Il diabete in Italia è un’emergenza sanitaria: quattro milioni di persone ne soffrono, un altro milione ne è affetto ma non lo sa, tre milioni sono i soggetti a rischio di sviluppare un diabete di tipo 2. Altri milioni di persone sentono l’impatto della patologia in quanto familiari o caregiver. Il peso economico sul Servizio sanitario nazionale è valutato in 14 miliardi di euro annui, soltanto per i costi diretti. Occorre affrontare il problema con una strategia nazionale che coinvolga tutti: questo è il programma degli Stati Generali del diabete, tenutisi il 14 marzo a Villa Mondragone, Monteporzio Catone (Roma), che avevamo annunciato sul nostro sito qui.

Contro il diabete in Italia è necessaria una strategia nazionale che coinvolga tutti: le proposte degli Stati Generali del diabete indirizzate al ministro della Salute.

Gli Stati Generali del diabete sono stati promossi da FeSDI (Federazione delle società diabetologiche italiane, Sid e Amd), Università di Roma Tor Vergata e Intergruppo parlamentare Obesità diabete e malattie croniche non trasmissibili “con l’obiettivo di porre il problema tra le priorità dell’agenda politica italiana e formulare una strategia d’intervento condivisa a livello nazionale”.

All’evento hanno preso parte società scientifiche, associazioni dei pazienti, aziende, società civile, rappresentanti delle istituzioni, tra cui il ministro della Salute Orazio Schillaci, al quale è rivolto il documento programmatico degli Stati Generali con le proposte per migliorare prevenzione, diagnosi precoce, monitoraggio, cura e organizzazione dell’assistenza alle persone con diabete in Italia.

I punti chiave di una strategia nazionale contro il diabete, secondo gli Stati Generali

  • Disuguaglianze nell’accesso all’assistenza – Solo il 30% delle persone con diabete riceve una assistenza specialistica e, anche tra coloro che accedono alle strutture diabetologiche, una minoranza riceve consulenza dietistica o accede a percorsi di educazione terapeutica, una disuguaglianza da colmare. L’accesso a una assistenza specialistica e di qualità non è variabile solo tra le diverse regioni, ma anche all’interno di esse, con una distribuzione eterogenea e ‘subottimale’ delle strutture deputate all’assistenza. Problematiche da superare, come anche nei casi di singoli specialisti che operano in ambulatori senza il supporto dei team multiprofessionali grazie ai quali potrebbero invece erogare una assistenza più completa ed efficace.
  • Risultati peggiori in mancanza di integrazione – Quando manca la necessaria integrazione tra strutture di diabetologia e medicina generale, si assiste a outcome di salute peggiori e complicanze più frequenti. Ma anche in presenza di centri multiprofessionali, non sempre questi sono nelle condizioni di garantire adeguati volumi di assistenza, a causa della carenza di risorse umane.
  • Personale di assistenza, numeri insufficienti per la qualità – Gli obiettivi vanno dal potenziare e ottimizzare la rete diabetologica, ad articolare la rete in almeno 350-400 centri multiprofessionali che assistano 15mila persone ciascuno. Necessario poi allocare fondi adeguati al reclutamento e alla formazione di personale: servono un diabetologo e un infermiere ogni mille pazienti quindi almeno 4mila specialisti rispetto agli attuali 2mila e 4mila infermieri rispetto agli attuali 1500. Raddoppio necessario anche per i dietisti che dovrebbero passare dagli attuali 400 a 800, oltre a psicologi e podologi. Oltre a potenziare le professionalità dei diabetologi con competenze manageriali.
  • Mancanza di sinergia e percorsi frammentati – Garantire sinergie è un altro degli obiettivi elencati, necessaria quindi maggiore collaborazione tra specialisti e medici di medicina generale e tra team diabetologici e case di comunità, ospedali e Rsa. Infine, implementare la digitalizzazione e integrarla per migliorare la qualità dell’assistenza.
  • Investimenti in formazione e ricerca – Allocare fondi per ampliare il reclutamento e la formazione del personale dedicato all’erogazione dell’assistenza per le persone con diabete, rafforzando le funzioni e la professionalità del diabetologo nel suo ruolo di coordinatore del team, anche attraverso una formazione specifica dedicata alle competenze manageriali. Sostenere infine la ricerca per una sempre migliore qualità di cura e di vita per le persone con diabete.
  • Diffusione, implementazione e potenziamento della digitalizzazione – Supportare processi di digitalizzazione per migliorare la qualità dell’assistenza, promuovendo e sostenendo il continuo dialogo medico-paziente e il confronto tra i diversi professionisti coinvolti nei percorsi di presa in carico.

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