Riconoscere e di conseguenza soccorrere una persona con diabete in crisi ipoglicemica è alla portata di tutti.
La crisi ipoglicemica, ossia un abbassamento indesiderato della glicemia, è spesso causata del ridotto apporto di glucosio e si osserva nei pazienti che praticano insulinoterapia: quando non mangiano a sufficienza dopo l’iniezione, oppure quando si iniettano una dose di insulina superiore a quella prescritta.
I sintomi e la loro concatenazione sono inconfondibili: tutto comincia con una sensazione crescente di malessere, di fame improvvisa accompagnata da nausea intensa; sopravviene anche uno stato di prostrazione profonda con tremore, senso di freddo e sudorazione profusa estesa a tutto il corpo; a volte si notano anche contrazioni muscolari (in stadi avanzati si può arrivare anche all’insorgenza di scosse convulsive). Coesiste sempre dilatazione della pupilla (midriasi). Sovente il paziente presenta un singolare contrasto fra il sudore profuso freddo sulla pelle e l’arrossamento del viso che appare congesto, avvampato, con gli occhi lucenti, spalancati in un chiaro atteggiamento d’allarme. Questo quadro si instaura quando la glicemia scende sotto i 60 e i 50 mg per decilitro.
Se la crisi ipoglicemica insorge per strada, in mezzo alla gente, e colpisce un diabetico giovane, può far sorgere nei passanti il sospetto di trovarsi di fronte a un ubriaco, oppure alla crisi di astinenza di un drogato.
Tale sospetto è spesso avallato dal fatto che, magari nel volgere di pochi minuti, sopravviene anche un’alterazione progressiva dello stato di coscienza, per cui il soggetto appare stordito, obnubilato.
Per questa ragione ogni diabetico dovrebbe sempre portare al collo una piastrina di riconoscimento, oppure tenere in tasca un cartoncino con la scritta: “Sono diabetico in cura con insulina”. Ancora meglio poi se la scheda personale tascabile, che molti centri antidiabetici forniscono ai loro assistiti, reca anche alcune istruzioni per il primo soccorso.
Aiutare un diabetico in crisi ipoglicemica è facile e intuitivo: è sufficiente fargli bere, a piccoli sorsi, finché è cosciente, un mezzo bicchiere di acqua nel quale siano stati sciolti tre cucchiaini di zucchero.
Nei casi più gravi dovrà essere iniettata una fiala di glucagone (1 mg), che il diabetico dovrebbe tenere sempre con sé. Se dopo dieci minuti i sintomi non sono regrediti, conviene ripetere la somministrazione di acqua zuccherata (può andare altrettanto bene un succo di frutta).
In caso di perdita di coscienza, il diabetico dovrà essere trasportato al più vicino ospedale, dove gli verranno iniettati 10-20 cc di glucosio al 40 per cento.