Pronking e diabete: lo sport è come un vestito

Sport con il diabete: è importante praticarlo e saperlo fare bene, cioè non soltanto con regolarità e costanza, ma anche scegliendo accuratamente il tipo e le modalità di attività fisica più adatti alla persona e alle caratteristiche particolari del suo diabete (in questi tempi di Covid è certo più difficile, ma, sperando che l’emergenza e quindi la clausura forzata finiscano presto, si possono intanto seguire i consigli dell’Associazione nazionale italiana atleti diabetici, Aniad – leggete qui).

Cristina Cucchiarelli, diabetica di tipo 1 da vent’anni, ha elaborato un metodo (premiato dall’Idf), il Pronking, per insegnare alle persone con diabete come scegliere e praticare al meglio l’attività fisica, quale parte integrante della terapia.

Cristina Cucchiarelli, personal trainer, già ballerina e atleta, una grande passione per lo sport, convive da vent’anni con un diabete di tipo 1 e ha messo a punto un metodo specifico per insegnare alle persone con diabete come scegliere e praticare attività sportiva e fisica nella maniera migliore, in modo da trarne tutti i potenziali benefici (fisici, ma anche psicologici) ed evitarne i possibili rischi.

Il programma si chiama “Pronking Sport e diabete”, studiato ed elaborato nel corso degli anni e presentato in tante occasioni in Italia in campi educativi per persone con diabete di tutte le età. Come prova della sua validità ha ricevuto un importante riconoscimento dalla International diabetes federation nel 2017, con l’attribuzione a Cristina dello Europe Idf Prize in Diabetes.

Il Pronking (nome ispirato dal tipico salto in alto dell’antilope maschio che vuol dimostrare il proprio vigore) si basa sul principio, ormai riconosciuto, che l’attività sportiva e fisica è parte fondamentale della terapia del diabete, in particolare nel controllo metabolico e glicemico, insieme con insulina, farmaci, corretta alimentazione. Per questo va studiata e affrontata con rigore, applicando alla sua pratica sia le conoscenze mediche sia l’utilizzo delle nuove tecnologie.

Cristina Cucchiarelli vive a Roma e si è dedicata pienamente, studiando e approfondendo la materia nel corso del tempo, a diffondere i criteri-base per fare bene sport con il diabete. Ci ha rilasciato una intervista sul metodo Pronking, che di seguito vi proponiamo.

Anzitutto, una breve presentazione: lei è una donna giovane che da tanti anni convive con un diabete di tipo 1. Vuole dirci brevemente come è stato il percorso dalla scoperta della patologia alla capacità di padroneggiarla e gestirla?

Cominciò così, in un mattino del novembre 1999, in ambulatorio: “Signora, mi dispiace, ma devo comunicarle che sua figlia Cristina è affetta da diabete mellito insulinodipendente: purtroppo abbiamo riscontrato una glicemia a digiuno di 370 mg/dl ed è per questo che non riesce più a sostenere i suoi allenamenti quotidiani. Credo che da oggi in poi non potrà più praticare sport a livello agonistico”.

Avevo solo 17 anni, ero una ballerina professionista e giravo il mondo, ma da quel giorno la mia vita cambiò drasticamente.

Quattro volte al giorno iniezioni di insulina, tre di veloce e una lenta; niente più dolci, niente più coca-cola e merende fatte con i compagni di scuola: così è cominciata la mia relazione con il diabete.

Ma soprattutto persi un sogno, quello di diventare -chissà? forse, un giorno- una delle ballerine più brave del mondo e -come dire?- dal liberarmi in volo mi sono ritrovata schiacciata al suolo.

Purtroppo vent’anni fa non c’erano le competenze che ci sono oggi riguardo allo sport e alla gestione della malattia e l’unica cosa che mi sentivo continuamente ripetere era: “Cristina, devi smettere”. Ho vissuto diversi anni con sentimenti di impotenza, frustrazione e delusione, ma fu proprio allora che iniziai a riporre fiducia nelle mie sensazioni e nelle mie idee, così cominciai a studiarmi e a studiare. Del resto, non sono una persona dal carattere arrendevole e quindi non mi arresi.

Lei è stata ballerina e atleta e oggi, come personal trainer, insegna a fare sport in modo sano e salutare a chi ha il diabete. Come è arrivata a questo traguardo?

Il motore di questa ricerca è stato la necessità. Una necessità soprattutto emotiva, cioè dare agli altri quello che era stato tolto a me; poi, con il tempo, sviluppai anche la necessità di concepire una figura professionale che sapesse gestire, attraverso un metodo ben strutturato, l’attività sportiva, che sia fatta per passione o per professione o anche per raggiungere i propri obiettivi di vita sana.

