Dal 2024 in Italia sarà possibile attuare uno screening pediatrico nazionale per individuare diabete tipo 1 e celiachia nei bambini. Lo consente una legge approvata in questo mese di settembre 2023 dal Parlamento.

Approvata una legge che introduce lo screening pediatrico nazionale per individuare diabete tipo 1 e celiachia nei bambini.

La normativa -che stabilisce “Disposizioni concernenti la definizione di un programma diagnostico per l’individuazione del diabete di tipo 1 e della celiachia nella popolazione pediatrica”- ha avuto l’approvazione del Senato, dopo quello ricevuto dalla Camera dei deputati. Ora resta da compiere il passo definitivo con un decreto che fissi criteri e regole per la elaborazione del programma diagnostico.

Il provvedimento (il cu primo firmatario è il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè) è stato promosso da Fondazione Italiana Diabete (Fid), che ha salutato l’approvazione della norma con grande soddisfazione.

Fid: la legge consentirà di prevenire, nei bambini destinati ad avere il diabete di tipo 1, l’insorgenza dei sintomi più pericolosi, come la chetoacidosi.

“La legge -spiega la Fid- consentirà, dal 2024, di prevenire, nei bambini da 1 a 17 anni, destinati ad avere il diabete di tipo 1, l’insorgenza dei sintomi più pericolosi, come la chetoacidosi, che può essere letale; permetterà di avere maggiori informazioni per comprendere meglio le cause della malattia, con la possibilità di introdurre strategie farmacologiche per rallentarla e possibilmente fermarla. Oggi circa la metà dei 1400 bambini diagnosticati con diabete di tipo 1 ogni anno in Italia arriva in chetoacidosi in ospedale, rischiando il coma, danni permanenti e anche la morte. Inoltre, permetterà di diagnosticare precocemente la celiachia”, una patologia che colpisce un bambino su 60, ma che ha un alto tasso di casi non diagnosticati.

Oltre allo screening pediatrico nazionale su diabete tipo 1 e celiachia, la legge istituisce un Osservatorio Nazionale su queste due patologie e prevede la realizzazione di campagne informative per sensibilizzare la popolazione.

Il presidente di Fid Nicola Zeni sottolinea così l’importanza della legge: “È purtroppo noto che i familiari delle persone con diabete di tipo 1 -penso in particolare a fratelli, sorelle e figli- hanno un rischio maggiore di sviluppare la malattia rispetto alla popolazione generale e quindi poter evitare esordi complessi o ritardare (oggi) e prevenire (sperabilmente in futuro) l’insorgenza della malattia ci darebbe un grande sollievo”.

Bosi (San Raffaele): “Risparmiare a bambini e famiglie un esordio solitamente traumatico del diabete di tipo 1 è il primo obiettivo della legge”.

Approfondisce Emanuele Bosi, primario di Medicina interna al San Raffaele ed estensore scientifico del provvedimento: “Risparmiare a bambini e famiglie un esordio solitamente traumatico del diabete di tipo 1 è il primo obiettivo della legge. Poter identificare e seguire persone destinate ad ammalarsi darà un fortissimo impulso alla ricerca di terapie, che, già oggi, riescono a rallentare o bloccare la patologia e renderà sempre più vicino l’obiettivo di comprenderne la causa, in modo che ogni cura, preventiva o successiva, possa essere il più efficace possibile”.

Sid: una legge di grande importanza

Un plauso a questa legge è arrivato anche dalla Società italiana di diabetologia (Sid), la cui presidente eletta Raffaella Buzzetti ha ricordato che questo provvedimento è di grande importanza  e conferma l’Italia come un Paese all’avanguardia nel contrasto al diabete.

La Sid fa notare in particolare che il diabete di tipo 1 (che oggi riguarda in Italia circa trecentomila persone) è in continuo aumento e che un programma di screening come quello previsto dalla nuova normativa è uno strumento importante per individuare i casi il più presto possibile, evitando condizini cliniche gravi, e poterli quindi curare nel migliore dei modi.

Il consenso dei pediatri

Consenso è stato espresso anche dalla Fimp (Federazione italiana medici pediatri): il presidente Antonio D’Avino si è detto certo che questa misura rappresenterà un valido strumento per la diagnosi precoce delle due patologie.

“La Federazione, insieme a tutta la rete composta da oltre 7mila pediatri di famiglia attivi sul territorio -ha aggiunto- è a disposizione delle istituzioni per individuare un percorso condiviso affinché lo screening diventi presto realtà in tutto il Paese, a beneficio della salute di migliaia di bambini e adolescenti”.

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