Da anni la ricerca studia le relazioni tra alcuni tipi di virus e diabete di tipo 1. Un recente studio dell’Università di Taiwan aggiunge nuovi elementi sull’argomento, dopo avere esaminato un campione di bambini mettendo a confronto coloro che avevano avuto un’infezione da enterovirus e coloro che non ne avevano subite.

Questo studio si riallaccia al progetto mondiale Diamond e allo studio europeo Eurodiab, concordi nel dimostrare un progressivo incremento della frequenza del diabete di tipo 1 che prescinde dalla etnia o dall’area geografica del globo esaminata. Questa tendenza non può essere spiegata solo sulla base della influenza di fattori genetici, ma chiama in causa anche la possibile esposizione ad agenti chimici o infettivi, come appunto gli Enterovirus (una vasta famiglia di virus responsabile di varie malattie da lievi a gravi, con sintomi che possono interessare diverse aree dell’organismo, dall’apparato respiratorio a quello gastrointestinale).

Il gruppo di ricercatori dell’Università di Taiwan, utilizzando il registro del programma sanitario nazionale, ha dimostrato, in una analisi retrospettiva, che i bambini di età inferiore ai 18 anni che avevano contratto una infezione da Enterovirus avevano una probabilità di contrarre il diabete di tipo 1 superiore del 48% rispetto ai giovani che ne erano stati esenti. Ciò rafforza l’ipotesi di una relazione tra virus e diabete di tipo 1.

Gli autori hanno confrontato 570.133 bambini che avevano contratto una infezione da Enterovirus nel periodo 2000-2007 con un gruppo di controllo di egual numero e nello stesso periodo indenni dalla infezione, rilevando una incidenza complessiva di diabete di Tipo 1 nei bambini che erano stati affetti da Enterovirus pari a  5.73 casi su 100.000 contro una incidenza di 3.89 casi su 100.000 nei bambini non colpiti dalla infezione con un rapporto di rischio pari a 1.48.

L’infezione da Enterovirus comprende un ampio gruppo di virus, che include i Coxsackievirus A e B, i poliovirus e gli ecovirus. Vi sono varie prove del ruolo dei Coxsackievirus B nella patogenesi del diabete di tipo 1, come la frequente insorgenza stagionale della malattia, talvolta interessando contemporaneamente piccoli nuclei di soggetti che vivono nella stessa area, o la dimostrazione del virus nel sangue, nel pancreas e nella mucosa intestinale di pazienti con diabete di tipo 1. Inoltre, uno studio prospettico eseguito in Finlandia ha dimostrato una associazione tra infezione da Coxsackievirus B e il diabete di tipo 1. La relazione tra virus e diabete di tipo 1 consisterebbe nel fatto che il virus stimola la reazione autoimmunitaria che induce il danno Beta-cellulare e quindi il diabete.

Lo studio sui determinanti ambientali del diabete nei giovani chiamato Environmental Determinants of Diabetes in the Young (o Teddy) è stato impostato proprio con l’intento di chiarire quali sono i fattori ambientali che favoriscono l’insorgenza del diabete di tipo 1. L’infezione virale può avere un ruolo maggiore in alcuni Paesi come quelli del sudest asiatico, inclusa Taiwan, dell’Africa e dell’America del sud. In questi Paesi, una vaccinazione contro gli Enterovirus potrebbe essere uno strumento utile per ridurre l’incidenza del diabete di tipo 1.

Per approfondire

  • The Diamond Project Group. Incidence and trends of childhood type 1 diabetes worldwide 1990-1999. Diabet Med 2006; 23:857-866.
  • Eurodiab ACE Study Group. Variation and trends in incidence of childhood diabetes in Europe. Lancet 2000; 355: 873-876.
  • Enterovirus infection is associated with an increased risk of childhood type 1 diabetes in Taiwan: a nationwide population-based cohort study. Diabetologia 2014; DOI: 10.1007/s0.
  • Teddy Study Group. The Environmental Determinants of Diabetes in the Young (TEDDY) Studty. Ann N Y Acad Sci 2008; 1150: 1-13.