Le app possono essere utili per prevenire e controllare il diabete? I diabetologi, in grande maggioranza (88%), ritengono di sì, anche se il loro impiego è per il momento piuttosto ristretto.

Secondo la maggioranza dei diabetologi, le app possono essere utili per prevenire il diabete di tipo 2 e per controllare la patologia, d tipo 1 e 2, in chi già ne è affetto, ma per ora il loro uso è modesto.

Un Paese con 46,5 mlioni di smartphone come l’Italia èun terreno fertile per la diffusione delle app in medicina e in particolare nel controllo e nel trattamento di una patologia cronica come il diabete, fa notare Federico Boscari, diabetologo presso l’azienda Ospedale-Università di Padova.

“Le app -osserva Boscari- possono registrare dati, orari dei pasti, incrociarli con l’attività fisica, rilevare parametri come la glicemia e monitorare l’aderenza alle terapie con messaggi di promemoria, dare la possibilità di contatto con i curanti. In altri casi si sono rilevati efficaci interventi di ‘gamification’ in cui le attività hanno un aspetto ludico con interazioni sociali virtuali”.

Spiega Boscari: “Giocare è un modo efficace per educare al controllo del diabete, permette di stabilire degli obiettivi da raggiungere e rendere l’esperienza più coinvolgente. Sfruttano in maniera pratica tecniche di psicologia cognitiva per aiutare a motivare le persone a modificare alcuni stili di vita, come, per esempio, il rispetto di una corretta alimentazione e lo svolgimento di regolare attività fisica“.

La propensione degli italiani a usare internet e smartphone per le questioni di salute è dimostrata in partcolare da un dato: l’utilizzo del cellulare per monitorare aspetti legati alla salute tramite app era dell’8% nel 2019 ed è salito al 67% nel 2021, anche per via della pandemia Covid.

Secondo le associazioni dei diabetologi, la tecnologia e in particolare le app possono avere un ruolo nella prevenzione primaria, sia per la popolazione generale sia per quella a rischio. Ma sono di valido aiuto anche nella prevenzione secondaria, cioè per contrastare lo sviluppo delle complicanze.

Le difficoltà che ostacolano un maggiore uso delle app per controllare il diabete

Eppure, pur essendo disponibili i cittadini e favorevoli i diabetologi, le app per controllare il diabete sono ancora poco utilizzate.

Osserva in proposito il presidente della Sid Angelo Avogaro: “Un’indagine presentata al Congresso Panorama Diabete ha indicato che l’87,9% dei diabetologi ritiene che le app possano avere un ruolo nella prevenzione del diabete di tipo 2, ma solo al 14% capita di utilizzarle nei pazienti a rischio. Perché così pochi? Il 25,9% del campione non conosce app dedicate, il 23,5% ritiene che le app siano troppe e non certificate e il 38,8% ha difficoltà a valutare l’efficacia. Più diffuso invece l’uso delle app nei pazienti che hanno ricevuto una diagnosi: il 72,7% le consiglia nei pazienti con diabete di tipo 1, il 23,2% in quelli con diabete di tipo 2, l’11% solo se è il paziente a chiederlo”.

Secondo la Sid, è necessario superare alcune difficoltà gestionali, burocratiche o logistiche, che ostacolano un maggiore uso delle app. Tra queste, la certificazione delle app, i problemi di privacy e l’accesso da parte dei soggetti meno dotati di risorse cognitive, di istruzione ed economiche, che non hanno una connessione internet tra cui, soprattutto, la popolazione anziana (secondo l’Istat, più del 67% degli anziani non saprebbe usare internet).

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