare i team diabetologici sia per essere presenti nelle case di comunità mettendo al servizio delle persone con diabete le proprie competenze acquisite, ovviamente escludendo gli aspetti clinici”.

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