Il “DiaDay 2019”, la campagna di screening sul diabete in farmacia, dedica la sua terza edizione al tema attualissimo dell’aderenza alla terapia antidiabete da parte del paziente. Dall’11 al 16 novembre nelle farmacie italiane che aderiscono all’iniziativa le persone con diabete potranno misurare il loro grado di “compliance”, cioè quanto correttamente seguano le prescrizioni del diabetologo o del loro medico di famiglia.
Terza edizione del “DiaDay”: dall’11 al 16 novembre nelle farmacie italiane si potrà compilare un questionario per misurare quanto il paziente con diabete sia attento a rispettare la terapia che gli è stata prescritta.
L’iniziativa è promossa da Federfarma, il sindacato nazionale dei titolari di farmacia, e si svolge in occasione della Giornata mondiale del Diabete, la grande manifestazione lanciata dall’Organizzazione mondiale della Sanità e dall’International diabetes federation in più di 160 nazioni, in programma, come sempre, il 14 novembre (e dedicata quest’anno alla famiglia – vedi qui e qui).
Se negli anni passati la campagna in farmacia mirava a far emergere casi di diabete non diagnosticato o soggetti a rischio (come i prediabetici), quest’anno si è spostato il riflettore sull’aderenza alla terapia da parte di chi diabetico è già e sa di esserlo (che sia di tipo 1 o di tipo 2).
La scarsa aderenza alla terapia antidiabete è un problema serio: un milione e mezzo di diabetici non seguono la terapia correttamente e, secondo l’Associazione medici diabetologi, è una delle ragioni per cui meno della metà delle persone con diabete di tipo 2 ha valori di emoglobina glicata ottimali.
Il problema in primo piano è molto serio, perché, se chi ha il diabete non osserva scrupolosamente la terapia prescrittagli, si cura male e si espone così a rischi gravi di complicanze legate a una patologia mal gestita: sappiamo invece che una terapia mirata e accuratamente rispettata permette al paziente di convivere serenamente con il diabete. Il punto è che, secondo l’OsMed (l’Osservatorio nazionale sull’impiego dei medicinali dell’Agenzia italiana del farmaco), ben un milione e mezzo di diabetici non seguono la terapia con la regolarità e l’attenzione dovute.
Anche la Associazione medici diabetologi ha più volte segnalato con preoccupazione che molte persone con diabete di tipo 2 non tengono la glicemia sotto controllo in maniera adeguata e tra i motivi più ricorrenti vi è proprio una scarsa aderenza alla terapia. Capita così che meno della metà delle persone con diabete di tipo 2 abbia valori di emoglobina glicata ottimali, cioè sotto il 7% raccomandato dalle linee guida.
Il presidente di Amd Domenico Mannino è ben consapevole delle difficoltà soggettive e oggettive che una persona con diabete deve affrontare quotidianamente per gestire la sua condizione, ma non per questo si può trascurare un passaggio fondamentale come osservare bene le prescrizioni.
Dice infatti Mannino: “La convivenza con una patologia cronica come il diabete e il percorso terapeutico che essa comporta richiedono un profondo sforzo da parte del paziente, che deve modificare diversi aspetti della sua routine quotidiana. Uno di questi è ovviamente l’alimentazione, cui deve prestare particolare attenzione. C’è poi il piano di cura vero e proprio, con i farmaci da assumere, a cui bisogna attenersi quanto più scrupolosamente possibile. Tutte queste indicazioni possono far apparire il trattamento della patologia diabetica molto complesso, generando ansia, dubbi e perplessità e provocando, talvolta, episodi di mancata adesione alla terapia. Oggi, per colmare davvero il gap esistente sul fronte della compliance, è quanto mai necessario incrementare l’empowerment del paziente, investendo tempo ed energia per informarlo in modo approfondito e renderlo consapevole dei benefici delle terapie. Solo così possiamo supportarlo nell’adesione al percorso di cura, ma soprattutto possiamo consentirgli di diventare sempre più autonomo nel gestire la patologia, seguendo le indicazioni del team diabetologico”.
La campagna di Federfarma vuole essere proprio un contributo in direzione di un rafforzamento della consapevolezza del paziente, sfruttando le possibilità offerte dal rapporto fiduciario tra cittadino e farmacista.
Intervistato sul giornale della Federazione dei titolari di farmacia, Farma 7, Vittorio Contarina, vicepresidente nazionale di Federfarma e responsabile del DiaDay 2019, spiega così la filosofia della imminente edizione della manifestazione: “Molti pazienti credono di essere aderenti, ma poi, quando scavi un po’, scopri che sono di manica larga nel giudicarsi ed ecco allora l’opportunità di controllare il loro reale grado di aderenza, dopo aver ovviamente ottenuto il consenso. Questo è il passo in più che vogliamo fare: per due anni abbiamo rilevato i diabetici inconsapevoli, quelli in prediabete e quelli a rischio. Con questa terza edizione del DiaDay, invece, andiamo a controllare come il paziente segue la prescrizione farmacologica del medico. Potremo così ottenere nuovi dati, anch’essi importanti, soprattutto sui comportamenti del diabetico di tipo 2, e capire quanto lo Stato potrebbe risparmiare da una migliore aderenza. Sono convinto che il Ssn potrebbe risparmiare tanto, soldi poi da investire in salute: quindi, più salute, più risparmio, proprio gli obiettivi che da sempre si pone il DiaDay”.
Il cittadino con diabete che lo vorrà potrà rintracciare la farmacia per lui più comoda tra le migliaia aderenti al DiaDay 2019 (l’elenco è sul sito di Federfarma) e compilare il questionario che il farmacista gli proporrà, il test di Morisky, validato dalla comunità scientifica mondiale. “Quanto più il punteggio ottenuto sarà alto, tanto maggiore sarà l’aderenza del diabetico alla terapia -illustra Contarina- Se, invece, sarà basso, ecco l’opportunità per far presente al paziente i rischi delle complicanze di una malattia asintomatica, tanto subdola quanto pericolosa. È proprio rilevando certe mancanze che si educa alla salute, che si ottengono risparmi e si migliora lo stile di vita dei cittadini”.
Lo screening permetterà di raccogliere (sempre nel rispetto della normativa sulla privacy) dati statistici sul comportamento dei pazienti, che saranno analizzati e rielaborati dal Comitato scientifico della campagna e poi pubblicati e consegnati ai responsabili istituzionali della sanità, affinché possano prendere misure per affrontare la problematica.
Contarina richiama l’attenzione sull’importante ruolo che il farmacista può avere sul piano del consiglio e dell’informazione al paziente per accrescere la sua conoscenza e fargli correggere i comportamenti errati. Commenta il responsabile del DiaDay: “Il diabete non si affronta soltanto farmacologicamente con ipoglicemizzanti e insulina, ma anche con precisi stili di vita, sul piano cioè dietetico e dell’attività fisica. Farmaci, dieta e sport sono tutte e tre “medicine” e, mentre la prima è di esclusiva competenza medica, sulle ultime due molto può fare anche il consiglio del farmacista”.