Patologie cardiovascolari, complicanze renali, retinopatia diabetica. Sono solo alcuni dei disturbi che possono manifestarsi in chi soffre di diabete. Ma se il paziente in questione è un uomo, le conseguenze saranno ben peggiori. Che il diabete, sia di tipo 1 che di tipo 2, faccia più danni tra il genere maschile che femminile è scientificamente provato. Lo hanno dimostrato i ricercatori australiani attraverso uno studio ad hoc i cui risultati sono stati pubblicati sul Journal of Epidemiology & Community Health.

DIABETE, I NUMERI DEL PRESENTE E LE PROIEZIONI FUTURE

A livello globale, la prevalenza del diabete continua ad aumentare. Si stima che 537 milioni di persone di età compresa tra 20 e 79 anni vivessero con il diabete nel 2021, cifra che si prevede salirà a 783 milioni entro il 2045. In Australia, la prevalenza del diabete è triplicata negli ultimi tre decenni, colpendo circa 1,3 milioni (5,1%) di australiani nel periodo 2018-2021. “Sebbene la prevalenza del diabete sia simile negli uomini e nelle donne – la prevalenza mondiale è rispettivamente dell’8,9% e dell’8,4% -, l’incidenza e la progressione delle complicanze correlate alla patologia sembrano essere più specifiche per sesso – scrivono i ricercatori nell’introduzione della pubblicazione -. È ben noto che il rischio assoluto di malattie cardiovascolari è più alto negli uomini con diabete, rispetto alle donne affette dalla stessa patologia. Tuttavia, le prove delle differenze di sesso nelle complicanze microvascolari come la retinopatia, la neuropatia e la nefropatia sono limitate e contrastanti. Ad esempio, nel Prospective Diabetes Study del Regno Unito, l’incidenza della retinopatia era simile negli uomini e nelle donne. Tuttavia, le donne avevano un rischio relativo inferiore di progressione della retinopatia. Nello studio prospettico di coorte DiaGene sulle complicanze del diabete, l’incidenza di microalbuminuria (un biomarcatore di nefropatia) era più alta negli uomini e i maschi avevano maggiori probabilità di sviluppare due o tre complicanze microvascolari rispetto alle donne”, aggiungono gli esperti.

I PRESUPPOSTI DELLO STUDIO

Per questo, i ricercatori australiani hanno deciso di dedicarsi all’indagine delle differenze di sesso nelle complicanze micro e macrovascolari, valutando anche se le differenze di sesso fossero modificate dalla data di diagnosi del diabete. Per effettuare la loro analisi gli scienziati australiani hanno passato al setaccio i dati del “45 an Up Study”, il più vasto studio in corso in Australia sulla salute e sull’invecchiamento, che comprende 367.357 persone sopra i 45 anni di età che vivono nella regione del New South Wales. Tra queste, sono stati individuati 25.713 soggetti affetti da diabete di tipo 1 o 2 e, analizzando le cartelle cliniche di ognuno, è stata verificata la presenza di ulteriori patologie correlate. In particolar modo, i ricercatori si sono concentrati sulle malattie cardiovascolari (come ischemia cardiaca, mini ictus o Tia, attacco ischemico transitorio, ictus, insufficienza cardiaca, cardiomiopatia diabetica), agli occhi (dalla cataratta alla retinopatia diabetica), alle gambe o ai piedi (tra cui neuropatia periferica, ulcere, celluliti, osteomieliti, problema vascolare periferico, amputazione di diverso grado), ai reni (come insufficienza renale acuta, disturbo renale cronico, insufficienza renale cronica, dialisi, trapianto del rene).

IL CAMPIONE DELLA RICERCA

Circa il 50% dei pazienti in esame aveva tra 60 e 74 anni di età, poco più della metà (57%) maschi, il 39% in sovrappeso e con una storia di problemi cardiaci. In un caso su due ex fumatori, percentuale che tra le donne scendeva al 29%. In generale, oltre la metà del campione (il 58%) aveva ricevuto la diagnosi di diabete da meno di un decennio, mentre il 42% da più di 10 anni. Valutando la salute di tutti questi individui nel corso degli anni, i ricercatori hanno potuto appurare che gli uomini erano i più colpiti dalle complicazioni del diabete, rispetto alle donne che si trovavano nella medesima condizione. Entrando nel dettaglio, il genere maschile aveva un rischio del 51% maggiore di sviluppare malattie cardiovascolari rispetto alle donne, del 47% in più di problemi di gambe e piedi e del 55% di complicanze renali. Per comprendere meglio quanto ognuna di queste complicanze fosse diffusa tra il campione maschile, gli studiosi hanno rilevato anche le percentuali d’incidenza di ogni singola patologia. Al primo posto, con il 57% di diffusione, ci sono i problemi agli occhi. Seguono, al 44% i disturbi cardiovascolari,  il 35% ai reni e il 25 complicanze alle gambe o piedi.

I RISULTATI

Pur avendo accertato la maggiore incidenza delle complicanze del diabete tra il genere femminile, trattandosi di “uno studio osservazionale – spiegano i ricercatori – non può dare indicazioni sulle cause dei problemi”. Tuttavia, si ipotizza che questa maggiore incidenza possa essere motivava dal fatto “che gli uomini in genere sono meno disponibili a cambiare stile di vita, a prendere medicine preventive, a fare i dovuti controlli per abbassare il rischio”, aggiungono gli studiosi. Aldilà delle cause scatenanti, i dati dello studio mostrano la necessità di puntare sulla prevenzione. “Ogni mille diabetici di genere maschile ci sono, in media, 37, 52, 21 e 32 uomini che svilupperanno, rispettivamente, disturbi cardiovascolari, agli occhi, a piedi e gambe, renali, ogni anno”,  spiegano i ricercatori. Ma attenzione anche alle donne: “Hanno valori di rischio inferiori agli uomini – aggiungono gli scienziati -, ma si tratta di valori comunque alti”. Per questo, gli studiosi australiani consigliano a tutti, a prescindere dal genere, “di seguire gli screening e intraprendere le terapie di prevenzione per le possibili complicanze sin dal momento della diagnosi di diabete”.

 

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