Volevo conoscere e creare diversi approcci metodologici mirati a sostenere le persona con diabete insulinodipendente. E quindi, dopo due anni di ricerca trascorsi nel mio garage, ho iniziato a eseguire dei test sia su me stessa sia su altri ragazzi insulinodipendenti perché volevo capire quale fosse la risposta glicemica in base al tipo di attività svolta.

Testavo, osservavo e prendevo appunti, fin quando, un bel giorno, ho avuto un’illuminazione che mi ha portato a creare un algoritmo (depositato e registrato presso la Siae di Roma) che mi dà la possibilità di conoscere a priori il calo glicemico che si avrà durante la performance. Ho battezzato questo algoritmo “Pronking” (nome tecnico del salto effettuato dalle antilopi del Sudafrica per esprimere forza e vitalità): mi ha portato a essere nominata come candidata italiana agli Idf Europe Prize in Diabetes e poi esserne la vincitrice su 55 nazioni partecipanti.

Il suo progetto Pronking si presenta come un metodo scientificamente fondato per permettere alle persone con diabete di svolgere attività sportiva nel modo più efficace e sicuro, ricavandone tutti i vantaggi per la salute ed evitando gli eventuali rischi. Vuole descriverci la filosofia alla base di questo metodo per praticare bene lo sport con il diabete?

La scelta alla base della ricerca Pronking è stata quella di passare da un “coinvolgimento passivo” imposto dalla malattia, a un “coinvolgimento attivo”, voluto da ognuno per sé stesso. Non si è oggetti affetti da diabete, ma soggetti capaci di migliorare quotidianamente la propria qualità di vita.

Il lavoro messo in atto attraverso il Pronking si collega al diabete solo una volta conclamatosi e si intreccia volutamente con la capacità di gestire la patologia.

Il connubio tra trattamento insulinico, alimentazione e attività fisica è il sistema perfetto per il mantenimento e/o il miglioramento della salute del paziente, se programmati in base alle caratteristiche fisiopatologiche della persona.

Ci sono forum, campagne di controllo, conferenze, premi, e programmi di allenamento che nascono per sostenere tutti. Perché è di un “noi” che si parla.

“Dopo anni di esperienza “sul campo” vorrei permettermi di dire che il lavoro di “tipo misto” alternato tra lavoro aerobico e contro-resistenza ha portato, nel 99% dei casi, notevoli miglioramenti”.

Fare sport con il diabete è fondamentale perché l’attività fisica regolare e ben programmata permette di mantenere un buon controllo metabolico. Quali benefici ha potuto verificare con il metodo Pronking?

È risaputo che un buon controllo metabolico è condizione indispensabile per la prevenzione delle complicanze del diabete. Da questo punto di vista, l’attività fisica correttamente praticata ha diversi positivi effetti: aumenta la sensibilità all’insulina; induce un profilo lipidico meno aterogeno; riduce i livelli di trigliceridi Vldl; aumenta il colesterolo ”buono” Hdl; riduce il colesterolo ”cattivo” Ldl; contribuisce alla prevenzione delle malattie cardiovascolari; favorisce la perdita di peso; aiuta la riduzione del grasso totale e in particolare di quello addominale ”insulinoresistente”; aumenta l’azione post-recettoriale dell’insulina (aumento di glut4 nel muscolo e della sua traslocazione alla superficie cellulare); diminuisce i picchi degli ormoni adrenergici che hanno l’effetto di aumentare la glicemia; agevola il controllo del distress emotivo o, meglio, della paura della ipoglicemia.

Dopo anni di esperienza “sul campo” vorrei permettermi di dire che il lavoro di “tipo misto” alternato tra lavoro aerobico e contro-resistenza ha portato, nel 99% dei casi, notevoli miglioramenti:

– diminuzione del 40%-50% della dose totale giornaliera d’insulina, raggiungendo e mantenendo un target medio glicemico dell’80%

– diminuzione del peso della massa grassa in eccesso, soprattutto a livello sterno-addominale, il che fa la differenza nelle aspettative di vita di una persona

– aumento del peso della massa magra

Il Pronking è rivolto soltanto ai diabetici di tipo 1 o anche a quelli di tipo 2?

Il Pronking è un allenamento specifico per diabetici di tipo 1 (portatori di microinfusore o con terapia basal bolus) e di tipo 2. Non ci sono limiti di età. Il lavoro svolto è qualitativamente e quantitativamente personalizzato sulle capacità, necessità e disponibilità di ogni singola persona.

Vuole spiegarci quali sono le caratteristiche specifiche del Pronking che lo distinguono da un generico metodo di allenamento?

La messa in pratica del metodo si svolge seguendo alcune tappe.

Dopo avere valutato diversi fattori -livelli iniziali di emoglobina glicata (HbA1c), fattore sensibilità insulinica (Fis), fattore insulina totale giornaliera (Fig), frequenza cardiaca massima (Fc max), Fc a riposo, massa magra, massa grassa, acqua extracellulare (Ecw), misurazione con metodo indiretto del grasso viscerale (Vat) ed eventuali comorbidità legate a un cattivo controllo metabolico, si procede strutturando un percorso di preparazione psicomotoria.

Partendo da un fit check informativo, si arriva a un fit-check medico, esaminando in seguito i risultati delle diverse valutazioni bicompartimentali e tricompartimentali.

Faccio un esempio.

Valutazione idroelettrica, nutrizionale e monitoraggio analitico del comparto muscolare.

Fit-Check tecnico informativo. Costruzione di un programma di lavoro partendo dalle esigenze personali.

Fit-Check medico. Indicazioni sul proprio stato di salute con particolare attenzione alla storia clinica della persona con il supporto di analisi o test.

Delineamento dello stile di vita fitness adatto – “processo d’individuazione”.

Scelta dell’attività da svolgere, suddivisa in microcicli.

Foglio di lavoro e si inizia la messa in pratica.

Lei afferma che lo sport (con il relativo allenamento) è come un vestito, deve essere cioè su misura per la persona che lo vuole praticare. Può approfondire il concetto, spiegandoci come si sceglie la giusta attività sportiva per il singolo individuo?

La persona affetta da diabete può svolgere qualsiasi tipo di attività sportiva. L’importante è creare un metodo di lavoro personalizzato, così come sono personalizzate la terapia e l’alimentazione.

Sì, considero l’attività fisica un vestito fatto su misura… deve calzare a pennello! Siamo esseri unici e come tali andiamo trattati.

Come dicevo prima, il lavoro di “tipo misto” alternato tra lavoro aerobico e contro- resistenza, è quello che nella maggior parte dei casi porta benefici.

“È fondamentale diffondere il più possibile l’idea che l’attività fisica deve essere fatta in un certo modo e con le dovute accortezze”.

Lei ha collaborato con molte associazioni di persone con diabete. Ha condotto o partecipato a campi-scuola per diffondere il Pronking. Sono tante le persone che sono state coinvolte? Come sono le reazioni di chi scopre il Pronking?

È fondamentale diffondere il più possibile l’idea che l’attività fisica deve essere fatta in un certo modo e con le dovute accortezze.

In questi anni ho avuto la possibilità e la fortuna di collaborare con diverse associazioni italiane rivolte a persone con diabete, grazie alle quali abbiamo realizzato campi sportivi educativi creati appositamente per supportare e coinvolgere adulti e bambini durante l’attività fisica.

Tramite l’approccio Pronking non solo siamo riusciti a coinvolgere attivamente i partecipanti durante tutte le sessioni di allenamento da me proposte, ma siamo riusciti a ottenere feedback molto positivi, attraverso la condivisione di storie personali di ogni singolo partecipante. Credo che accettare prima e adattarsi poi a un cambiamento dello stile di vita sia uno dei lavori più impegnativi che la persona possa effettuare, ma, se viene condiviso e affrontato insieme, il tutto non può che lasciare un segno indelebile nei ricordi di ognuno.

In circa vent’anni di esperienza, ho conosciuto i mille volti di una patologia invisibile e silenziosa che non ti abbandona mai. Questi volti hanno un nome, un sorriso, uno sguardo completamente diversi tra loro, pur vivendo lo stesso disagio. Quindi, mi sono sempre chiesta e continuo a chiedermi: “Cosa ci rende malati? La malattia o la persona?”.

Sono solita citare Voltaire, che diceva: “Ho deciso di essere felice, perché fa bene alla mia salute”. Anch’io ho iniziato a pensarla cosi ed è questo il messaggio che cerco di divulgare ogni giorno alle centinaia di persone che seguo personalmente e conosco perché reputo il mio lavoro…una missione.

(S.V.)

Chi volesse approfondire il tema del pronking e di come far bene lo sport con il diabete può consultare la pagina Facebook di Cristina Cucchiarelli.